«La scorsa settimana, il NORAD ha identificato visivamente aerei russi operare entro e intorno le zone d’identificazione della difesa aerea degli Stati Uniti», ha dichiarato il maggiore Beth Smith, portavoce dell’US Northern Command e del Comando della Difesa Aerospaziale del Nord America.
Il picco di tali presunte attività addestrative, è stata registrata in soli 10 giorni, quando i bombardieri strategici russi hanno effettuato almeno 16 incursioni nelle zone della difesa aerea degli Stati Uniti nord-occidentali. Sono stati identificati come Tu-95 Bear-H, ed hanno indotto al decollo immediato in scramble gli intercettori statunitensi.
Inoltre, durante un’incursione dei bombardieri nello spazio aereo dell’Alaska, un velivolo da ricognizione russo è stato rilevato assieme ai Tu-95. Le penetrazioni aeree hanno avuto luogo prevalentemente lungo la zona d’identificazione della difesa aerea dell’Alaska, sulle isole Aleutine e la parte continentale degli Stati Uniti, ed un’incursione è avventa nella zona della difesa aerea del Canada.
Con i sorvoli dell’aviazione a lungo raggio presso le coste degli Stati Uniti, la Russia ha aumentato le attività, soprattutto nel Pacifico nord-occidentale, Alaska, Canada e West Coast, e questo è parte di un programma di implementazione sulle forze nucleari strategiche della Federazione Russa.
La modernizzazione comprende: missili, sottomarini strategici e nuovi bombardieri a lungo raggio.
La rivista Washington Free Beacon, aveva riportato, il 9 giugno, già di due incursori Bear entro le 50 miglia dalle coste della California. Di fatto, sono stati ingaggiati dai radar per l’acquisizione dei bersagli, alla distanza minore dalle coste statunitensi dalla fine della Guerra Fredda. In questo caso, a far recedere dai loro intenti, ha provveduto un F-15, che li aveva immediatamente intercettati.
Nel recente passato, le incursioni dei bombardieri russi erano classificate come non minacciose, ed inserite nell’ambito della conciliante politica dell’amministrazione statunitense volta ad agevolare legami politici ed economici più validi con Mosca, ma ora sembra che le forze nucleari strategiche russe tentino di testare la reazione della difesa aerea statunitense e, soprattutto, i sistemi di comando e controllo. Pertanto, in base al numero di penetrazioni, hanno perso la connotazione di missioni addestrative, come ha anche osservato l’ammiraglio Cecil Haney, comandante del Comando Strategico degli Stati Uniti, il quale sostiene che le operazioni nucleari russe coincidano con le recenti tensioni sull’Ucraina, e se le incursioni aeree in prossimità dello spazio aereo statunitense, vengono correlate sia ai test di sei missili da crociera aviolanciati, quanto con le precedenti incursioni dei velivoli strategici russi a ridosso delle zone di identificazione del Giappone e Corea, queste diventano identificabili come una dimostrazione di forza.
Giovanni Caprara
(foto: MoD Federazione russa)