Il ministro della Difesa tedesco, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha di fatto sospeso il KSK (Kommando SpezialKrafte), per infiltrazioni da parte di componenti dell’estrema Destra e gruppi neo-nazisti. Il ministro ha promesso una riforma radicale del comparto Forze Speciali della Bundeswehr, espurgandolo da nostalgici del Terzo Reich.
La Germania ha una storia piuttosto singolare per quanto riguarda le operazioni speciali durante l’ultimo conflitto mondiale, anche in conseguenza della mentalità militare prussiana.
Le prime forze speciali del Terzo Reich furono i Brandeburghesi, facente parte del servizio segreto tedesco, l’Abwehr. Le prime operazioni vennero svolte all’inizio dell’attacco alla Polonia, quando personale in abiti civili occuparono punti strategici del Paese.
Tuttavia fu con l’Operazione Barbarossa (22 giugno 1941) che i Brandeburghesi, nel frattempo passati a livello reggimentale, vennero impiegati in modo consistente. Infatti, grazie ad una serie di ardite missioni, riuscirono ad impossessarsi di numerosi ponti, poi utilizzati dai reggimenti Panzer per penetrare in profondità nel territorio sovietico.
Proprio all’apice della potenza, i Kommando cominciarono a subire attacchi dall’interno (probabilmente vittime dello scontro tra l’Abwehr e l’RSHA delle SS), finendo per essere impiegati come fanteria in operazioni contro i partigiani.
Terminato il conflitto le forze speciali tedesche non vennero ricostituite, in quanto ritenute reparti offensivi. Per gli anni della Guerra Fredda, esistevano solo tre compagnie da ricognizione a lungo raggio, una per ciascuna delle tre brigate di paracadutisti, ma che in caso di guerra avrebbero dovuto compiere azioni di sabotaggio dietro le linee del Patto di Varsavia.
Bisognerà attendere il crollo del Muro di Berlino e la guerra civile in Rwanda nel 1994, perché anche la Germania creasse delle vere forze speciali. Il Rwanda, a nostro avviso, fu l’evento decisivo in quanto Berlino si ritrovò senza personale addestrato per esfiltrare cittadini tedeschi dal paese africano in preda ai massacri, dovendosi quindi rivolgere ai Para Commando belgi.
Creare delle forze speciali, secondo la dottrina NATO, non è un compito né facile né veloce, per cui i primi reparti tedeschi hanno raggiunto l’operatività solo nel 2000.
La nuova unità venne denominata Kommando SpezialKrafte (KSK) e si articolava su:
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Compagnia Quartier Generale e Trasmissioni.
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Compagnia da Ricognizione a lungo raggio.
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Plotone Trasmissioni.
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Compagnia Kommando.
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Compagnia Supporto.
Nel corso degli anni il KSK è cresciuto aggiungendo nuove compagnie e, nel 2004, è stata creata una DSO (Division Spezielle Operationen), all’interno della quale sono state inserite, insieme a due brigate di paracadutisti, anche le forze speciali. Decisone presa per far fronte alle nuove strategie internazionali, con la necessità di avere forze (anche speciali) proiettabili all’estero. Infatti, in questi anni, le forze speciali tedesche hanno svolto operazioni in Kosovo, in Afghanistan e in Siria.
Il nostro augurio è che, nell’attesa delle riforme del ministro, la Germania non debba aver di nuovo necessità di dover salvare cittadini tedeschi, in situazione di pericolo, da qualche sperduto paese.
Foto: Bundeswehr