Il papà lo voleva ufficiale, ma lui diventò veterano di pace

(di Gianluca Celentano)
15/11/17

Era da un po' di tempo che avevo in mente di rendere omaggio a una persona straordinaria, una di quelle che, pur vivendo in mezzo a una società sempre più individualista e insensibile, in silenzio e con grandissima umiltà vivono parte della loro esistenza per aiutare i più bisognosi.

Di lui si sono già occupati i quotidiani, e la sua eccentricità si è trasformata con gli anni in una grande saggezza campagnola unita a un carattere e a una simpatia che fanno sì che, dopo averlo conosciuto, non si può non volergli bene.

Sto parlando del signor Marco Rancati, classe 1946 un lodigiano DOC che, con grande disponibilità, ha messo a disposizione di chi scrive e quindi di tutti i lettori di Difesa Online il suo cascinale e i veicoli militari che ha collezionato.

Di prima mattina mi metto in viaggio da Milano per raggiungere Secugnago, un piccolo comune del Lodigiano augurandomi che il cielo si apra offrendo un po' di sole. Capisco d’esser arrivato a destinazione quando, lungo la Statale 9, scorgo la livrea verde militare di un autocarro Lancia CP 48, un autocarro pesante unificato con rimorchio.

Ad attendermi però c’è un tram. Strano ma vero e forse è questa la sana eccentricità che descrivevo di Marco. Un vecchio tram con porte pieghevoli in legno adibito nella sua nuova vita a negozio di ortaggi e semenze, custodito sotto un tendone pieno di verdure e fiori.

Ma chi è Marco?

Lui tiene a sottolineare che è cresciuto con i racconti dei conduttori militari di muli e asini della prima guerra mondiale, ma in realtà è un libero ed efficiente pensatore che riesce ad associare queste non comuni caratteristiche con un'indiscussa predisposizione militare.

Suo papà gli consigliò di arruolarsi come AUC per assolvere i doveri militari, ma nonostante si fosse iscritto alle superiori come radiotecnico, durante gli studi gli arrivò la chiamata per il servizio di leva e partì come artigliere semplice. Il sobrio stile di vita militare gli piacque tanto che, nonostante abbia una moglie e tre figli, non sempre vive nel suo appartamento, preferendo alternarsi tra le brande presenti nei suoi tre cascinali.

Un collezionista di veicoli dell’Esercito

Mentre mi parla della sua vita, sono accerchiato da simpatiche asinelle tra cui la Lola, alle quali offro del pane secco. Basta così poco per farle diventare subito mie amiche; collaboratrici a tal punto che il nostro Marco fissa ad una di loro una storica “carretta logistica” della prima Guerra mondiale e mi ripropone i racconti che ha sentito fare dai conduttori tornati dal fronte dopo il primo conflitto.

Ma c'è di più. Guardandomi intorno osservo qualche modello di autocarro GMC 6X6 americano usato anche alle nostre Forze Armate, di cui uno in fase di restauro. Vi sono anche un TM 40 e un AR 51 oltre a diversi trattori agricoli.

Per muoverci da un cascinale all’altro, utilizziamo un Iveco Daily furgonato ex aeronautica e giungiamo al suo mulino ad acqua ancora funzionante dove, all’interno della struttura, è custodito un Moto Guzzi Ercole.

Un volontario instancabile e un veterano di pace

I suoi discorsi e la sua generosità mi toccano non poco e mi racconta che a 35 anni ha iniziato concretamente a portare aiuto e soccorso alle persone con un comitato di Croce Rossa Italiana del luogo.

A questo punto comprendo il motivo della presenza di un’ambulanza militare Alfa Romeo AR18 appartenuta alla brigata Paracadutisti, parcheggiata nel suo parco storico.

Ma la grande svolta della sua vita avviene quando si arruola nello storico Corpo Militare volontario, diventando nel corso degli anni una colonna portante di questa nobile istituzione.

Un logista e un manutentore d’eccezione, soprattutto per quella genuina passione militare priva di fanatismi che fa comprendere a Marco che questo Corpo, che sa apprezzare le sue qualità, è più di un’Istituzione, una vera e propria famiglia. Con gli anni ha sempre voluto rivestire il grado di sergente maggiore nella convinzione che non è il grado che fa l’uomo. Ciò nonostante, mi racconta che ha sempre svolto incarichi di factotum nella logistica e nella manutenzione dei materiali ogni qual volta lo chiamavano.

Nome di battaglia “Catamugna”

Anche i superiori ben presto comprendono il suo valore e tra questi Marco mi chiede di menzionare il tenente colonnello Badalone (che peraltro ho conosciuto ammirandone la preparazione tecnico-logistica), uomo che non crea assolutamente imbarazzo quando gomito a gomito si lavora in armonia e simpatia al suo fianco.

Ormai Marco, dopo anni di volontariato a Roma o fuori area, si è conquistato le chiavi di questo Corpo ma anche il simpatico soprannome operativo di Catamugna, datogli per la prima volta da “non si sa chi”, come dice lui stesso.

Ripetute missioni fuori area: Il Kosovo, quattro volte in Iraq e lo Sri Lanka

Le sue qualità umane, seguite da numerosi meriti, hanno dato il semaforo verde allo staff del Corpo per portare con il nostro Catamugna nelle avventure umanitarie che si sono susseguite negli anni passati.

Sempre a fianco del valido ufficiale e amico Badalone – che lui con grandissimo rispetto chiama sempre “Signor Colonnello” - le sue giornate di intenso lavoro nelle missioni all'estero non erano troppo diverse da quelle trascorse come volontario richiamato a Roma, ma lì spesso, sotto le direttive Nato, diventava l’amico perfetto dei bambini e delle famiglie che necessitavano di un ospedale attrezzato messo a disposizione dal Corpo militare. Volentieri questi giovanissimi amici lo venivano a cercare anche dopo le cure, magari per una caramella o per giocare, dimenticando per un po' le atrocità degli assurdi conflitti.

I suoi racconti, anche tragici, sulle missioni si interrompono quando mi chiede di riportare nell’articolo il grande impegno del comando centrale, nel voler attrezzare Milano di un Pronto soccorso mobile denominato PMA in grado di operare a 360 gradi. Un impegno purtroppo non portato a termine a seguito delle riforme in atto..

Arriva il congedo per raggiunti limiti di età e un encomio ma grazie all’associazione ANMCRI il nostro Marco continua a offrire il suo contributo al Corpo, anche se non più operativamente. L’ultimo giorno di servizio come richiamato l'amico Badalone ha voluto rilasciargli una targa di merito da parte del Corpo militare. Una targa più che meritata, perché migliaia di giovani del Corpo sono cresciuti con i suoi insegnamenti, così come numerosi adulti. Grazie a Marco Rancati in molti hanno compreso il significato e le motivazioni che devono esistere sotto una mimetica militare del Corpo.

Se l’idea di una breve biografia di un personaggio legato ai mezzi sarà di vostro gradimento, più avanti vi presenterò un amico di Marco Rancati, Silvano, che in provincia di Bergamo possiede un vero e proprio museo di veicoli militari, carri armati compresi.

La foto dell’Astra ACTL APS sulle dune e con l’asse anteriore sollevato, che oggi tutti associano al Corpo militare, è stata scattata con Marco Rancati alla guida.

Il monumento al bambino soldato

A Secugnago, il giovane sindaco ha approvato l’idea di Marco Rancati che, insieme alle associazioni d’Arma, ha proposto la creazione di un monumento che condanni il crudele utilizzo dei bambini soldati durante i conflitti, soprattutto in quelli non convenzionali e che, probabilmente, nelle sue missioni, Marco ha visto con i propri occhi.

Persone rare, semplici e al tempo stesso speciali, sicuramente necessarie.

Grazie Marco per tutto quello hai fatto e per quello che sei per noi tutti!

(foto dell'autore / web)