Anche all’occhio meno esperto appaiono decisamente "extra" i super trucks yankee, prodotti dalla Force Protection, Inc, confluita nel 2011 nella più conosciuta General Dynamics, ovvero la quinta potenza industriale al mondo nel settore Difesa.
Cougar TT e Buffalo A2 6X6
Sono due piattaforme simili ma con compiti diversi nel contesto operativo; il primo è deputato al trasporto di una squadra mentre il Buffalo (foto in fondo) è il più specialistico: il suo allestimento principale per 5 soldati più il conduttore è deputato alla bonifica del terreno, ossia è un Anti Improvised Explosive Device.
Osservare da terra questi “autocarri” con tutta la sofisticata tecnologia MRAP (Mine-Resistant Ambush Protected, ndr) allestita, mette una certa soggezione, non tanto per le dimensioni e un’altezza di quasi 4 metri per quanto riguarda il Buffalo, quanto per la linea e le forme simili a quelle dei grandi escavatori da cantiere che catturano lo sguardo quando sono impegnati nei loro pesanti compiti.
A bordo, invece, alla guida di questi insoliti blindati, la sensazione è di onnipotenza e sicurezza, una percezione maggiorata anche dal “muso allungato” che custodisce, a seconda della versione, due tipologie di propulsori tra cui il Cat ad uso industriale.
I motori non sono eccessivamente ingombranti come per tradizione USA, ma offrono un’interessante coppia che si apprezza ad ogni cambiata dell'automatico idraulico Allison 3000 SP a 5 marce con comando digitale sullo spartano cruscotto e la sola posizione di Park inseribile con un pulsante giallo pneumatico a depressione posto separatamente che agisce sui freni e non su di un arpione interno al cambio, come sulle vetture leggere.
Il Cougar è allestito per il trasporto di 12 militari, ma tra i due è il più piccolo con una lunghezza di 6 metri e una massa di 15 tonnellate. È equipaggiato con un propulsore turbodiesel CAT Caterpillar C7 a 6 cilindri con 4 valvole da 330cv, - un po' pochi forse - ma la sua cilindrata non è nota anche se, comparando alcuni dati di Caterpillar, dovrebbe attestarsi intorno agli 8.0 litri e comunque non sconfinare oltre i 10 mila cc. Una novità non da poco se consideriamo le cilindrate dei Truck d’oltreoceano anni ’80, spesso nell’ordine dei 20 mila e più centimetri cubici.
Un propulsore, quello del Cougar, pressoché indistruttibile ma non certo performante come lo sono ad esempio gli analoghi italiani FPT Iveco Cursor allestiti sugli Astra ACTL e VTMM.
Il Buffalo è equipaggiato con un motore da camion vero e proprio, un Mack ASET AI-400 sovralimentato diesel sempre a 6 cilindri con 4 valvole e 450 cavalli, una potenza indispensabile considerate le sue 36 tonnellate di massa per più di 8 metri di lunghezza.
Il suo equipaggio è di sei militari e al suo interno la sinergia tra l’addetto ai sistemi di rilevamento computerizzati e il conduttore è fondamentale qualora il suo impiego sia configurato per la bonifica piuttosto che come posto comando. Con la stessa piattaforma adottata per Buffalo e Cougar l’Esercito USA utilizza versioni simili con altri nomi anche per i servizi logistici in area operativa, come il traino, Armored Wrecker 6X66x.
Pollice verso? Guardiamoli più da vicino...
Il loro telaio a longheroni è nascosto da uno scafo a svaso capace di resistere a diversi chilogrammi di esplosivo nella sottoscocca e i suoi tre assi, nelle versioni 6X6, montano ponti rigidi con sospensioni a balestra e ammortizzatori idraulici. Sui due assi posteriori è presente la caratteristica altalena con ampia escursione per i tratti off road che, ricordiamo, sono percorsi con un’apprezzabile disinvoltura dai due veicoli, grazie anche ai grandi pneumatici singoli Michelin XZL 1600R20. Solo l’altezza del Buffalo e la sua massa possono porre dei limiti, ma esclusivamente in caso di uso estremo. Sono da sottolineare, oltre alla visibilità discutibile dal posto guida, la mancanza di soluzioni pneumatiche più confortevoli per le sospensioni, due fattori che penalizzano i super trucks; inoltre, al di là del sedile guida ad aria, lo scuotimento del personale si fa sentire e le cinture di sicurezza a più punti servono anche per limitare questo fenomeno, in particolar modo sui terreni dissestati e sabbiosi dove possono superare anche i 100 km/h. Questo è uno dei motivi che limita la sua versatilità.
Per quanto riguarda la sicurezza, Buffalo e Coguar hanno la cellula abitativa separata da telaio e motore, un concetto arrivato proprio dagli USA con gli Humvee.
Colpiscono le cornici dei cristalli blindati sporgenti di circa 30 centimetri ed è curioso il tubo di scarico collocato sul tetto, “un po' come i mezzi da cantiere”. L’apertura degli sportelli del Cougar avviene, considerato il loro peso, pneumaticamente dopo aver azionato la maniglia di consenso. L’aletta parasole lato guida è sostituita da uno schermo LCD dove sono riportate le immagini a infrarosso e abituarsi a questo tipo di guida richiede tempo, esperienza e formazione. Sistemi interfono anche interni, radar, bombole anti incendio e d’ossigeno, rilevamento gas e radiazioni, sono solo alcuni degli accessori presenti a bordo che fanno lievitare il costo unitario a circa un milione di euro.
Tanta tecnologia moderna su mezzi con una linea decisamente superata, soprattutto se consideriamo il nostro Multi-role Medium Tactical Vehicle VTMM!
Oltre al controllo remoto dei parametri di ogni veicolo (tipo Il sistema CAN bus) e del teatro operativo grazie a delle "dashboard camera", è interessante il carrello anteriore e il braccio con pala idromeccanica equipaggiata sul Buffalo per la bonifica del terreno o per il brillamento preventivo degli ordigni prima del passaggio degli altri mezzi.
In forza nell’Esercito Italiano
Un super veicolo simile è stato prodotto anche dall’Iveco Magirus con la denominazione 330. 30 ANW; si trattava del musone arancione famoso per la missione Overland. Un ottimo e indistruttibile mezzo da cantiere che di limiti ne aveva ben pochi ed era molto apprezzato anche all’estero e in Australia. Dotato di cambio a sedici marce o in opzione con sistema idrotransit – manuale con convertitore – è ancor oggi molto gettonato sul mercato dell’usato.
Ciò nonostante il nostro Esercito nel decennio scorso, si è trovato nella necessità di approvvigionarsi di circa una decina di trucks USA con protezione MRAP e la motivazione sembrerebbe chiara anche se non confermata: il VTMM Orso, piuttosto che il tedesco Grizzly, entrambi 6x6, non erano ancora pronti, mentre le necessità Nato in Medio Oriente richiedevano al contingente europeo anche compiti di bonifica.
A livello operativo e applicativo, il pacchetto RCP (Route Clearance Package) impiega due Cougar e un Buffalo antimina 6×6, con una strumentazione sonar per il rilevamento in profondità e a volte un drone in avanscoperta. In queste missioni, proprio un Buffalo dell’Esercito italiano ha subito un grave danneggiamento all’avantreno causato dall’esplosione di una IED.
I mezzi USA in forza all’Esercito italiano sono in servizio presso i reparti operativi del genio e qualche fonte sostiene che la maggioranza di essi sia ancora permanentemente distaccato in medio oriente.
La risposta Made in Italy
Sullo schema tecnico e dell’indiscusso successo dell’Iveco Trakker nasce una piattaforma rivoluzionaria a se stante dove prende vita nel 2010 il VTMM Orso, il MRAP italiano tra i più apprezzati al mondo
Addirittura, alcuni paesi tra cui gli USA, hanno voluto testarlo per i loro eserciti.
Dedico l’articolo… ai militari di due reparti storici, uno è il disciolto 20º battaglione meccanizzato Monte San Michele “Ut Brixia Leones” di Brescia, un gruppo ancora molto unito online e che propone simpaticamente tantissimi ricordi e immagini sugli anni della leva trascorsa presso la caserma Achille Papa.
Ma anche a un reparto ancora attivo e molto utile durante le calamità ma del quale si parla pochissimo: il 2º reggimento genio pontieri di Piacenza al quale nel 2017 è stato conferito il premio Sebetia.
(foto: web / GDLS)