C'è una bomba nucleare sul fondo dei mari della British Columbia?
Il sub professionista Sean Smyrichinsky ha scoperto un dispositivo di metallo dalla forma arrotondate e delle dimensioni di un letto 'king size', che potrebbe ricordare quella di un disco volante nei pressi dell'arcipelago di Haida Gwaii, nella British Columbia.
Quello che nel primo momento credeva potesse essere un UFO, potrebbe rivelarsi invece una bomba nucleare perduta più di mezzo secolo fa dall'Aeronautica degli Stati Uniti.
A dichiararlo è stato il Canadian Department of National Defence (DND).
L'oggetto che giace sul fondo di Pitt Island, potrebbe infatti essere la Mark IV, una bomba a fissione nucleare di potenza maggiore di quella sganciata su Nagasaki, persa dal bombardiere intercontinentale B-36 PeaceMaker precipitato il 13 febbraio 1950.
Decollato dalla Carswell Air Force Base, in Texas, il bombardiere doveva simulare uno strike nucleare per valutare le capacità del velivolo, quando l'incendio di uno dei 6 motori costrinse l'equipaggio ad abbandonare l'aereo che precipitò in una zona imprecisata tra le montagne della British Columbia. Dei 17 membri dell'equipaggio che si lanciarono al largo di Princess Royal Island, 5 persero la vita. La missione provocò il primo caso della storia di un Broken Arrow (nome in codice di un incidente con armi nucleari). Le dinamiche dell'incidente, avvenuto al culmine della Guerra Fredda, rimasero a lungo coperte dal segreto militare.
Secondo lo storico Dirk Septer, il governo americano tentò a lungo di localizzare il relitto per recuperare l'arma, ma quando finalmente lo trovò, l'ordigno era sparito. Le ricerche proseguirono per anni, ma differenza dell'epilogo per l'incidente avvenuto su Thule, l'ordigno non venne mai ritrovato provocando una eclatante caso di russofobia.
Le autorità canadesi e quelle americane hanno convenuto che il ritrovamento del sub, che stava semplicemente andando a caccia di 'cetrioli di mare' sul fondo del Pacifico, potrebbe verosimilmente trattarsi della bomba perduta. Il governo USA ha dichiarato che la bomba non è una 'potenziale minaccia', mentre un'unità dalla Royal Canadian Navy è stata inviata sul posto per ulteriori verifiche.
Quella Base nucleare USA abbandonata sotto i ghiacci durante la guerra fredda
Tra i gelidi ghiacci della Groenlandia, non troppo distante dalla base aerea USAF di Thulé (foto apertura) - da non confondere con l'associazione pangermanista con interessi esoterici sorta durante il Nazismo (...) - una base sotterranea segreta abbandonata nel 1967 sta pian piano venendo alla luce a causa di una variabile che il Pentagono non aveva opportunamente calcolato: il cambiamento climatico.
Risalente alla Guerra Fredda, classificata come 'top secret' fino a tempi non sospetti, la base venne costruita nel 1959 e denominata 'Century Camp'. Essa doveva essere quello che Cuba sarebbe stata per l'URSS: una piattaforma di lancio avanzata con lo scopo strategico di lanciare missili ICBM (InterContinental Ballistic Missile) e MRBM (Medium Range Ballistic Missile) su Mosca e altri obiettivi fondamentali dell'Unione Sovietica nel caso di un'escalation nucleare.
Se nel 1960 la base era protetta da 35 metri di ghiaccio, oggi, a causa dell'aumento delle temperatura causato dai mutamenti climatici, sono solo i 8 metri di ghiaccio che coprono la base sotterranea che, per ironia della sorte, iniziò ad operare sotto la copertura di 'campo scientifico' per studiare i mutamenti climatici nella regione artica. A 50 anni dal suo abbandono un nuovo report sulla base desta le preoccupazioni di Groenlandia, Danimarca e USA basandosi proprio sul riscaldamento globale e quanto resterebbe della base.
Anche se le versioni ufficiali del Pentagono rivelano che in realtà non vennero mai immagazzinate testate nucleari nella base - "a causa dei test sullo spostamento della calotta artica che resero immediatamente chiaro che i tunnel sotterranei sarebbero progressivamente crollati" - ben 200.000 litri di gasolio (53.000 gal), acque di scarico, e una quantità indeterminata di scorie nucleari prodotte dal primo generatore nucleare mobile installatovi del 1960 sono rimasti intrappolati nella 'città sotto il ghiaccio'. Sebbene il cambiamento climatico preveda anche abbondanti nevicate che ghiacciando di anno in anno ricompongono parte della calotta artica, si stima che nel 2090 il ghiaccio inizierà a sciogliersi ancora più rapidamente di quanto non si deponga: con il rischio di portare alla luce tutte le scorie che il 'Century Camp' si è lasciato alle spalle con esiti ambientali potenzialmente disastrosi.
Il Pentagono ha dichiarato di "conoscere a pieno la realtà dei cambiamenti climatici e i rischi che potrebbe causare il riscaldamento globale in questo caso", aggiungendo che il governo degli Stati Uniti ha promesso di "lavorare con il governo danese e le autorità della Groenlandia per risolvere tutte le questioni di sicurezza del caso".
La Groenlandia fu già al centro di un incidente che provocò la fuoriuscita di scorie radioattive sul suo territorio per colpa americana quando nel gennaio del 1968 (ad un anno dall'abbandono formale della base), un B-52G Stratofortress del 380th Strategic Bomb Wing USAF si schiantò durante la missione "Hard Head" facendo dichiarare un codice "Broken Arrow" (evento accidentale che interessa ordigni nucleari, ndr): il velivolo infatti aveva a bordo 4 bombe all'idrogeno B28FI (foto sotto) che non esplosero grazie ai sistemi di sicurezza, ma rilasciarono materiale radioattivo durante l'incendio successivo allo schianto. Tutti e 7 i membri dell'equipaggio riuscirono a paracadutarsi.