ISIS: al-Baghdadi ritorna dal mondo dei morti con un messaggio audio

15/05/15

Potrebbe essere il primo messaggio audio del numero uno dell’Isis, il califfo Abu Bakr al-Baghdadi dal raid che, lo scorso marzo, lo avrebbe ridotto in fin di vita a causa delle lesioni spinali riportate.

In realtà, sulle condizioni di salute di al-Baghdadi, circolano soltanto indiscrezioni. Per alcuni paesi come l’Iraq (governo riconosciuto che si sta caratterizzando sempre più per le notizie non confermate) sarebbe addirittura morto. Verosimilmente, potrebbe essere gravemente ferito e confinato in un letto d’ospedale per il resto dei suoi giorni.

Il messaggio audio, diramato dal braccio mediatico del gruppo terroristico al-Furqan, è stato pubblicato su diversi siti web vicini ai fondamentalisti ed è, ormai, di pubblico dominio dopo essere stata diramato da Al Jazeera. La voce (non confermata) dovrebbe essere proprio quella di Baghdadi. Incertezze anche sulla data di registrazione della clip audio.

Dice al-Baghdadi: "Ogni musulmano nel mondo ha l’obbligo di combattere per lo Stato Islamico. Ovunque siate, imbracciate le armi e combattete per la nostra causa. La fine del governo Saudita è vicina. Quei governanti del golfo si sentono minacciati dalla nostra crescente popolarità tra i musulmani sunniti”.

L'audio fa riferimento alle operazioni della coalizione araba guidata dall'Arabia Saudita in Yemen contro i ribelli sciiti Houthi.

"Hanno perso la loro cosiddetta legittimità, sono sudditi dei crociati e degli ebrei. Sostengono di difendere i sunniti, ma è una menzogna. E’ un disperato tentativo per impedire ai musulmani di unirsi allo Stato islamico che li difende. Questo terrorizza i figli di Saloul (termine dispregiativo per descrivere i governanti dell'Arabia Saudita)”.

Baghdadi ha poi rassicurato il popolo e quanti sono fuggiti da Ramadi. “Tornate indietro, noi difenderemo sempre la nostra gente. Vogliamo la vostra sicurezza".

Baghdadi ha diramato diversi messaggio audio da quando si è autoproclamato califfo nel giugno dello scorso anno, ma è apparso in un solo video subito dopo la presa della città irachena di Mosul. Una sorta di sermone proferito in una delle moschee della città, con molti dei suoi comandanti seduti in prima fila. Baghdadi conclude il suo messaggio audio salutando i paesi che hanno giurato fedeltà allo Stato islamico, tra cui l'Egitto.

"Siate forti, il vostro nemico (sciita) sarà presto sconfitto ed oggi è più debole di quanto non lo sia mai stato. Noi, invece, siamo sempre più forti”.

Abu Bakr al-Baghdadi, Califfo dello Stato islamico, avrebbe subito gravissime lesioni spinali dopo che il suo convoglio è stato colpito da un raid missilistico americano lo scorso marzo. Baghdadi, sarebbe paralizzato, ma potrebbe essere ancora vivo nella zona di Mosul. Le condizioni di Baghdadi sono state giudicate fin da subito gravissime, tanto da spingere l’organizzazione a nominare un suo sostituto (sul cui destino non si sa nulla). Trasferito immediatamente in una località segreta, il leader spirituale dello Stato islamico non avrebbe più ripreso il controllo dell'organizzazione.

L’attacco aereo è avvenuto il 18 marzo scorso, nei pressi di al-Baaj, un distretto di Ninive, vicino al confine siriano. Il raid è avvenuto nella strada di collegamento tra il villaggio di Umm al-Rous e al-Qaraan. Il convoglio, composto da tre veicoli, era monitorato da ore dai droni della Coalizione che in un primo tempo ipotizzavano potesse trattarsi di una colonna con a bordo alcuni alti dirigenti dell’Isis. L’attacco è stato autorizzato dal comando alleato.

Sarebbero stati lanciati quattro missili e confermate almeno tre vittime. Nessuno, però, poteva ipotizzare che in uno di quei mezzi blindati si trovasse proprio al-Baghdadi. Il Califfo avrebbe deciso di nascondersi nei pressi di al-Baaj, 200 km ad ovest da Mosul, perché ritenuta zona non sorvegliata dagli Stati Uniti. Un’area ritenuta al di fuori dalla schermatura USA. Al-Baaj, a prevalenza sunnita, è stata da sempre ritenuta una zona ad alto rischio, anche sotto il regime del leader iracheno Saddam Hussein. Era considerato un rifugio sicuro per i jihadisti fin dal 2004.

Secondo quanto trapela da Mosul, al-Baghdadi sarebbe curato da una donna (radiologo) e da un uomo (chirurgo), provenienti da uno dei principali ospedali della città. Entrambi risulterebbero sulla rete sanitaria regionale.

Franco Iacch