I carri fanno risparmiare sangue. Sosteneva il Generaloberst Guderian, massimo teorico della guerra corazzata.
Mentre la componente corazzata dell’Esercito italiano (denominata Pesante) dovrebbe subire, nei prossimi dieci anni, un quanto mai discutibile rinnovamento, attraverso l’aggiornamento dei carri ARIETE (brigate Ariete e Garibaldi), l’Esercito tedesco (Heer), come da tradizione, sta prestando una particolare attenzione alla propria componente corazzata.
Attualmente, il Corpo Corazzato tedesco, annovera cinque battaglioni (Gebirgspanzerbatallion) - un sesto è oggetto di dibattito tra le parti politiche -, di cui cinque operativi e uno in posizione quadro.
I cinque battaglioni sono organicamente assegnati alle due Divisioni blindate della Heer: la 1. Panzerdivision di stanza in Sassonia e la 10. Panzerdivision dislocata nella Baviera.
Ogni battaglione è articolato su tre squadroni – o Panzerkompanie - carri (tranne il Gebirgspanzerbatallion 8 della 10. Panerdivision che allinea solo due squadroni), equipaggiato ognuno con 13 carri (4 carri per plotone), per un totale di 44 mezzi (aggiungendo anche i due carri in dotazione allo squadrone di comando e supporto al combattimento).
Dei cinque battaglioni solo il Panzerbatallion 203 (1. Panzerdivision) è equipaggiato con il carro LEOPARD 2A7 (foto in fondo), gli altri quattro hanno in dotazione i LEOPARD 2A6 (foto) o A6M.
Il LEOPARD 2A7, che andrà ad equipaggiare tutti e cinque i battaglioni carri, si distingue dalla precedente versione per l’adozione della camera termica Attica (installata nel visore periscopico panoramico PERI R17 A2 del capocarro), del sistema digitale di comunicazione di bordo IFIS. Inoltre presenta uno scafo in grado di offrire una protezione superiore contro gli IED e le mine.
Il cannone Rheinmetall da 120/55 mm permette al carro di impiegare munizioni HE programmabili a distanze comprese fra 100 e 5.000 metri; il LEOPARD 2A7 srà in grado di ingaggiare obiettivi di fanteria con efficacia, grazie ai proietti programmabili DM11/12.
Il sistema di alimentazione elettrico e di climatizzazione EKKA consente intervalli di tempo statici maggiori (quando il mezzo è impiegato come posto di osservazione), senza dover accendere il motore principale, garantendo quindi un impiego più economico del mezzo.
Infine, grazie all’integrazione del sistema IFIS e del sistema digitale di comunicazione di bordo, il Corpo Corazzato della Heer acquisirà capacità di condurre operazioni net-centriche.
Tali migliorie permetteranno alla versione A7 di rimanere in servizio oltre il 2030 (quando forse noi avremo finito di aggiornare 130 ARIETE). Il suo successore sarà il MGCS (Main Ground Combat System), un MBT di 5° generazione a cui lavorano Rheinmetall e la francese Nexter.
Purtroppo, a causa delle solite indecisioni politiche, l’Italia non ne farà parte.
Foto: Bundeswehr / U.S. Army