L'Air Force ha riversato sullo Stato islamico ventimila sistemi d’arma, tra missili e bombe. Tradotto significa che gli Stati Uniti hanno lanciato più bombe di quanto ne potessero produrre in periodo di pace.
Impegnato dall’agosto del 2014 in Iraq e poi in Siria, il Pentagono ha esaurito le scorte di armi in magazzino. Considerando la diversificazione dei sistemi d’arma impiegati e relative piattaforme, gli USA non riescono a sopperire ad un tale ritmo operativo. Ad ottobre, il 60 per cento degli aerei americani schierati nella Regione ha attaccato obiettivi nemici. Percentuale degli aerei che, a novembre, ha raggiunto il 65 per cento.
La domanda di munizioni è così elevata che il Pentagono ha “prosciugato” le riserve delle basi dislocate in Europa. I nuovi approvigionamenti provengono dai depositi nazionali con forniture di emergenza “elargite” anche dagli altri rami delle Forze Armate USA. Basti pensare che per l'anno fiscale 2015, il Congresso ha approvato una spesa supplementare di 400 milioni di dollari per 4.000 nuovi missili Hellfire.
Il problema è che la fornitura per i nuovi sistemi d’arma è ripresa soltanto dal 2012. Quel “relativo” periodo di pace antecedente ha creato un gap difficilmente colmabile in un’economia di “pace”.
Ad oggi gli USA “lanciano” più bombe di quante ne riescono a produrre.
(foto: USAF)