La storia contemporanea riscritta dai lettori: la prima parte del XX secolo

(di David Rossi)
29/07/19

Ecco qua le prime ucronie dell’estate 2019! Grazie ai lettori per l’entusiasmo con cui hanno risposto a un tema così difficile. Ho selezionato per ogni ipotesi un solo scenario. Credo che ne venga fuori un quadro interessante.

Che cosa sarebbe successo se:

Gavrilo Princip non avesse incontrato di nuovo il corteo di Francesco Ferdinando e non lo avesse ammazzato il 28 giugno 1914?

I nazionalismi all'interno del mondo asburgico erano ormai troppo forti. Alcune correnti di pensiero sostengono che Francesco Ferdinando avrebbe voluto federalizzare l’impero. Un'impresa praticamente inattuabile; passare da una struttura di origine medievale a una sorta di Stati Uniti Centroeuropei (a struttura comunque monarchica!) avrebbe incontrato atteggiamenti ostili, in particolare dalle componenti dominanti austriaca e ungherese. Anche se ciò si fosse verificato, l'impero sarebbe caduto in una fase di destabilizzazione e la guerra intestina sarebbe comunque scoppiata. Basti pensare a quello che accadde in Britannia fra inglesi e scozzesi o, in anni più vicini, la questione irlandese. (Di Croce)

l’Italia fosse rimasta neutrale e non ci fosse stata nessuna traversata del Piave il 24 maggio 1915?

L'Italia non avrebbe recuperato, né il Trentino, né il Friuli e l’Istria. Sebbene le spinte culturali e politiche filorisorgimentali fossero molto forti, nello scenario internazionale, l'Italia era, sulla carta, il parente povero: paese con poche infrastrutture, basso livello culturale medio e con un'industria moderna nata da poco. Tale sarebbe rimasta senza l'entrata in guerra. Il discorso sembrerà cinico, ma il conflitto provocò un salto di qualità: compattamento culturale della nazione o, per lo meno, della sua parte politicamente più attiva, sviluppo dell'industria e una campagna bellica, condotta quasi sempre all'offensiva e combattuta con una grinta che non si vedeva dai tempi dell'impero romano. Ci furono fasi sanguinose, ma questo accadde anche sugli altri fronti. Anche chi giocò in difesa, pur se temporaneamente, dovette sopportare delle esperienze tragiche. Del resto, anche gli Stati Uniti uscirono definitivamente dalla crisi economica degli anni '30 grazie alla guerra. (Di Croce)

...Woodrow Wilson avesse perso le elezioni del 1916 negli Stati Uniti?

Wilson si presentò alle elezioni come neutralista. Bisognerebbe allora vedere quali fossero le posizioni del suo antagonista Huges. Il clima tra Stati Uniti e Germania era comunque al calor bianco a causa dei finanziamenti e dei rifornimenti di esplosivi che partivano dagli Stati Uniti ed erano destinati ai paesi dell'Intesa. La Germania rispondeva con la guerra navale, condotta da sommergibili. L'entrata in guerra degli americani ci sarebbe comunque stata. (Di Croce)

se i menscevichi avessero sconfitto i bolscevichi?

L'ex impero zarista sarebbe stato più democratico e insieme ad una Repubblica di Weimar meno comunista, sarebbe nato l'impero russo-germanico come fu per l'ex-Regno di Yugoslavia grazie ai serbi e ai croati. Ciò non toglie che questo impero russo-germanico o "yugoeuropeo" avrebbe fatto la brutta fine che farà l'UE per mancanza di un vero Stato europeo e per mancanza di un ritorno alla sovranità da parte dei cosiddetti "PIGS". Come disse Ratzinger, o l'Europa ritorna alle radici cristiane o non ci sarà nessuna Europa. Al massimo due Europa come due Palestine: Gaza di Hamas e Cisgiordania di Al Fatah. Bisogna convertire la Cina come fu per Roma Antica... (Scuppa)

l’Armata bianca avesse sconfitto i bolscevichi?

Aprile 1917, Lenin non fa ritorno a Pietrogrado. Ha ricevuto inaspettatamente il visto di passaggio dalla Francia, ma se ne sono perse le tracce. Con alcuni appunti di Lenin, la Tesi di Aprile ci sarà, seppur “scherzosamente” ribattezzata “ipotesi” in quanto Menscevichi e Bolscevichi, senza Lenin non si metteranno mai d’accordo su molti punti. I Soviet ottengono potere, ma con riserve. La rivoluzione procede, ma senza una coesione fra Boscevichi e Menscevichi, divisi in una disputa ideologica.

Trockij indeciso, non diventerà Bolscevico, costringendo questa fazione a gesti audaci e terribili Nicola II assassinato con tutta la sua famiglia; Trockij prenderà le distanze. L’Armata Rossa mancherà di coesione e comunicazione, perdendo la possibilità di contrattaccare l’Armata Bianca. Stalin perderà a Tsaitsyn non ricevendo rinforzi e dandosi alla macchia. Il Generale Judenic libera Pietrogrado grazie ai finlandesi che hanno ottenuto la promessa di autonomia da Kolcak.

Trockij arrestato. Il capo assoluto dell’Armata Bianca, l’Ammiraglio Kolcak, vittorioso riesce a strappare seppur a fatica, il sostegno Usa, ricevendo rinforzi e risorse attraverso Vladivostok e la transiberiana. 1920 la Russia torna unita sotto dittatura militare. inizia la purga nota come Terrore Bianco. Dispute fra generali filo tedeschi e filo occidentali. Timore per un’invasione Giapponese e minaccia Ottomana. Segue scompiglio nel nuovo governo privo di zar.

Trockij processato, ma stranamente non martirizzato con l’esecuzione. La Russia diviene una Federazione. Nessuna promessa di autonomia sarà mantenuta: dissensi da parte di Finlandia, amarezza nelle Terre Cosacche, ostilità in Ucraina per l’arrivo di ingenti masse di coloni russi. Corruzione filo Usa nel Circondario Federale dell’Estremo Oriente. 1922-23 ebrei russi in Usa: problemi, ma sensibilità a situazione russa. 1924 Boom di Wall Street: le speculazioni arricchiranno industriali e borghesi ebrei in Russia. Circola voce della possibile nascita di uno stato ebraico su suolo russo. Politici e militari stretti nella morsa delle banche ebree; proletari e contadini russi, tornano a protestare.

1929 Crollo di Wall Street. Crisi economica russa e paura di uno stato ebraico. Le farneticazioni comuniste di un cinquantenne georgiano di nome Dzugasvili, attecchiscono; ha passato gli ultimi anni a tessere una rete di contatti e cellule comuniste sventolando le parole di Trockij. Disordini. 1936-39 guerra civile sia in Spagna che in Russia. Il regime militare corrotto ed infiltrato capitola in breve tempo. Pietrogrado, ora San Pietroburgo, brucia.

Trockij liberato e Mosca passa sotto il controllo della rinata Armata Rossa comandata da Dzugasvili, al secolo Stalin, che la nomina capitale delle Russia Comunista. 1937 sconcerto e impotenza occidentale. Nascita dell’Unione Sovietica di Stalin; occultamento del genocidio degli Ebrei. Stalin convince Roosevelt che l’URSS sarà il baluardo contro imperialismo giapponese e regimi europei. Al contrario Churchill vedrà nella Russia, il nemico di domani, ma sarà inascoltato. 1939 la Seconda Guerra Mondiale avverrà con modalità inalterate.

URSS neutrale, fino al torbido omicidio di Trockij per mano di un presunto uomo fedele all’exgenerale Krasnov, riparato in Germania. Questo sarà il casus belli che Stalin userà per dichiarare guerra alla Germania. 1940 Germania conquista la Francia e Stalin convince Roosevelt a farsi mandare ingenti aiuti per riarmare l’Armata Rossa e marciare contro la Germania. Roosevelt accetta e l’Asse rimanda l’attacco all’Inghilterra per rinforzare il fronte orientale. Fallimentari tentativi diplomatici di Hitler verso Stalin: i due blocchi si scontreranno dal Baltico al Mar Nero.

Mentre la Regia Marina Italiana bloccherà inutilmente il Bosforo, la flotta Russa, forte di “donazioni” statunitensi circonderà l’Inghilterra ingaggiando la Germania direttamente. Un tentativo di imponente sbarco in Normandia ad opera dei Sovietici verrà sventato da spie inglesi alleate con quelle tedesche scettiche su Hitler. Churchill tornerà invano a convincere Roosevelt circa le reali intenzioni di Stalin. 1940 massiccio ma inutile attacco di terra dell’URSS. Il Giappone non attende e nel 1940 attacca a sorpresa Pearl Harbour e Vladivostok. Gravissime perdite agli Usa e invasione costa orientale russa.

Gli Usa entrano in guerra. 1941 la Polonia sarà un teatro di avanzate e ritirate continue dei due schieramenti, mentre la Marina Russa sfonderà nel Mediterraneo e nell’Atlantico. Qui ci sarà uno strano incidente che vedrà un ipotetico sommergibile russo affondare una nave di rifornimenti per l’Inghilterra. Raffreddamento rapporti Usa/Urss. 1942-1944 gli Usa faticheranno a liberare l’Europa, impegnati come sono a difendere le coste occidentali dagli assalti della Marina Giapponese.

1944 Stalin, fa capire ad uno stanco Roosevelt, che l’unico modo per salvare Europa e Usa dall’Asse, sia di portare avanti un programma congiunto su una nuova e segreta tecnologia che porrebbe la parola fine ad ogni conflitto. Gli Usa stavano già mettendo a punto un simile ordigno, ma anche i Russi, sostenevano di avere progetto analogo e presto o tardi lo avrebbero messo in atto autonomamente. 1945 Roosevelt temporeggia e Truman gli succede, venendo a conoscere il Progetto Manhattan. Impossibile colpire il Giappone ora fuori portata dalla flotta statunitense, ma possibile da suolo russo. Seppur con riserve, appoggia il programma nucleare congiunto. Firma così un patto col Diavolo. Decollano grossi Tupolev da basi segrete della Siberia.

6 agosto 1944 Hiroshima quasi del tutto rasa al suolo da qualcosa mai visto prima. 7 agosto tocca a Tokyo e contemporaneamente la capitale di una stremata Germania dove Hitler si trovava con il consiglio di guerra.

Churchill libera e riarma i prigionieri di guerra tedeschi per fronteggiare l’inevitabile avanzata sovietica, mentre il resto del mondo, Usa compresi, restano impietriti dagli eventi. Una pace forzata con l’Unione Sovietica verrà stipulata in Europa fra il sollievo della fine dell’incubo nazista e l’incertezza di un regime comunista nucleare.

9 agosto 1944 l’Urss rifiuta la resa del Giappone accettata dagli Usa e lo invade senza pietà. Gli Usa correranno ai ripari nucleari sotto malcelate minacce di Stalin, mentre Churchill, in un’intervista del New York Times e interrogato a riguardo sul futuro del mondo risponderà: “Per anni ho temuto che il mondo sarebbe caduto nel vizio del Capitalismo, l’ineguale spartizione dei beni. Ebbene, le mie paure erano infondate. Il mondo, invece, conoscerà la virtù del Socialismo: l’uguale condivisione della miseria.” (Pession)