Già da diverso tempo si sta lavorando a un successore dell’elicottero d’attacco AW-129 Mangusta (nelle immagini la versione "DELTA"). Dal giorno del suo primo volo (avvenuto nel 1979) il Mangusta ha partecipato a tutte le missioni internazionali delle forze armate italiane, passando dalla Somalia all’Afghanistan. Nel corso di queste operazioni il velivolo ha mostrato inevitabili limiti strutturali.
Infatti, il progetto iniziale era quello di realizzare un elicottero cacciacarri (armato con missili filoguidati TOW e razzi da 70 mm) che operasse nella pianura veneto-friulana, che non ha per esempio le caratteristiche geografiche e di altitudine (senza contare la polvere finissima) di teatri operativi come quello afghano, dove i Mangusta decollavano con i colpi per il cannone da 20 mm, su un’ala i due missili I-TOW mentre sull’altra veniva agganciato un serbatoi supplementare per aumentarne l’autonomia. Comunque il velivolo ha dimostrato la sua efficacia, tanto che i miliziani talebani lo hanno battezzato La Morte Nera.
Il nuovo elicottero – a cui l’AVES assegnerà la sigla, politicamente corretta, di NEES, Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta - avrà una massa al decollo di 7/8 tonnellate (contro le 4,6 tonnellate del predecessore).
La configurazione generale ricalca quella del Mangusta, con dimensioni maggiori ma con i posti per l’equipaggio sempre in tandem (l’addetto agli armamenti avanti e il pilota dietro), con i propulsori affiancati.
La parte propulsiva, motori, trasmissioni, rotori (principali a cinque pale, anti coppia a quattro) nonché altre componenti, è ancora da definire, tuttavia potrebbe essere utilizzato come propulsore quello dell’AW-149, macchina sviluppata per gli impieghi militari.
Le prestazioni stimate dovrebbero essere superiori a quelle degli NH-90, così come l’autonomia, per il momento indicata in circa tre ore. Con i serbatoi supplementari esterni (fino a quattro) potrebbe crescere ulteriormente, per esempio per i lunghi voli di trasferimento.
È ipotizzabile il rotore sarà ripiegabile, in modo tale da poter impiegare l’elicottero a bordo delle unità navali e agevolare il trasporto a bordo degli aerei cargo, senza dover smontare il rotore. Di sicuro il velivolo avrà un trattamento particolare contro la corrosione della salsedine, proprio per poter operare anche in ambiente marino.
Per quanto riguarda la protezione sarà assicurata da blindature di tipo avanzate e accorgimenti particolari, in grado di garantire la sopravvivenza del velivolo anche nel caso di gravi danneggiamenti. Saranno poi installati anche sistemi d’allarme elettronici, inclusi quelli per rilevare i missili in avvicinamento. Contro di questi potranno essere efficaci anche i nuovi disturbatori attivi di Elettronica, come l’ELT-572, che si sta installando su diversi vettori italiani (aerei ed elicotteri). Non potranno mancare tutta una serie di chaff e flares per ingannare i missili superficie-aria a guida infrarosso.
Data la massa superiore, rispetto al Mangusta, il nuovo elicottero potrà trasportare un carico bellico pari a 1.800 kg, contro gli 800 kg del suo predecessore.
A prua sarà sempre installato un cannone a tre canne rotanti da 20 mm, probabilmente il TM-179B, la versione più moderna. Con un serbatoio ubicato sotto la posizione del pilota (quindi più vicina al baricentro della macchina) con una capacità di 500 colpi.
I quattro piloni sub alari possono trasportare fino a 16 missili a guida laser, di fabbricazione israeliana, Rafael Spike (nella versione Long Range Extended Range oppure NLOS, No Line Of Sigth, con una portata massima di 30 km e dotati di sistema di ricerca automatica dei bersagli). Inoltre, ai piloni esterni, nell’eventualità di soddisfare una richiesta di un cliente estero, ci sarà la predisposizione per l’installazione di missili aria-aria a guida infrarosso (come gli Stinger oppure i più prestanti AIM-9L Sidewinder), aumentando così le capacità di autodifesa del velivolo.
Ovviamente il nuovo elicottero suscita già l’interesse di molti Paesi, in special modo quelli dell’Europa dell’est che hanno l’esigenza di sostituire gli ormai anziani MIL MI-24 Hind ex sovietici. Gli stessi AW-129 sono ancora macchine appetibili per chi ha pochi fondi e la necessità di vettori non modernissimi, in questo modo si potrebbero recuperare parte dei soldi da investire nel nuovo programma.
(foto: Giusy Cosentino)