Tra ottobre e novembre si è svolta un’importante esercitazione aerea tra le aeronautiche militari greche e israeliane. Secondo quanto scritto dal quotidiano Jerusalem Post, 11 cacciabombardieri F-16I (foto) ed un velivolo AEW/C (Airborne Early Warning and Control) G550 Gulfstream in dotazione alla IAF, hanno operato in ambiente elettronico ostile (la Grecia schiera batterie di missili superficie-aria S-300), simulando missioni di bombardamento e combattimento aereo. Proprio il Gulfstream, con il suo transponder, ha potuto testare il funzionamento del sistema di scoperta e ingaggio dei bersagli da parte degli S-300, immagazzinando importanti informazioni su come ingannarne e accecarne i radar.
Ovviamente la consegna degli S-300PMU-2 da parte di Mosca alla Siria – dalle fonti dovrebbero essere 12 batterie – non avrebbero la possibilità di bloccare un massiccio attacco aereo israeliano. Oltre alle capacità offerte dal nuovo caccia di 5a generazione stealth F-35I (versione specificatamente progettata per la IAF), i tecnici israeliani hanno potuto testare le capacità del sistema antiaereo russo anche in Ucraina - la quale schiera la stessa versione degli S-300 acquisita dalla Siria -, dove i militari ucraini li avrebbero edotti circa le caratteristiche del sistema d’arma. Inoltre i piloti di Tel Aviv, in queste esercitazioni, hanno potuto confrontarsi con difese aeree di stampo russo, molto simile a quello siriano.
(foto: IAF)