L’aviazione di Marina, dall’Harrier ii al Lightning II: un valore strategico per l'Italia

(di Tiziano Ciocchetti)
27/02/19

La penisola italiana è bagnata dal mare per circa l’80% dei suoi confini, appare quindi evidente che, un efficace controllo delle sue acque territoriali, sia di fondamentale importanza per l’economia e gli interessi strategici nazionali.

Considerando che i suoi oltre 7.500 km di costa sono proiettati verso il centro del Mediterraneo, è evidente come la Marina Militare ricopra un ruolo cruciale nella stabilità dell’area, conferendo all’Italia un ruolo chiave negli equilibri della regione.

La Marina Militare dispone di una componente aerea ad ala fissa – capacità che meno di una decina di Marine nel mondo possono esprimere – basata sui velivoli STOVL (Short Take-Off and Vertical Landing) AV-8B Plus Harrier II.

Nell’ambito dei vari livelli che compongono la difesa della flotta, gli Harrier costituiscono quello più esterno e quindi sarebbero i primi ad affrontare una eventuale minaccia, sia essa aerea che di superficie. Infatti, uno dei suoi ruoli è il naval strike, con l’impiego di armamento a guida laser oppure duale (come la bomba GBU-54, che parte con guida GPS, sulla base delle coordinate iniziali per poi acquisire un tracciato laser nel tragitto terminale).

L’AV-8B – velivolo di 3° generazione avanzata - può compiere molte missioni, ma non può effettuare contemporaneamente missioni SEAD (Suppression of Enemy Air Defenses) e DEAD (Destruction of Enemy Air Defenses): l’F-35 è in grado di farlo.

La strumentazione di bordo del nuovo caccia è molto più complessa e richiederà un incremento di lavoro per il pilota nella gestione di questi sistemi, ma al contempo far volare il velivolo sarà estremamente più semplice, grazie all’elevato livello di automazione.

La Marina Militare ha programmato la sostituzione degli Harrier con 15 F-35B Lightning II. Durante la fase di immissione in linea ci sarà un periodo di affiancamento con i primi F-35B in corso di phase-in (l’immissione al ruolo operativo), con subentro definitivo dei nuovi velivoli fissato nel 2023 - salvo ulteriori dilatazioni nei tempi causate dai tagli al Bilancio – quando il numero di F-35 sarà tale da garantire una IOC (capacità operativa iniziale) e consentirà di dismettere definitivamente la flotta degli AV-8B.

Inizialmente gli F-35 previsti erano 22, ridotti poi a 15 (sulla portaerei Cavour sarà imbarcato un gruppo di volo di 12 velivoli). A nostro avviso i numeri sono troppo esigui, visto che all’inizio del prossimo decennio sarà messa in linea la nuova LHD Trieste, con un dislocamento di 33.000 tonnellate, quindi una possibile piattaforma aggiuntiva per gli F-35B.

È auspicabile che anche i velivoli dell’Aeronautica Militare (ulteriori 15 F-35B) vengano qualificati per l’appontaggio sulla Cavour, nel quadro di collaborazione e addestramento congiunto che caratterizza le Forze Armate italiane, e finalizzato al controllo di un bacino così importante a livello nazionale e internazionale come il Mare Mediterraneo.

Foto: Marina Militare / U.S. Marine Corps