La Marina statunitense ha effettuato, apparentemente come risposta al lancio effettuato dalla Corea del Nord, un test missilistico. Nel caso degli Stati Uniti si sarebbe trattato di effettuare una prova al fine di valutare le recenti migliori apportate al missile SM-6.
La Missile Defense Agency del Pentagono ha annunciato ieri mattina che il cacciatorpediniere lanciamissili USS John Paul Jones ha utilizzato il suo radar AN/SPY-1 per rilevare un missile a medio raggio lanciato dalla base missilistica di Kauai, nelle Hawaii. Una volta che il radar è riuscito a tracciare la traiettoria del vettore, dal cacciatorpediniere è stato lanciato un SM-6 al fine di intercettare il bersaglio, nella fase finale del volo.
Questo test sarebbe servito a confermare le capacità dell’SM-6 di intercettare e distruggere i missili balistici a medio raggio.
Il lt. gen. Sam Greaves, direttore della Missile Defense Agency, ha annunciato la riuscita della prova dicendo: “Stiamo lavorando a stretto contatto con la Marina al fine di sviluppare questa nuova importantissima capacità”. Il test riuscito però non accontenta il generale Greaves che ha aggiunto: “continueremo a sviluppare le tecnologie di difesa contro i missili balistici, in modo da poter rimanere al passo dell’evoluzione delle minacce”
L’SM-6, prodotto dalla Raytheon, è schierato su tutti gli incrociatori e cacciatorpediniere per poter assicurare la difesa del naviglio statunitense. L’SM-6 è progettato non solo per intercettare missili balistici durante la fase finale del loro volo, ma anche per colpire aerei, navi e missili da crociera antinave.
“Negli ultimi tempi, la Marina degli Stati Uniti ha chiesto di migliorare la capacità di intercettazione dei missili balistici a medio raggio. Per arrivare a questo risultato ci sono voluti sette mesi” - ha affermato Miki Campisi, direttore del programma Raytheon SM-6, in un comunicato stampa.
(foto: U.S. DoD)
