Stati Uniti vs Russia: artiglieria semovente a confronto

(di Tiziano Ciocchetti)
13/11/20

Napoleone Bonaparte sosteneva che le grandi battaglie si vincono con l’artiglieria.

Nella guerra moderna l’artiglieria ha segnato un deciso sviluppo nei combattimenti. Con la Prima Guerra Mondiale, l’esteso uso di obici e bombarde, ha di fatto permesso agli eserciti di allungare notevolmente le loro capacità distruttive, ben oltre la prima linea di combattimento.

Da l termine della Seconda Guerra Mondiale alla fine della Guerra Fredda, i cannoni/obici e gli obici semoventi acquisirono una importanza essenziale negli scenari bellici. Essendo una delle componenti fondamentali del combattimento inter-arma, l’artiglieria - a traino e semovente - dispone di un vasto parco di sistemi di controllo del fuoco, nonché un vasto assortimento di munizionamento, allo scopo di poter erogare il quantitativo di fuoco proporzionato ad ogni situazione attica ambientale.

Nel secondo dopoguerra gli eserciti occidentali divennero sempre più meccanizzati e, poiché l’artiglieria ne era una componente essenziale che doveva tenere il passo con le altre armi, vennero prodotti e distribuiti su larga scala cannoni e obici semoventi con calibri di 105, 155, 175 e 203 mm.

Grande diffusione ebbe, tra i reparti di artiglieria della NATO, il semovente americano da 155/23 mm M-109, entrato in servizio negli anni ‘60 (in Italia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 venne prodotto l’M-109L con canna venne portata a 39 calibri, che permetteva di aumentare la gittata, con proietto convenzionale HE, fino a 24.000 metri, con proietto HE RAP 30.000 metri).

Ma gli USA produssero anche semoventi con calibri maggiori, come l’M-107 (foto) da 175/60 mm (proietto HE M-437A1 con gittata massima di 32.700 metri) e l’M-110 con obice da 203/25 mm (la versione A2 ha una canna lunga 39 calibri provvista di freno di bocca a due luci, con proietto HE ha una gittata massima di 21.300 metri).

Mentre da parte sovietica, nonostante l’enorme importanza che rivestiva l’artiglieria nella dottrina offensiva del Patto di Varsavia, si poteva notare, almeno fino agli anni ‘80, un certo ritardo. Le divisioni russe potevano contare sul cannone/obice semovente 2S3 (M-1973 secondo la classificazione NATO) da 152/34 mm (gittata massima con proietto HE 18.500 metri; con proietto HE RAP 37.000 metri) e sull’obice semovente 2S1 (M-1974) da 122/40 mm (gittata massima con proietto HE 15.300 metri; con proietto HE RAP 21.900 metri).

Con la fine della Guerra Fredda l’artiglieria in generale sembrava essere diventata anacronistica (l’ultimo grande impiego in campo occidentale si ebbe nel corso della seconda Guerra del Golfo del 1991) tra le fila della NATO. Le future missioni di peacekeeping che attendevano gli eserciti occidentali non potevano certo contemplare l’uso di simili strumenti. Paradossalmente, in questo settore, fu l’Europa a mantenere standard elevati (in Kosovo l’Italia schierò semoventi M-109L) con il semovente tedesco PzH-2000 con pezzo da 155/52 mm (il munizionamento VULCANO in dotazione all’Esercito Italiano permette gittate massime fino a 80.000 metri), adottato da alcuni eserciti europei, mentre Francia e Regno Unito svilupparono propri mezzi (Il GCT francese, entrato in servizio nel 1977, ha un sistema di caricamento automatico che consente di sparare 8 colpi al minuto). Lo U.S. Army, invece, piuttosto che introdurre un nuovo semovente preferì continuare ad aggiornare l’M-109, portandolo allo standard A7 (con pezzo da 155/39 mm).

Tuttavia, gli ultimi teatri operativi hanno evidenziato come l’artiglieria rivesta un ruolo importante, anche grazie all’utilizzo di munizionamento guidato (GPS, Laser).

Infatti, l’Esercito della Federazione Russa, dopo lo sbandamento dovuto al crollo dell’Impero sovietico, ha posto particolare attenzione nel valorizzare l’artiglieria semovente. Proprio in concomitanza con il crollo del Muro di Berlino (1989) è entrato in servizio il semovente 2S19 con pezzo da 152/48 mm (40.000 metri di gittata massima con proietto HE). I russi hanno poi prodotto una nuova versione denominata 2S35 (foto). Si tratta di un semovente moderno, con sistema di caricamento automatico e gittata massima con munizionamento convenzionale di 40.000 metri, mentre si arriva a 70.000 metri con proietti RAP. Inoltre i russi hanno mantenuto in servizio i poderosi 2S7, semoventi con obici da 203/60 mm (gittata massima con proietto RAP quasi 50.000 metri), utilizzati in Ucraina e in Siria, sono i più potenti semoventi di artiglieria attualmente in servizio. Un altro semovente è in servizio nell’Esercito russo, il 2S4. Si tratta di un mezzo speciale in quanto ha come arme principale un mortaio da 240 mm, assai idoneo per la distruzione di fortificazioni (gittata massima di poco inferiore ai 10.000 metri).

Per colmare questo gap l’U.S. Army ha cominciato a sviluppare un nuovo semovente denominato M-1299 (foto apertura). L’armamento principale è costituito da un obice XM-907 da 155/58 mm (gittata massima con proietto RAP XM-1113 oltre 60.000 metri), con freno di bocca a 4 luci. Il mezzo sarà dotato di un sistema di caricamento automatico (10 colpi/minuto).

Allo stato attuale, in campo occidentale, l’accoppiata PzH-2000/VULCANO (foto in basso) garantisce prestazioni sconosciute all’U.S. Army anzi, nel breve periodo non è da escludere che il munizionamento prodotto da Leonardo possa interessare anche il Corpo dei Marines.

Foto: U.S. DoD / web / MoD Fed. russa / Esercito Italiano