Nel quadro della strategia di guerra ibrida attuata dal Cremlino nel conflitto in corso contro l’Ucraina e, indirettamente, contro la NATO e l’Occidente, uno degli argomenti cui ampiamente ricorre la narrativa propagandistica putiniana riguarda la minaccia dell’impiego dell’arma atomica in funzione difensiva contro il pericolo rappresentato dai succitati “nemici alle porte”. Non ultimo, il programma per la piena operatività del missile intercontinentale RS-28 Sarmat, SS-30 Satan 2 nella designazione della NATO, entro il 2024, sembra essere a buon punto.1
Per capire cosa intenda la Russia come “funzione difensiva” del ricorso al nucleare in questo contesto può essere utile analizzare l’articolo Il ruolo delle unità missilistiche di livello strategico nelle operazioni strategiche multi-dominio della NATO,2 scritto dal tenente generale I. R. Fasletdinov e dal colonnello (in quiescenza) V. I. Lumpov, pubblicato sull’autorevole rivista Voyennaya Mysl' (“Pensiero Militare”) nel marzo 2023. La premessa posta dai due ufficiali è subito degna di nota:
“In un mondo stracolmo di armi nucleari e in cui le parti in conflitto sono dotate di sistemi affidabili di difesa antimissile, il sistema principale e più economico per scongiurare la destabilizzazione definitiva delle relazioni tra le parti e lo scoppio dei conflitti era ed è tutt’ora l’arma nucleare.”
Basta questa affermazione per comprendere come tutti i buoni propositi in materia di riduzione degli arsenali nucleari in possesso degli Stati Uniti e della Russia rimangano tali, a prescindere dalla guerra in atto tra Mosca e Kiev. Nondimeno, il conflitto ha comunque determinato la temporanea sospensione della Russia3 dal trattato New Start - l’ultimo in ordine di tempo - che si prefigge il compito di ridurre del 30% il limite di testate nucleari fissato dal precedente accordo SORT (Strategic Offensive Reductions Treaty). La logica della Guerra Fredda prevale:
L’analisi dei fattori e dell’evoluzione del confronto nucleare, condotta nel corso dei casi di studio tematici, ha dimostrato il realismo e l’efficacia del funzionamento del meccanismo di deterrenza nucleare strategica basato su un’organizzazione strutturale e funzionale relativamente semplice e conveniente, realizzato e dimostratosi efficace nel XX secolo. Le condizioni di partenza per la realizzazione e il mantenimento di questo sistema erano:
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Una chiara e inequivocabile bipolarizzazione del confronto nucleare;
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La presenza di un quantitativo di armi nucleari sufficiente per il mantenimento della parità strategica e la presenza di un accordo per la limitazione delle armi offensive di livello strategico (START);
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La presenza in entrambi gli schieramenti di sistemi efficaci di allarme anti-missile (SPRN);4
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La presenza di sistemi anti-missile, che garantiscano la copertura di tutto il territorio (nazionale n.d.t.) e degli obiettivi strategici contro un improvviso attacco nucleare di massa (MRNA);
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L’esistenza della possibilità di neutralizzare anticipatamente il potenziale nucleare per la deterrenza;
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La presenza di regolatori, nel diritto internazionale, in materia di armamenti nucleari ecc.
In occasione del 50° anniversario dall’attivazione del sistema SPRN, il 15 febbraio 2021 il ministero della Difesa russo ha pubblicato sui suoi social media un video che mostra alcuni dei meccanismi interni di una delle strutture di early-warning che controllano l'arrivo di missili balistici sul territorio russo.5 Sembra che il video mostri la centrale di controllo del satellite Serpukhov-15, sita nella provincia di Kaluga, a circa 150 km a sud-ovest di Mosca.
Dato il contesto, è interessante ricordare che Kaluga fu al centro di uno degli incidenti più sconvolgenti della Guerra Fredda: nel 1966 un diciottenne russo si inserì sulle frequenze di una stazione radio per trasmettere il falso annuncio dello scoppio di una guerra nucleare tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.6 Nel filmato è anche simulato un attacco di missili balistici intercontinentali (ICBM) in arrivo dagli Stati Uniti.
Secondo l'analisi di Dmitry Stefanovich, ricercatore presso l’Istituto di Economia Mondiale e Relazioni Internazionali IMEMO RAS, la sequenza di attacco simulata si riferisce ad un singolo missile lanciato dalla base dell’aeronautica militare F. E. Warren,nel Wyoming. Per la cronaca, questa base ospita la U.S. Air Force’s 90th Missile Wing, equipaggiata con missili balistici intercontinentali LGM-30G Minuteman III.
Ma torniamo a i giorni nostri e soffermiamoci su una parte del testo in esame che chiarisce, anzi getta una luce sinistra, sull’atteggiamento paranoide alla base della “sindrome da accerchiamento” di cui soffre pesantemente la politica putiniana e che ha fortemente condizionato la scelta di procedere all’invasione dell’Ucraina. Da notare la rilevanza della dimensione “ibrida” delle forme di combattimento contemporanee, più volte evocate dagli estensori dell’articolo, dal loro punto di vista, patrimonio della dottrina militare statunitense e, più genericamente, occidentale:
Nel XXI secolo i meccanismi per la realizzazione della deterrenza nucleare strategica sono cambiati totalmente. Nel mondo si va formando, obiettivamente, un sistema multipolare per il mantenimento della pace che prevede la presenza di più poli nucleari pronunciati. Gli USA stanno perdendo la loro posizione di leader mondiale. Cresce l’aggressività in campo politico-militare del loro atteggiamento nei confronti della Russia. Gli USA hanno esternato questo atteggiamento con l’uscita dagli accordi internazionali fondamentali per la garanzia della stabilità strategica e nucleare. Gli USA hanno cessato la loro partecipazione agli accordi ABM7e INF,8 il prossimo passo sarà la cessazione degli accordi sulla limitazione delle armi offensive strategiche, sulla non proliferazione delle armi nucleari e altri tipi di armi di distruzione di massa; il divieto di effettuare test nucleari ecc.. Essi puntano alla ricostruzione e modernizzazione delle proprie forze nucleari e delle relative infrastrutture, alla loro ristrutturazione in un contesto di crisi. È stato schierato un sistema di difesa globale anti- missile (HS PRO) con batterie avanzate regionali (terrestri, n.d.t.) e marittime che saranno integrate con un sistema cosmico per l’abbattimento di obiettivi strategici nello spazio e sulla superficie terrestre. È in atto un lavoro di creazione e strutturazione della componente non nucleare offensiva “La nuova triade”9 di deterrenza strategica di un potenziale nemico (orientata, n.d.t.) verso la Cina e la Federazione Russa, e anche la creazione di nuove forze per la condotta di operazioni cyber e di guerra di informazione. La realizzazione da parte dell’amministrazione americana delle misure per la realizzazione della “nuova triade strategica” potrebbe condurre a un triplice abbassamento della “soglia nucleare” e alla rapida crescita della minaccia dell’inizio di un conflitto nucleare. Con la propria strategia e concezione militare, gli USA e i loro alleati hanno creato un vettore aggressivo della propria politica estera. Con i loro piani di crescita delle loro forze strategiche, stanno lavorando esclusivamente con un’accezione aggressiva alla creazione di componenti totalmente nuove delle forze armate, di sistemi d’arma promettenti e alle modalità di un loro impiego esclusivamente in forma offensiva, così come avviene per i concetti di “unità delle forze”, “bombardamento globale sistematico e improvviso”, operazioni “net-centriche” e “ibride”, “accesso alle aree di operazioni” ecc.
I due ufficiali russi arrivano, dunque, a indicare quella che, a loro giudizio, rappresenta la principale forma di minaccia militare che gli Stati Uniti e la NATO hanno concepito e che, pertanto, è meritevole dell’approntamento di un’adeguata forma di rappresaglia (anche nucleare) prima che si manifesti in tutta la sua potenza: le “operazioni multi-dominio”:
Un posto speciale nell’ambito della dottrina della NATO, per iniziativa e precipuo interesse degli USA, è occupato dallo sviluppo del concetto di “Operazione Strategica (globale) Multi-dominio”… L’aspetto strategico delle operazioni multi-dominio prende spunto da altri concetti quali “Le operazioni globali integrate” e “Le modalità di accesso alle regioni per la condotta delle operazioni”, che permettono alle strutture interforze di realizzare in tempi brevissimi, sulla base della leadership americana e di unità americane dislocate in diverse regioni del mondo, dei gruppi “pluriarma” dotati di elevatissima mobilità, che possano agire efficacemente in modo coordinato in diversi momenti o all’unisono in tutte le località in cui sono dislocati. Per questo motivo è necessario che le regioni in cui questi gruppi vengono schierati per la condotta delle operazioni multi-dominio siano il più possibile vicine ai confini dello Stato avversario, al fine assicurare la possibilità di coprire con l’operazione militare tutto il suo territorio contemporaneamente.
Questo ragionamento consente di cogliere appieno il significato di “nemico alle porte” citato in apertura, attribuito dal Cremlino all’eventuale ingresso dell’Ucraina nella Nato e, comunque, dalla paranoia putiniana di un’invasione che l’Occidente avrebbe preparato cerando di stabilire le proprie basi di partenza in Ucraina. Questa, insieme alla “denazificazione” e alla lotta contro il “Satana occidentale”, è una delle tematiche predilette dalla propaganda russa a giustificazione della guerra preventiva scatenata contro Kiev.
Nell’articolo, poi, gli autori sottolineano che secondo gli Stati Uniti, la Russia sarebbe il principale ostacolo alla salvaguardia del proprio dominio mondiale e, pertanto, l’obiettivo principale della politica militare americana è l’eliminazione politico-militare o fisica dello scomodo regime che la governa, ma salvaguardando le risorse del Paese in termini di territori, materie prime e persone. Ecco allora che:
… nel mondo illusorio non provvisto di armi nucleari da loro concepito, gli USA sono tornati a utilizzare la propria strategia militare che implica un uso non regolato della potenza nucleare per il raggiungimento dei propri obiettivi strategici, trovandosi però in un contesto del tutto nuovo.
Nell’idea e nei piani del Vertice Politico Militare degli USA per l’inizio e la condotta degli attuali conflitti su grande scala, il ruolo più importante per la sconfitta (quello necessario per la capitolazione) di un nemico forte (come la Russia) è assegnato, come nel passato, all’impiego delle forze nucleari strategiche, ma solo se si verificano determinate condizioni necessarie e sufficienti, quali:
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la neutralizzazione preventiva della maggior parte del potenziale atomico di deterrenza della Federazione Russa prima che inizi il confronto nucleare;
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la garanzia della riuscita della difesa dalla “rappresaglia nucleare” russa attraverso la distruzione completa dei vettori nucleari sia esistenti, sia diretti contro gli obiettivi degli Stati Uniti (accezione ampia che non riguarda il solo territorio USA, n.d.a.);
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Il mantenimento della leadership economico-militare nel mondo e di un potenziale nucleare sufficiente per la deterrenza verso i Paesi in possesso dell’arma atomica che non partecipano al conflitto militare.
A seconda della tecnologia dell’eliminazione “con la forza” del potenziale principale antagonista, il Pentagono prevede:
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la costituzione e il mantenimento di un numero adeguato di gruppi sia di forze nucleari, sia convenzionali, offensive e difensive, che abbiano prontezza e capacità operativa, e del loro sostegno preventivo che permetta loro di essere utilizzati con successo e massima efficienza;
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un attacco improvviso e di massa di tipo “counterforces” portato dalle forze convenzionali contro le forze convenzionali (avversarie, n.d.a.), dopo aver raggiunto la prevista riduzione (non meno del 65 – 70%) delle forze nucleari;
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la prevenzione dell’arrivo del munizionamento nucleare previsto per la rappresaglia nucleare sugli obiettivi predisposti, attraverso la distruzione con i mezzi dei sistemi anti-missile (non meno del 35-40%);
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l’avere inflitto un colpo nucleare alla Russia di entità minima sufficiente a decapitarla e neutralizzarla, allo scopo di distruggerla, conservando però un potenziale nucleare sufficiente a mantenere la propria supremazia strategica rispetto alle altre potenze nucleari mondiali.
Voglio soffermarmi sulle percentuali indicate tra parentesi in questo passaggio. Dando uno sguardo ai blog russi che attualmente commentano gli articoli della rivista da cui è tratto anche quello in esame,10 è possibile individuare commenti contrastanti sull’opportunità di indicare delle percentuali o dei dati precisi sui rapporti di forza e sugli effetti su cui si basa la dottrina strategica difensiva russa. Alcuni sostengono che sia un modo per confondere con dei numeri l’attenzione degli analisti occidentali. Un altro commento interessante riguarda la presenza di un gran numero di acronimi utilizzati nel testo, ma non esplicitati; esplicitare sigle e acronimi, almeno al momento del primo utilizzo, è prassi in tutti i testi a carattere scientifico, a maggior ragione se scritti da accademici. Si può ipotizzare, quindi, che questo articolo sia in realtà parte di un lavoro più ampio, elaborato dagli stessi autori, magari con finalità di diffusione in altri contesti.
Il concetto di “guerra ibrida” torna alla ribalta nel ribadire che il raggiungimento degli obiettivi prefissati e la realizzazione della strategia pianificata nei confronti della Russia è organizzata dal Pentagono sotto forma di un’operazione strategica globale multi-dominio:
Lo scenario strategico militare delle operazioni militari del blocco della NATO, durante la condotta di una tale operazione contro la Federazione Russa, può strutturarsi secondo tre periodi: preparatorio (attività ibride), conclusivo (attività militari terrestri) e principale (operazioni/battaglie offensive e difensive dalla terza dimensione e dallo spazio).
Partendo da questo concetto, il periodo preparatorio può essere molto protratto nel tempo: da qualche mese fino a un anno e oltre. La sua durata può dipendere dalle azioni dell’aggressore attraverso l’implementazione segreta e l’acclimatazione sotto copertura nel territorio della Federazione Russa di una fitta rete di agenti e di gruppi di diversione e l’adattamento di tale rete alle condizioni locali in vista di un successivo impiego nel periodo principale (di uso della forza), oltre all’uso proattivo del soft power che getti le basi favorevoli per il successivo impiego della forza militare. Fino al momento dell’arrivo delle Forze Armate statunitensi per l’avvio delle operazioni attive e su vasta scala, con l’impiego delle forze nucleari d’attacco e delle armi ad alta precisione ed elevato raggio di impiego, le formazioni di forze speciali dislocate sul territorio della Federazione Russa si manterranno in modalità “dormiente”, con il compito di individuare in modo discreto, tracciare ed essere costantemente pronte a riferire con rapidità i dati necessari alle forze aero-spaziali, per consentire a queste di attaccare gli obiettivi presenti nella Federazione Russa strategicamente più rilevanti, pianificati per l’eliminazione in prima battuta, nell’ambito dell’operazione strategica multi-dominio. […]
Il periodo conclusivo sarà caratterizzato, molto probabilmente, da una serie di operazioni multi-dominio degli USA e della Nato sui teatri di operazioni adiacenti alla Federazione Russa, allo scopo di infliggere una sconfitta definitiva alle forze poste a difesa, di procedere a una smilitarizzazione, ad una de-sovranizzazione e ad una sottomissione politico-militare della Russia alla propria volontà. Le forze missilistiche strategiche in questo periodo saranno impegnate principalmente con le misure necessarie a stabilire e supportare la capacità operativa dei posti comando e dei siti di lancio per la messa in atto, su ordine del comandante supremo delle forze armate della Federazione Russa, dei lanci successivi dei missili.
La rappresentazione del periodo principale sarà di particolare interesse nella ricerca dei ruoli delle collocazioni delle forze missilistiche strategiche, quali componenti principali delle forze strategiche di deterrenza russe nel contrasto alle operazioni multi dominio degli USA e della Nato. In relazione a questa fase, il compito più importante per il conseguimento dell’obiettivo principale dell’operazione multi-dominio, cioè la distruzione fisica della Federazione Russa, risiede nell’ottenimento della supremazia nel dominio aereo e spaziale e nella liquidazione dei sistemi strategici di deterrenza nucleare della Federazione Russa, attraverso la neutralizzazione del loro potenziale nucleare.
La reazione prefigurata dagli autori allo scenario caratteristico della “blitzkrieg vittoriosa” in prospettiva counterforce degli USA contro la Federazione Russa può essere suddivisa in tre sotto fasi peculiari:
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“fase difesa”, che contempla le operazioni militari di Stati Uniti e Russia durante l’aggressione da parte degli Stati Uniti a mezzo di un bombardamento di massa e counterforce, secondo le procedure del bombardamento improvviso globale;
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“fase svolta”, è orientata alle operazioni militari di Stati Uniti e Russia durante la soppressione e lo sfondamento dello scudo missilistico USA ad opera dei gruppi delle forze nucleari strategiche russe;
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“fase rappresaglia”, che fa riferimento alle operazioni militari di Stati Uniti e Russia per lo scambio di potenziale nucleare con ordigni sopravvissuti all’attività della difesa missilistica delle parti nelle prime due fasi.
Tra i principali esperti militari russi è opinione diffusa che il principale strumento di deterrenza contro le attività militari iniziali e risolutive portate avanti dalle forze USA e della NATO nelle operazioni multi-dominio, sia la cosiddetta operazione delle forze di deterrenza strategica (OFDS), attività che può essere svolta da tutte le tipologie e componenti delle forze armate della Federazione Russa che siano equipaggiate con armi offensive (nucleari e non).
In termini di procedure e durata spazio-temporale, l’OFDS può svilupparsi in tutto il periodo di scontro nella terza dimensione e nello spazio cosmico tra Federazione Russa e USA, per la conquista della supremazia militare-strategica in seguito all’aggressione improvvisa e su vasta scala attuata dagli Stati Uniti. Per l’impiego delle forze strategiche l’OFDS può essere suddivisa in tre fasi indipendenti:
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Per la difesa da un attacco improvviso e massiccio dal dominio aero-spaziale da parte del nemico;
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Per sopprimere i mezzi di attacco e i sistemi di guida informatica dello scudo missilistico USA per tutta la profondità del loro schieramento;
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Per sferrare contro l’aggressore un attacco di rappresaglia atomica con ciò che rimane delle forze nucleari della Federazione Russa.
Considerando la specificità delle attività e il loro sviluppo sequenziale nel periodo di scontro delle potenze nel dominio aero-spaziale, le fasi dell’operazione delle forze di deterrenza strategica è opportuno che vengano divise non secondo lo schema classico (c.d. time-based) che vede l’inizio di una fase dopo che la precedente si sia conclusa, bensì secondo un principio che veda la sequenza procedere al verificarsi dei risultati attesi della fase precedente (c.d. effect based). Tale procedimento permette di interpretare il senso dell’operazione e di procedere in maniera più corretta alla sua pianificazione e realizzazione pratica, con una definizione dei tempi di sviluppo dell’OFDS attagliata alle varie fasi di impiego di forze e mezzi. Nell’articolo viene specificato che:
Per l’assolvimento di questi compiti, così diversi tra loro, appare opportuno strutturare tre tipologie diverse di gruppi di forze di deterrenza strategica, ognuno di impiego specifico in una fase piuttosto che in un’altra. Il ruolo principale nella preparazione, pianificazione ed esecuzione della specifica fase tocca al relativo componente delle Forze Armate della Federazione Russa. Ad esempio, il gruppo di forze di deterrenza strategica per le fasi di “protezione/reazione” all’attacco dal dominio aero-spaziale sarà strutturato sulla base delle VKS,11 che sono il pilastro della difesa aerospaziale del nostro Paese; il gruppo di forze di deterrenza strategica per la fase di “rappresaglia” invece, sarà formato sulla base delle forze marittime di livello strategico, le quali, essendo in grado di generare le forze missilistiche di livello strategico in maniera più adeguata per tempo, precisione e potenza, garantiscono una maggiore probabilità di sopravvivenza nel caso di un’attività massiccia del nemico nel dominio aero-spaziale.
Ad ogni buon conto, le forze missilistiche di livello strategico assumerebbero comunque un ruolo importante in ognuna delle fasi dell’OFDS. Allo scopo di condurre con successo la prima fase dell’operazione, ad esempio, le unità missilistiche integrate nei gruppi di forze di deterrenza strategica possono essere impiegate per la concentrazione di fuoco nelle aree di schieramento dei gruppi missilistici avversari, dei suoi arsenali e delle basi in cui sono custodite le riserve di munizionamento ad elevata precisione, con l’obiettivo di abbattere il più possibile la capacità di attività counterforces avversaria. Le unità delle forze speciali e in riserva dovranno, allora, concentrare i propri sforzi nell’assunzione delle necessarie misure di contrasto dell’attività nemica nella terza dimensione e sul terreno, nella soppressione e neutralizzazione delle sue formazioni di interdizione e sabotaggio, nella difesa degli obiettivi del proprio settore difensivo, nella preparazione e nella ricostituzione12 della capacità operativa dei posti comando e dei siti di lancio, per il successivo lancio dei missili. Nella fase conclusiva dell’OFDS alle rimanenti forze nucleari strategiche tocca il compito di condurre un attacco missilistico con testate atomiche, in qualità di “forze di rappresaglia nucleare”, diretto agli obiettivi principali di interesse militare ed economico e alle infrastrutture dello stato aggressore. È importante ricordare che le forze missilistiche di livello strategico rivestiranno un ruolo fondamentale nella misura in cui saranno equipaggiate con missili ipersonici ed altri sistemi d’arma che possano costituire la base per le azioni della seconda fase dell’OFDS per lo sfondamento dello scudo missilistico USA e per il contenimento degli abbattimenti del munizionamento nucleare impiegato per colpire gli obiettivi strategici sul suolo statunitense. Il Generale Fasletdinov e il Colonnello Lumpov a questo punto fanno delle interessanti considerazioni:
Dando uno sguardo alla situazione strategica delle componenti della “nuova triade strategica” degli USA (valida, in prospettiva, fino al 2050), il loro impiego per l’eliminazione del potenziale di deterrenza atomica della Federazione Russa nel caso di una crescente concorrenza per il ruolo di leader mondiale non appare possibile. Questa opportunità appare possibile solo nel caso di un bombardamento improvviso counterforces con armamento atomico, con un bombardamento portato dalle forze missilistiche strategiche oppure dallo scudo missilistico. L’eventualità che gli USA liquidino il loro principale concorrente sull’arena mondiale con un’azione di forza militare può verificarsi solo nel caso in cui raggiungano un livello sufficientemente accettabile delle potenzialità strategiche e attraverso un impiego complesso e contemporaneo delle tre piattaforme di importanza strategica (della triade, n.d.t.) sopra menzionate, con il massimo dell’efficacia. Ovvero, nel caso di fallimento del funzionamento di una sola delle piattaforme menzionate, gli USA si troverebbero costretti a rinunciare a un attacco nucleare nei confronti della Federazione Russa e questo significa che le Forze di Deterrenza Strategica della Federazione Russa hanno un ulteriore margine di deterrenza nei confronti dell’aggressore già nel periodo pre-nucleare.
Si noti come il discorso come il discorso sposti l’attenzione dalla fase “nucleare” alle azioni da intraprendere nella fase degli scontri “convenzionali” e, pertanto, come gli elementi della “triade strategica” diventino high value targets assolutamente prioritari per l’attività di ricerca informativa e per il conseguente targeting.
Proseguono poi:
Dunque il mezzo principale per il contrasto dei tentativi di aggressione operati dal Pentagono ai danni della Federazione Russa per mezzo di operazioni multi-dominio è considerato dagli specialisti militari russi l’operazione delle forze strategiche di deterrenza. Per il raggiungimento dei principali obiettivi strategici per la neutralizzazione dell’aggressore, l’OFDS richiede l’impiego delle armi strategiche di attacco e difesa, nucleari e non nucleari, più all’avanguardia e lo studio delle tecnologie militari più innovative al fine del conseguimento dei seguenti task:
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la reazione all’aggressione degli USA e della NATO dalla dimensione aerospaziale attraverso l’impiego del bombardamento strategico globale e impedendo la perdita, sopra la soglia accettabile, del potenziale di deterrenza russo nelle aree di dislocazione;
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la soppressione del sistema di scudo missilistico USA evitando perdite, sopra la soglia accettabile, di munizionamento strategico russo nella dimensione aerospaziale;
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l’impiego delle testate atomiche sopravvissute verso gli obiettivi strategici e il territorio dell’aggressore, finalizzata a causargli un danno inaccettabile.
Per assicurare una deterrenza strategica efficace da un’improvvisa aggressione con mezzi aerospaziali da un potenziale attaccante, nelle condizioni dettate dagli esistenti trattati di limitazione,13 alla Russia non sarebbe più sufficiente creare e mantenere nelle indispensabili condizioni di prontezza operativa un gruppo di Forze Missilistiche di livello Strategico di tipologia nucleare sufficientemente massiccio per quantità, capace di infliggere all’aggressore un danno inaccettabile con la propria risposta.
Gli autori sottolineano che le forze di attacco di livello strategico russe saranno capaci di assicurare una deterrenza efficace contro un’aggressione missilistica nucleare statunitense solo a condizione che sussista un livello minimo paritario di capacità strategiche tra le parti e che si verifichino condizioni tali da convincere la leadership politico-militare statunitense:
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dell’impossibilità di sferrare un attacco che, con il sistema del bombardamento strategico globale preventivo counterforce, sia in grado di causare un danno alle forze strategiche nucleari russe superiore al livello critico accettabile;
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dell’incapacità di una totale eliminazione delle cariche nucleari sopravvissute all’azione del bombardamento strategico globale con i mezzi dello scudo antimissile e, di conseguenza, della possibilità di un’azione di risposta nucleare della Federazione Russa che colpisca gli obiettivi e il territorio degli Stati Uniti;
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dell’inevitabilità di subire danni inaccettabili in qualsiasi scenario di aggressione nucleare.
Nel pensiero dei due ufficiali russi, in base alle prospettive di evoluzione della situazione strategica e di conseguenza della trasformazione delle opinioni del Pentagono sull’avvio di una guerra nucleare totale per il dominio mondiale, la leadership politico militare della Federazione Russa ha la concreta possibilità di scoraggiare una tale tipologia di contro il proprio paese. Questa possibilità si fonda sul convincimento dell’aggressore dell’impossibilità di togliere alla Russia il suo potenziale nucleare nelle fasi di impiego del bombardamento strategico globale e dello scudo missilistico strategico senza “incappare” direttamente nel potenziale nucleare strategico. Siamo perfettamente in linea con il principio russo della cross-domain coercion, peculiare della guerra ibrida o guerra di nuova generazione secondo il modello russo attuale.14
A tale scopo è indispensabile un nuovo atteggiamento che sottenda l’impiego coordinato di tutte le capacità delle componenti delle forze strategiche di deterrenza della Federazione Russa. L’apparato delle forze strategiche di deterrenza nelle disponibilità del Cremlino, per dimostrare la propria completezza, capacità e prontezza può comprendere:
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un gruppo principale di forze nucleari strategiche destinate alla reazione nucleare;
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un gruppo di forze di copertura verso gli attacchi nemici dalla dimensione aerospaziale, destinate alla difesa preventiva da un bombardamento massiccio counterforces;
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un gruppo di forze strategiche di attacco per la rottura del sistema di difesa missilistica avversaria, destinate alla soppressione degli apparati radio-elettronici e alla neutralizzazione degli elementi che costituiscono lo scudo missilistico nemico.
Infine, sempre secondo i due esperti militari, la creazione sulla base delle forze missilistiche di livello strategico, di sottosistemi di deterrenza pre-nucleare in grado di convincere l’avversario dell’impossibilità di causare perdite oltre il livello critico nel dispositivo delle forze nucleari strategiche russe, richiede:
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la formazione tra i ranghi delle forze missilistiche strategiche di unità cosiddette “di sfondamento”, che permettano di reagire al bombardamento nucleare strategico riuscendo a portare un danno critico ai dispositivi che costituiscono la difesa anti missile USA;
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la scelta e la definizione della struttura e delle caratteristiche in termini di impiego di queste unità in funzione della deterrenza e del combattimento;
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la soluzione delle questioni afferenti al sostegno di queste unità e alla pianificazione per lo sviluppo della loro capacità operativa, alla struttura organizzativa e ai diversi regimi di funzionamento;
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l’elaborazione delle diverse misure di deterrenza, caratteristiche del funzionamento di questo sistema tecnico-organizzativo innovativo, la loro realizzazione e la dichiarazione della loro piena funzionalità.
Alla luce della situazione attuale, con l’“ira funesta” che agita Mosca e che vede negli Stati Uniti e nell’Occidente, con particolare acredine nei confronti del Regno Unito,15 un pericolo assolutamente da estirpare per la sopravvivenza della Russia stessa, viene da chiedersi se la reiterata minaccia del ricorso all’arma nucleare proclamata da Putin fin dalle prime battute della guerra di invasione attuata in Ucraina sia verosimile o, piuttosto, se si tratti di ormai logora propaganda (peraltro auspicabile) divulgata nel quadro delle tecniche della cross-domain coercion sopraccitata.
Di recente ero a Tel Aviv per un convegno sulla “guerra ibrida” ed ho avuto modo di scambiare delle opinioni interessanti al riguardo, con un analista militare slovacco, anch’egli impegnato nel convegno. Entrambi ci siamo trovati d’accordo sul fatto che il ricorso all’arma strategica segnerebbe il conto alla rovescia verso l’estinzione del genere umano e, pertanto, non appare ancora tra le opzioni contemplate dal Cremlino. Anche l’arma tattica, per quanto si cerchi sempre di contrabbandarla come una soluzione con esiti accettabili per i relativi limiti degli effetti nel tempo e nello spazio, rappresenterebbe un punto di non ritorno.
Diverso è il discorso per quanto riguarda la centrale nucleare di Zaporižžja che, in un momento di disperazione, potrebbe essere fatta saltare, magari cercando di attribuire la responsabilità del folle gesto alle truppe di Kiev. D’altronde ci hanno già provato con la diga di Kakhovka. I Russi si trincerano dietro l’affermazione che l’atomica in passato è già stata usata e, quindi, c’è un precedente che ne giustificherebbe il riutilizzo. Io dico che, proprio per questo, avrebbero dovuto imparare qualcosa dalla storia, proprio l’inopportunità di ricorrere a tale extrema ratio. Ad ogni buon conto, se vediamo che i soldati di Mosca abbandonano l’area della centrale nucleare, o cominciano a ronzarci attorno con tute protettive e maschere anti-NBC, cominciamo a preoccuparci.
1 D. Secci, Il mistero del missile Sarmat e le sue possibili implicazioni sul trattato New Start, Difesa Online, 06/09/2023. https://www.difesaonline.it/mondo-militare/il-mistero-del-missile-sarmat....
2 I. R. Fasletdinov - V. I. Lumpov, Роль Ракетных Войск Стратегического Назначения В Противодействии Стратегической Многосферной Операции Нато (Il ruolo delle unità missilistiche di livello strategico nelle operazioni strategiche multi-dominio della NATO), Voyennaya Mysl' n.3-2023, 25/03/2023. https://vm.ric.mil.ru/Stati/item/479810/.
3 Послание Президента Федеральному Собранию, (Messaggio del Presidente all'Assemblea Federale), Presidenza della Russia, 21/02/2023. http://kremlin.ru/events/president/news/70565.
4Sistema preduprezhdeniya o raketnom napadenii.
5 T. Newdick, Take A Rare Look Inside Russia’s Doomsday Ballistic Missile Warning System, The Warzone, 16/02/2021. https://www.thedrive.com/the-war-zone/39264/take-a-look-inside-russias-d....
6Soviet “Pirate Radios” Spark Government Ire, The Milwakee Journal, 29/09/1966.
7Anti-Ballistic Missile Treaty.
8Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty.
9 Nella dottrina della Federazione Russa, con il termine “Triade nucleare” si intende la presenza nelle forze di deterrenza basata su tre tipologie di piattaforme per l’erogazione del potenziale nucleare: terrestri, sottomarine e aeree. Con la dicitura “Nuova triade” si fa riferimento al programma di rinnovo statunitense delle piattaforme in questione con i sistemi di lancio terrestri per i missili intercontinentali Minuteman IV, con i sottomarini del tipo Columbia per i missili del Trident-2 e con i bombardieri nucleari strategici B-21 Reider (B-3).
11 Le Vozdušno-kosmičeskie sily costituiscono la divisione aerospaziale delle forze armate della Federazione Russa, istituite nel 2015 per decreto ministeriale dalla fusione dell'Aeronautica militare con le Forze di difesa aerospaziale e le Forze spaziali del Paese.
12 “Preparazione” per i Posti Comando che abbiano resistito all’attacco nemico. “Ricostituzione” per quelli che abbiano subito una riduzione della capacità operativa.
13 Il riferimento è ai trattati internazionali di limitazione degli arsenali nucleari.
14 N. Cristadoro, La dottrina Gerasimov. La filosofia della guerra non convenzionale nella strategia russa contemporanea, Il Maglio Editore, Solarussa (OR), 2022.
15Mosca: “Attacco al ponte di Crimea guidato da USA e Regno Unito”, Ansa, 17/07/2023. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2023/07/17/ucraina-esplosi....
Foto: MoD Fed. Russa