Nata nel 2007 – composta da reparti e mezzi provenienti sia dalla Marina Militare sia dall’Esercito – la Forza di Proiezione dal Mare rappresenta la Landing Force (Forza da Sbarco) nazionale.
Proiettare a distanza, un pacchetto di forze credibili, costituisce un obiettivo di alto valore strategico, a tale scopo l’Italia sta cercando di orientare le strumento anfibio in chiave sempre più expeditionary.
Come è noto, circa due terzi della superficie terrestre è bagnata dai mari e dagli oceani, inoltre, circa il 70% della popolazione mondiale vive entro una fascia di 300 km dal mare, da ciò si evince l’estrema importanza per una nazione - che ambisca a ricoprire un ruolo di primo piano nel panorama internazionale - di possedere capacità anfibie adeguate.
Gli odierni scenari operativi hanno modificato le dottrine militari postulate in precedenza. Infatti, oggi si guarda alla superficie marina come a una piattaforma dalla quale proiettare potenza verso la terraferma, come per esempio è avvenuto nel 1992 nel corso dell’operazione Restore Hope in Somalia.
Ovviamente l’Italia, non essendo una grande potenza, non ha certo i mezzi per coltivare ambizioni globali, tuttavia una valida componente anfibia può certamente tutelare i nostri interessi anche al di fuori del bacino del Mediterraneo.
Attualmente, la componente navale della Forza Anfibia nazionale, si basa sulle tre LPD (Landing Platform Dock) classe San Giorgio: il San Marco, il San Giorgio e il San Giusto. Con un dislocamento a pieno carico di circa 8.000 tonnellate, sono entrate in servizio tra il 1987 e il 1994 e sono state dotate di capacità C4I al fine di poterle mettere in condizione di coordinare al meglio operazioni anfibie limitate, anche in ambito joint.
In aggiunta il Cavour ha le capacità per supportare operazioni anfibie, con la possibilità di poter trasportare una compagnia di fucilieri di marina.
Se i tempi verranno rispettati, nel 2022, sarà consegnata alla Marina Militare una LHD (Landing Helicopter Dock) da 33.000 tonnellate, la Trieste. Questa nuova unità permetterà di incrementare notevolmente le capacità di proiezione della Forza da Sbarco, tuttavia si rende necessario sostituire le tre LPD ormai prossime alla fine della loro vita operativa. Al momento non ci risultano stanziamenti, per l’anno fiscale 2019, per la fabbricazione di altre unità d’assalto anfibie.
La componente operativa della Forza di Proiezione dal mare si basa sulla Brigata Marina San Marco e su assetti dedicati della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli dell’Esercito.
Il 1° Rgt Anfibio San Marco è l’unità di manovra principale della Forza da Sbarco, ed è l’unico reggimento di fanteria delle Forze Armate italiane che ha una composizione ternaria, ovvero su tre battaglioni: il Venezia e il Grado sono su due compagnie fucilieri e una compagnia armi di sostegno mentre il Golametto è un battaglione di supporto al combattimento.
La compagnia NP (Nuotatori Paracadutisti) rappresenta una pedina fondamentali per le attività speciali della Forza da Sbarco, sia a livello tattico che strategico.
La componente di fanteria anfibia dell’Esercito è costituita dal 1° Rgt Lagunari Serenissima, il quale ha un solo battaglione su tre compagnie fucilieri e una armi di sostegno.
Gli altri assetti specialistici della Pozzuolo sono tratti dal 4° Rgt Genova Cavalleria, dal 3° Rgt Genio Guastatori e dal Rgt Artiglieria a Cavallo Voloire, che assegnano alla Forza di Proiezione rispettivamente due Squadroni blindo pesanti Centauro, due compagnie guastatori con relativi mezzi, due batterie equipaggiate con gli obici FH-70 da 155/39 mm.
Inoltre l’Esercito fornisce gli assetti elicotteristici d’attacco nonché due batterie Stinger del 17° Rgt di artiglieria contraerea Sforzesca.
Il mezzo principale da sbarco è ancora il cingolato anfibio AAV7A1, in dotazione sia al Rgt San Marco sia al Rgt Lagunari. Questi mezzi dovrebbero essere sostituiti con il nuovo veicolo 8x8 della Iveco, il SuperAV (foto), già adottato dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Tuttavia, la cronica mancanza di risorse a disposizione del Ministero della Difesa, rende questa acquisizione, seppur necessaria, alquanto lontana nel tempo.
Foto: BAE Systems / Marina Militare / Iveco Defence Vehicles