Smantelliamo la Marina Militare

(di Tiziano Ciocchetti)
22/06/20

Dopo la conferma ufficiale della vendita delle due ultime fregate FREMM (Schergat e Bianchi) all’Egitto (quando invece erano destinate ad entrare in linea nella flotta italiana), negli ambienti della Difesa ci si domanda quale siano le intenzioni dell’attuale maggioranza parlamentare per quanto concerne il ruolo che la Marina Militare dovrà assumere, sia in ambito nazionale che nei futuri scenari internazionali.

La situazione attuale della nostra Marina Militare - sia per quanto riguarda le unità in linea che per gli equipaggi imbarcati - non è di certo rosea.

Per quanto concerne il naviglio di combattimento la Marina ha la pressante esigenza di mandare definitivamente in pensione la classe Maestrale (foto apertura). Ad oggi, delle otto unità entrate in servizio tra il 1983 e il 1985, rimangono operative solo quattro fregate (Grecale, Libeccio, Espero e Zeffiro), con tutte le criticità di navi con quasi quarant’anni di servizio (inoltre sono concettualmente superate da anni, in quanto il loro compito primario era quello di fungere da unità di scorta per il naviglio alleato).

Inoltre c’è la richiesta, avanzata ormai da qualche anno, di rimpiazzare i due cacciatorpediniere classe Durand de la Penne (Durand de la Penne e Mimbelli). Pur essendo relativamente “giovani” (sono entrati in servizio nel 1993), risentono di una progettazione e di una dotazione di bordo ormai obsoleta. Le intenzioni della Marina, almeno fino all’anno scorso, erano di sostituire i due caccia con altrettanti DDG ma con un dislocamento di circa 10.000 tonnellate.

I due cacciatorpediniere classe Doria (Andrea Doria - foto - e Caio Duilio), a conti fatti, non si sono dimostrati una scelta felice (del tutto inspiegabile la mancata installazione a prua del pezzo da 127/64 LW), visto anche l’ingente costo finale (circa 1,5 miliardi di euro). Queste due unità sono spesso impiegate in compiti di pattugliamento nelle vicinanze di zone di crisi, come il Golfo della Sirte, tuttavia sono spesso prive di missili antinave (TESEO Mk2 Block IV) e con una dotazione di missili superficie-aria dimezzata (ASTER-15/30).

La componente di volo della Marina è costretta a subire gli “attacchi” da parte dell’Aeronautica, quanto mai decisa a mettere sotto il proprio ombrello tutto ciò che vola. Rimane infatti assurda la decisione di assegnare 15 F-35B STOVL all’Arma Azzurra – con conseguente indebolimento delle capacità aeree della Marina – tutto ciò avallato dalla colpevole complicità dei Ministri della Difesa di turno.

Le 8 fregate classe Bergamini (le FREMM rimaste) e la nuova classe Thaon di Revel (16 unità programmate di cui 7 già approvate e 3 da finanziare) non basteranno certo a sostenere il ruolo strategico che il nostro Paese dovrebbe assumere nel contesto internazionale.

Sembra che le forze politiche abbiano scelto, coscientemente, di ridurre la Marina Militare ad una sorta di Guardia Costiera, depotenziandola nelle proprie capacità di combattimento. Al contrario, le altre Marine delle nazioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo si stanno potenziando, avendo queste ben chiaro il loro ruolo geopolitico.

Ricordiamo ai lettori che il Potere Marittimo è un concetto strategico di ampio respiro che abbraccia anche le capacità industriali, politiche e di resilienza di una nazione (la flotta è solo una parte del tutto). Capacità che la Turchia sta mettendo in campo da anni, purtroppo, ai danni degli interessi italiani nel Mediterraneo.

Foto: Marina Militare