Terrorismo in Europa. l’UE adotta nuove misure per combatterlo

(di Giuseppe Paccione)
06/04/17

Come è ormai prassi, purtroppo vista dal lato negativo, gli atti di terrorismo continuano a divampare in ogni angolo della vecchia Europa, soprattutto negli Stati membri dell’Unione Europea (UE). Questa emorragia di atti terroristici, che pare arduo fermare, come quella migratoria, ha spinto l’UE a dover affrontare questo grave e angosciante fenomeno di carattere criminale, perpetrato dai c.d. lupi solitari che seguono le indicazioni dell’ISIS (Stato islamico), attore considerato non statale, attraverso l’approvazione di una fresca direttiva. Prima di esaminare brevemente il contenuto di questa disposizione dell’UE, credo sia necessario spiegare in linea di massima la figura dei c.d. combattenti terroristi stranieri – cioè a dire i foreign terrorist fighters – che ha delle specificità dell’odierno terrorismo come quello del coinvolgimento nelle fila dei movimenti terroristici di individui, soprattutto appartenenti alla fascia giovanile, che provengono da Stati occidentali, pronti a combattere nei territori di guerra, si pensi all’Iraq, alla Siria e all’Africa settentrionale, o a perpetrare atti di terrore nello Stato di cittadinanza, come è accaduto in Francia, Belgio, Inghilterra, Germania e via discorrendo.

Questi combattenti stranieri, legati al fenomeno del terrorismo internazionale, a mio parere, sono espressione del c.d. terrorismo molecolare. In cosa consiste quest’ultima figura, poco nota all’opinione pubblica? Potrei definire tale figura come minaccia dell’imprevedibilità, che comprende sia il lupo solitario, sia il combattente di ritorno dai fronti dello jihad presente nell’area mediorientale e del nord Africa. L’esemplare tipico di questo imprevedibile terrorismo molecolare è nella figura del cittadino Omar Abdel Hamid El-Hussein, terrorista che, dopo aver messo a segno il primo colpo – a Parigi – prende un taxi e si fa portare a casa per rifornirsi di altre armi e, poi, richiama un altro taxi per recarsi verso il secondo obiettivo da colpire.

Ritornando alla direttiva, approvata sia dal Parlamento UE sia dal Consiglio UE, che concerne la lotta contro il terrorismo internazionale la n. 2017/541che ha sostituito la decisione quadro n.2002/475/GAI (Giustizia Affari Interni) e modificato la decisione n.2005/671/GAI del Consiglio UE, si può evidenziare che l’UE ha deciso di aggiornare e rafforzare in maniera ampia ogni mezzo al fine di combattere questo fenomeno terroristico, che porta terrore tra le popolazioni dell’UE, inserendo dei nuovi reati. Essi sono l’addestramento per scopi terroristici e gli spostamenti o viaggi che rientrano come fine quello di favorire il terrorismo stesso. Ma, non solo, intensifica anche la tutela delle vittime.

Inoltre, la direttiva dispone che sono reputati reati i viaggi per scopi terroristici, che vengono compiuti sia nel contesto interno dell’UE, dove è tutelata la libera circolazione dei cittadini europei – ci si riferisce al regolamento Schengen – sia oltre i confini dell’UE. Ad essi si collegano anche l’organizzazione e l’agevolazione di tali viaggi, pure mediante supporto logistico e materiale, come, ad esempio, il comprare dei biglietti di viaggio o la mappatura/progettazione di tappe itinerarie da realizzare. Si aggiunge come reato l’addestramento che ha come fine sempre quello terroristico, come, a titolo di esempio, la fabbricazione o l’impiego di strumenti esplosivi, armi da fuoco o sostanze che possano essere considerate nocive o pericolose.

Nodo cruciale è anche l’aspetto finanziario che favorisce l’ampliarsi del terrorismo internazionale. La direttiva, difatti, ha inserito come reati la raccolta e la messa a disposizione di ingenti capitali, con l’intenzione e la consapevolezza che tali somme di danaro possano essere usate per favorire la messa in atti di reati di terrorismo e quei reati collegati ai movimenti terroristici o ad attività terroristiche. Non sappiamo ancora se quest’ultimo strumento adottato dagli organismi dell’UE potrà davvero fermare il drammatico fenomeno del terrorismo internazionale.

(foto: Kim Bach)