Un attento lavoro dal punto di vista ingegneristico e di funzionalità sembra aver riscosso l'apprezzamento internazionale sull’automotive militare turco, dove ad emergere nonostante una componentistica non completamente autoctona, è stato un risultato finale che potremmo definire tecnologicamente moderno pur mantenendo aspetti di semplicità, sinonimo spesso di affidabilità. Stiamo parlando di OTOKAR, un brand turco presente da tempo anche agli appuntamenti di Eurosatory, che nel 2018 sembra abbia confermato i suoi numeri nel settore Difesa.
Diciamo subito che le prime tre lettere OTO, non hanno alcun collegamento con la nostra Oto Melara, società inglobata in Leonardo S.p.A.. In Turchia, la Otokar, società appartenente alla holding Koç Group, rappresenta, insieme alla concorrente anglo turca BMC, il più grande complesso industriale per la costruzione di veicoli pesanti per uso civile, autobus e trucks e, come per Iveco, possiede una branca specializzata esclusivamente per la realizzazione di tattici e blindati con numeri, secondo alcune fonti, che si attesterebbero sui circa 28 mila veicoli consegnati a trenta paesi nel mondo; tra gli utilizzatori ci sono anche diverse nazioni sotto la bandiera dell’ONU e della Nato.
Il risultato in ambito civile, contrariamente a quello militare, non è certo dovuto alle forme esteticamente opinabili, io stesso durante un viaggio a Istambul, ho notato alcune bizzarre versioni della Fiat, prodotte dopo la joint venture del gruppo torinese in Koç Group. Diversi taxi - Tofas Dogan - avevano la carrozzeria a metà tra le storiche Fiat 131 e le meno fortunate Argenta, sicuramente con una meccanica robusta ma ampiamente superata; un'unione che continua tutt'oggi con modelli spesso modificati rispetto alla gamma europea che conosciamo.
Non solo bus
Nel settore civile, qui da noi, Otokar è famosa nel settore degli autobus di linea urbani medi, cioè con lunghezze entro i dieci metri, i cui telai ospitano motori collaudati affidabili e rigorosamente euro 6 del calibro di DEUTZ, MAN e CUMMINS, nomi noti nella loro storia anche per allestire veicoli per la difesa.
La partnership italiana del marchio turco, per quanto riguarda i veicoli civili, è rappresentata dalla storica azienda brianzola Mauri Bus System di Desio, dove ho il piacere di incontrare l’amministratore dottor Carlo Mauri che mi presenta orgoglioso la sua moderna produzione di bus davvero interessanti e innovativi che si confermano sempre più affermati e ideali nel mercato del trasporto pubblico di linea dei piccoli comuni. Un connubio vincente stando ai numeri e i progetti futuri sono davvero tanti.
Ad aver ricevuto molte attenzioni all'expo di Eurosatory 2018, sono stati due veicoli in particolare della produzione difesa di Otokar, il COBRA 4X4 e ARMA 6X6.
OTOKAR COBRA 4X4 Armored personnel anfibio prima serie
Si presenta imponente con una sezione trasversale a cuneo che ricorda la posizione d’attacco assunta dai serpenti elapidi, qui però la forma a svaso che percorre tutta la sua lunghezza è una garanzia di resistenza in più contro il munizionamento da guerra e mine. È molto maneggevole e veloce e probabilmente adatto per i reparti di fanteria specializzata, paracadutisti e Ranger, ideale insomma per effettuare sopraluoghi in aree ostili anche come terreno.
Rientra nella categoria Light/Medium con una massa in assetto da guerra - torretta e munizionamento - di 6.300 kg un valore che si sposa perfettamente con il suo assetto e l'altezza complessiva di circa 2,5 metri. Un punto a favore del COBRA è anche la possibilità di trasportare dai 7 ai 9 militari nei suoi soli 5.6 metri di lunghezza.
A qualcuno potrà far piacere sapere che alcuni componenti derivano dalla Humvee americana. Sospensioni indipendenti e trasmissione automatica a 4 rapporti, garantiscono al blindato turco 4X4, di arrampicarsi letteralmente ovunque grazie al bordo d’attacco anteriore praticamente inesistente. Molta la coppia che arriva dal suo motore americano 8V da 190 cavalli e di 6.5 di cilindrata, un turbodiesel già collaudato sulla Hummer H1, con caratteristiche che gli consentono di mantenere un’importante riserva di coppia nelle situazioni più critiche quando, ad esempio, con convertitore idraulico escluso, si imposta il cambio nella posizione 1 o si utilizzano le ridotte per superare pendenze importanti.
Il suo successo come veicolo multitasking con diverse conformazioni è attribuibile, rispetto alla concorrenza di segmento, anche alle sue caratteristiche anfibie che ne hanno permesso il debutto perfino nei reparti di incursori di diversi eserciti, America latina compresa. Sebbene il personale sia protetto dalle esplosioni, la meccanica sembra tuttavia un po' troppo esposta e il detto dei carristi “mezzo fermo, mezzo morto” calza a pennello.
L’evoluzione, COBRA II AATV Dopo il successo della prima serie presentata nel '95, Otokar nel 2013 propone un restiling totale del fortunato medio blindato 4X4 e, forse a causa di una instabilità dello Stato Turco, va sottolineato il gioco d'anticipo che il governo di Ankara si è imposto per fornire un moderno medio anti IED.
Osservando il COBRA II Armoured Amphibious Tactical Vehicle, il richiamo al VTLM Lince è molto evidente e, infatti, si tratta della stessa categoria impiegata per analoghi compiti; il Cobra però sembra avere una carta in più, oggi probabilmente non ancora presentata sul VTLM italiano e non di poco conto. È anch'esso un multiruolo medio blindato e anfibio, una qualità che permette ad esempio di ottimizzare lo sbarco senza vettori aggiuntivi. In base agli allestimenti può sempre trasportare 9 soldati, 4 posteriormente, 3 centralmente più 2 davanti, protetti da una struttura blindata e anti CBRN. Chiamarlo "leggero" sembra un po' riduttivo, infatti i dati parlano di 12t per la versione maggiormente allestita e, in ogni caso, è equipaggiato con un 6 V della Detroit Diesel - gruppo GM - che eroga ben 281 cavalli, una scelta che rende il 4x4 scattante, versatile, stabile e veloce.
Interessante anche il cambio a sei marce Allison. Insomma aspetti che non sono passati in sordina durante l'expo parigino.
Nel COBRA la struttura stessa appare inglobata nella cellula di sicurezza, una soluzione probabilmente diversa rispetto a una suddivisione in moduli e forse più simile al concetto dei carri armati o blindati su gomma.
Otokar ARMA 6X6 amphibious wheeled armoured combat
Il veicolo è stato presentato a Eurosatory nel 2010 e va detto che esiste anche la versione a otto ruote. Come per il nostro Centauro, Otokar ARMA si posiziona a metà strada tra il carro cingolato e il blindato ruotato, oggi infatti sembra che il comparto mondiale stia prediligendo la via dei “carri su gomma”, che acquisirebbero tutti i vantaggi di rapida mobilità propri dei ruotati e la protezione dei cingolati.
Su questi mezzi lo scendere a terra si definisce “sbarco”, forse in virtù della presenza di uno scafo protettivo, ma anche di precise regole da seguire, come su un'imbarcazione o un aereo. Questo al di là del fatto che può andare anch'esso per mare grazie a due eliche idrauliche. È da capire quanto possa influire la salsedine su questi mezzi...
Esteticamente la produzione Otokar militare, si riconosce da un design caratteristico, una linea smussata ai lati in corrispondenza delle luci, un particolare riportato anche sui mezzi civili del marchio turco e, sia ARMA che COBRA, sono per questo particolare subito riconducibili frontalmente al brand turco.
L'impiego operativo nelle sue conformazioni è analogo - o dovrebbe esserlo - al Centauro e Freccia, ma può essere interessante la comparazione delle altezze. Infatti ARMA 6X6 e 8X8 risultano più bassi rispetto i concorrenti, attestandosi a soli 2220 mm contro i 3000 del Freccia e i 2730 del Centauro che monta una torretta con cannone da 105/52.
Anche la misura dei pneumatici è minore per il blindato turco e tra i lettori qualcuno potrà formulare interrogativi sull'abitabilità di ARMA.
Freccia e Centauro utilizzano un ingegnoso sistema di trasmissione ad H, che si tradurrebbe in due alberi di trasmissione posti lateralmente con un rinvio in corrispondenza delle ruote. Un sistema che libera spazio internamente e probabilmente risulta più affidabile in caso di detonazioni.
Il sistema di trasmissione utilizzato su ARMA, lascia intravedere una piattaforma tipo autocarro, che seppur molto robusta ed elastica, risulta verosimilmente con spazi aperti e vulnerabili in caso di esplosioni IED.
Personalmente ritengo interessanti sia COBRA che ARMA, ma non nascondo qualche dubbio sull'effettiva affidabilità post attacco IED, in particolar modo dopo aver messo sotto la lente le caratteristiche di sicurezza del VTLM Lince II e VTMM. Non è stato facile...
Probabilmente anche a causa della politica del presidente turco Erdogan, passata alla cronaca “per essere troppo prevenuta con la stampa” e non solo, non è stato molto semplice recuperare informazioni da offrirvi. Presentiamo esclusivamente i dati "non sensibili".
Il progresso culturale di un Paese passa per la libera informazione. A breve cercheremo di ottenere qualche notizia in più anche sul carro Turco ALTAY di BMC e - perché no? - sull'interesse turco nel reclutare ingegneri, magari italiani, dall'automotive europeo.
Immagini: OtokarAS / web