Nonostante l’Aviazione con la stella di David (Heyl Ha’Avir) stia completando l’acquisizione del caccia di 5° generazione F-35I ADIR (negli ambienti militari si parla di ampliare la flotta fino a 100 velivoli), tra le sue file continuerà a schierare cacciabombardieri F-15, la cui progettazione risale agli anni ’70 dello scorso secolo.
Negli ultimi anni l’Aviazione ha colpito obiettivi posti principalmente in territorio siriano, dovendo coprire brevi distanze. Tuttavia il nemico principale d’Israele (nonché principale minaccia per la sicurezza della regione) rimane sempre l’Iran, con il suo programma di arricchimento dell’uranio ormai privo di ogni controllo internazionale. Necessita quindi di vettori in grado di trasportare un carico bellico elevato, superiore a quello che potrebbero trasportare gli F-35I (circa 8.000 kg di carico bellico trasportabile nelle due stive interne e dai sei piloni alari).
Ecco perché i cacciabombardieri F-15I (10.500 kg di carico bellico) rimarranno ancora in linea per molto tempo, anche per il loro notevole raggio d’azione.
Da evidenziare che i velivoli israeliani operano in contesti ad alta intensità di sistemi missilistici superficie-aria russi (S-300, S-400, Pantsir), dove le capacità stealth non sempre ne garantiscono la furtività.
Per questo l’Aviazione preferisce affidarsi a sistemi difensivi basati sulle contromisure elettroniche (costruiti in ambito nazionale), montati anche sugli F-16I.
Gli USA stanno facendo entrare in linea gli F-15EX, seguendo più o meno la stessa filosofia israeliana, ovvero di affiancare vecchie macchine, continuamente aggiornate, a velivoli di ultima generazione. La versione EX sarà principalmente impiegata dall’USAF per la difesa aerea, vista la sua capacità di portare un alto numero di missili aria-aria (fino a 22).
Riguardo agli F-35A/B in servizio (o che entreranno in servizio) presso l’Aeronautica Militare e la Marina Militare italiane si dovrebbe cominciare a valutare l’introduzione di un sistema di interfaccia tra punti d’attacco e armi, progettato dalla Boeing, che ne raddoppia il numero trasportabile da ogni pilone (tale soluzione potrebbe essere applicata anche alle stive interne). Dato il numero esiguo di macchine acquisite, in proporzione a quelle dismesse, si dovrà pensare a come aumentare il numero di armi trasportate, considerando anche il fatto che ciò non ne comprometterà certo le capacità stealth, visto che ne sono prive.
Foto: IDF / Boeing