Il giacimento Zohr - scoperto dall’ENI nel 2015 - rappresenta la più grande scoperta di gas (si stima che contenga circa 850 miliardi di m³ di gas naturale, con possibilità di estrazione di 2,7 miliardi di m³ al giorno) mai realizzata nel Mediterraneo. Inoltre, sempre nella ZEE egiziana, nel 2018, è stato scoperto un altro giacimento - Noor - che sembrerebbe essere grande come Zohr (se non di più).
La possibilità di poter sfruttare queste risorse energetiche incide non poco nella geopolitica del Mediterraneo orientale. Ne è un esempio i nuovi rapporti di collaborazione che si stanno instaurando tra Egitto, Israele, Cipro e Grecia, incentrati sull’estrazione di gas naturale, ma finalizzati, dal punto di vista strategico, ad arginare l’ingerenza di Ankara nella regione.
La partita si gioca sul nuovo gasdotto sottomarino East-Med (che passerà per il territorio italiano) che dovrebbe essere ultimato nel 2025, con una portata di circa 10 miliardi di m³ di gas all’anno; tale quantità potrebbe soddisfare il 10% del fabbisogno energetico europeo, riducendo la dipendenza dal gas russo.
Il gasdotto East-Med taglia fuori la Turchia, danneggiandola non poco.
Ankara ha reagito a tale iniziativa con l’accordo economico/militare, del novembre scorso, con Tripoli. Il presidente Erdoğan sta cercando, attraverso un ruolo attivo nello scacchiere libico e mediterraneo, di tornare soggetto centrale nella regione, ridefinendo le ZEE, soprattutto quelle che comprendono i tratti di mare di Cipro e della Grecia, interessati al passaggio del gasdotto East-Med.
I piani del Sultano turco, ovviamente, si scontrano con l’Egitto, sostenitore in Libia di Haftar e fermamente intenzionato ad assumere un ruolo importante nel Mediterraneo.
Infatti, negli ultimi anni, la ENF (Egyptian Naval Force) sta cercando di svecchiare la propria flotta, acquisendo unità moderne, potenziando il dispositivo combattente di superficie e per le operazioni anfibie.
Nel 2015 la ENF ha acquistato dalla Francia una FREMM, ribattezzata Tahya Misr ("Lunga vita all’Egitto", foto apertura), privata delle apparecchiature e dei sistemi non esportabili al di fuori dell’Unione Europea, ma comunque armata con missili antinave francesi Exocet Block III e missili superficie-aria MBDA Aster 15.
Inoltre, sono state acquisite 4 corvette statunitensi Ambassador Mk.III e la corvetta missilistica russa Molniya/Tarantul III.
Per quanto riguarda la componente sottomarina, invece, sono in acquisizione quattro sommergibili tedeschi Type 209.
Di particolare interesse l’acquisto delle due LHD (Landing Helicopter Dock) francesi classe Mistral (ribattezzate classe Nasser dagli egiziani, foto). Inizialmente destinate alla Marina della Federazione Russa, in seguito alle sanzioni europee, sono state vendute all’Egitto nell’ottobre 2015.
Con un dislocamento a pieno carico di 21.000 tonnellate, le Nasser possono trasportare 16 elicotteri medio/pesanti, tra cui almeno 8 elicotteri d’attacco Ka-52K Katran, acquistati dalla Russia - le consegne sono iniziate nel 2017 - insieme alla versione Ka.52 Alligator; circa 60 veicoli di vario tipo e 12 carri pesanti M-1A1 dell’Esercito e 450 soldati completamente equipaggiati.
Come si evince da quanto scritto, la Francia costituisce un partner fondamentale per l’ammodernamento della Marina egiziana. Già nel 2015, il cantiere navale francese Lorient aveva cominciato a costruire la prima di 4 nuove corvette missilistiche stealth Gowind 2500; le altre tre saranno costruite nei cantieri navali egiziani.
I sistemi d’arma a bordo di queste unità consentono di ingaggiare molteplici bersagli, infatti sono armate con il cannone 76/62 SR di Leonardo, in configurazione stealth; 16 celle per il lancio verticale di missili superficie-aria a corto raggio VL MICA di MBDA; 8 missili antinave Exocet MM-40 Block III, in due impianti quadrupli; due impianti tripli per siluri MU-90 da 324 mm e due mitragliere a controllo remoto da 20 mm.
In aggiunta a queste unità l’Egitto intenderebbe acquisire ulteriori due corvette, sembrerebbe favorita la tedesca Thyssenkrupp con le corvette Meko 200. Recentemente si è parlato molto della possibilità, da parte dell’Egitto, di acquistare (la cifra si aggirerebbe intorno ai 2 miliardi di euro) le due ultime FREMM (Bianchi e Schergat) varate per la Marina Militare, tuttavia, al momento, la trattativa sarebbe ancora in corso.
Foto: web / presidency of the republic of Turkey / SIS