Il giorno precedente, giovedì 18 settembre, verso le 01:30, ora del Pacifico, una coppia di CF-18 canadesi, hanno intercettato due bombardieri a lungo raggio russi Bear, a circa 40 miglia nautiche al largo della costa nel Mare di Beaufort. In entrambi i casi, gli aerei russi sono entrati nella Air Defense Identification Zone, che si estende a circa 200 miglia dalla costa. Dunque non semplici provocazioni, ma azioni tese a monitorare i tempi di reazione della Difesa aerea statunitense.
La Marina russa ha testato il missile balistico da 30 tonnellate Bulava, lanciato dal sottomarino “Vladimir Monomakh” nelle manovre militari nel Mar Bianco, ma è solo parte del programma di ammodernamento dei sistemi d’arma. Al fine di valutare il numero di missili, sottomarini, carri armati ed armi varie necessarie alla Russia nel periodo 2016-2025, Putin ha siglato il decreto sulla creazione della nuova Commissione militare-industriale della Federazione Russa. Questo comitato riferisce direttamente al Presidente. Tale progetto ha una base finanziaria solida; l’esercito ha ricevuto 2500 miliardi di rubli nel 2000, e sarà di oltre 20 miliardi di dollari entro il 2020, assieme a 3 miliardi di dollari assegnati separatamente alle industrie militari.
L’obiettivo, è riequipaggiare l’Esercito, la Marina Militare e modernizzare l’industria della Difesa, in quanto il sistema difensivo ed offensivo sono in esaurimento od obsoleti. Dunque un programma teso a valutare in modo affidabile e completo le potenziali minacce alla sicurezza militare della Federazione Russa, e come risposta forte all’attivazione del sistema di difesa antimissile da parte degli Stati Uniti, sviluppato in Europa ed Alaska.
Principalmente è una contrapposizione al Prompt Global Strike, studiato dagli USA, il quale dovrebbe annientare tutti i centri di comando delle forze strategiche russe. Lo sviluppo russo sui sistemi d’arma, è imperniato su quelle intelligenti ad alta tecnologia, che trasformeranno il soldato e l’ufficiale in operatori degli armamenti; questi sistemi saranno attivati a distanza dagli operatori militari stessi, lontano dalle zona di combattimento. Di fatto, si traduce nell’ingaggiare il nemico per primi, ossia rilevarlo, intercettargli le comunicazioni, seguirlo e distruggerlo, ma senza contravvenire al principio della non-aggressione, del non intervento e dell’autosufficienza militare.
La sfida del Governo russo, sarà quella di centrare l’obiettivo senza ledere la cooperazione con i partner stranieri, e stimolare l’industria interna della Difesa, superando le sanzioni imposte dall’Occidente.
Giovanni Caprara
(foto: MoD fed. russa)