L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/64/L.63/Rev.1 e ss.mm.ii., dichiara il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici, un diritto umano essenziale al godimento della vita e di tutti i diritti umani; invita gli Stati e le organizzazioni internazionali a fornire risorse finanziarie, competenze e tecnologie, attraverso l’assistenza e la cooperazione internazionale, in particolare verso i paesi in via di sviluppo, al fine di incrementare gli sforzi per fornire acqua potabile sicura, pulita, accessibile, disponibile e servizi igienico-sanitari per tutti; plaude alla decisione del Consiglio dei Diritti Umani di chiedere che i periti indipendenti esperti sulla questione degli obblighi connessi ai diritti umani in relazione all'accesso all'acqua potabile sicura ed ai servizi igienici presentino una relazione annuale all'Assemblea Generale e la spingano a continuare il proprio lavoro su tutti gli aspetti del suo mandato in accordo con tutte le specifiche agenzie delle Nazioni Unite, i fondi ed i programmi, affinché il rapporto all’Assemblea, nella sua sessantaseiesima sessione, includa il tema delle principali sfide legate alla realizzazione del diritto umano all’acqua potabile sicura ed ai servizi igienici e la relativa incidenza sul raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Il 19 novembre 2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato conclusioni sulla diplomazia dell’acqua, rilevando che la carenza idrica possiede il potenziale di influire sulla pace e la sicurezza.
Sono 768 milioni le persone che non hanno un accesso all’acqua potabile sicura, ovvero l’11% della popolazione mondiale, di cui oltre 180 milioni per cause connesse ai conflitti armati. L’Africa subsahariana è la zona del mondo dove si affronta la più grave carenza d’acqua potabile, ma anche in alcune zone continentali dell’Asia e dell’Oceania.
Di seguito i principali paesi che riscontrano il problema: Niger, Ciad, Etiopia, Eritrea, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Angola, Mozambico, Papua Nuova Guinea, Myanmar, Cambogia, Afghanistan, Tagikistan e Yemen.
Acqua: nel linguaggio corrente s’intende in genere l’acqua allo stato liquido, che per la sua abbondanza sulla superficie terrestre e negli organismi viventi fu dagli antichi considerata uno dei quattro elementi (estratto dal vocabolario on-line Treccani). È immediato il pensiero che sia un genere di prima necessità, ovvero, indispensabile alla sopravvivenza.
Il progetto “sfera” (carta umanitaria e norme minime di risposta in caso di disastri) nell’abstract sull’approvvigionamento idrico definisce “l’acqua è un elemento fondamentale per la vita, la salute e la dignità umana. In situazioni estreme, può non essere disponibile in quantità sufficiente a soddisfare i bisogni primari: in questi casi, un approvvigionamento di acqua potabile sicura e in quantità utile alla sopravvivenza è di importanza vitale. Nella maggior parte dei casi, i problemi più gravi per la salute derivano da scarsa igiene, dovuta a carenza idrica e al consumo di acqua contaminata”.
Alla luce di quanto emerso, è inevitabile costatare una situazione di “emergenza” internazionale, la quale chiede risposte poste su molteplici livelli, in questo articolo si analizzerà la capacità operativa richiesta per fronteggiare una simile situazione, sottolineando i standard internazionale per l’approvvigionamento idrico, che stabiliscono il comune approccio tecnico-professionale:
- Accesso e quantità dell’acqua: bisogni, scelta della fonte d’acqua, misurazione, qualità e quantità, copertura, numero massimo di persone per fonte d’acqua, tempi di attesa e accesso ed equità;
- Qualità dell’acqua: l’indagine sanitaria, qualità microbiologica dell’acqua, promozione delle fonti protette, contaminazione dopo la raccolta, disinfezione dell’acqua, contaminazione chimica e radiologica, gradevolezza e qualità dell’acqua per strutture sanitarie;
- Strutture e beni per l’uso dell’acqua:raccolta e conservazione dell’acqua e strutture comuni per lavanderia e bagno.
In Italia esiste una eccellenza in possesso del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, ovvero, gli impianti di potabilizzazione campale schelterizzati, con certificazione per l’aviotrasporto e l’aviolancio. Tali impianti sono capaci di potabilizzare 1000 litri d’acqua salmastra di diversa origine per ora, con verifiche delle qualità chimico-fisiche effettuate autonomamente.
Un esempio tangibile dello sforzo umanitario si è concretizzato con l’erogazione di 20.000.000 di litri di acqua, durante la missione Antica Babilonia in Iraq nel periodo 2004-2006. Il personale tecnico affidato a tale unità militare, in possesso già di capacità professionali aderenti all’esecuzione operativa, eseguono apposita abilitazione certificata per la gestione dell’impianto, garantendo quindi un livello di qualità sempre ottimale.
Il diritto all’acqua potabile è sancito dalla dichiarazione universale dei diritti umani ed è questo il motivo per il quale la comunità internazionale deve provvedere, “poiché tutti possono, in un modo o nell’altro, ciascuno nella sua sfera e secondo le sue forze, contribuire in qualche misura a questa buona opera” (Jean Henry Dunant - fondatore della Croce Rossa).
Dedicato alla memoria del maresciallo CRI Luigi La Bua
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