Nessuna decisione è stata ancora presa, ma la prima operazione di salvataggio dovrebbe riguardare tutto il personale presente presso l’ambasciata Usa a Tripoli.
Intanto, presso la base Usa di Sigonella, in Sicilia, continuano ad arrivare truppe. Sono oltre 250 i Marine schierati in base, mentre salgono a otto gli Osprey atterrati presso la Naval Air Station. Tre, infine, i KC-130J atterrati.
La situazione in Libia è costantemente monitorata, ma la tensione potrebbe salire alle stelle in pochissimo tempo. In quel caso, l’esfiltrazione degli americani nel paese diverrebbe una priorità.
Il dipartimento di stato non ha alcun elemento a Bengasi: tutto il personale è di stanza a Tripoli.
Dopo i disordini avvenuti nei giorni scorsi a Tripoli e Bengasi, la commissione elettorale libica ha annunciato l'elezione del nuovo parlamento con data fissata al prossimo 25 giugno.
La “Marine Air-Ground Task Force Crisis Response Unit”, con sede in Spagna, presso la base di Moron, è stata costituita lo scorso anno in seguito agli attentati contro la sede diplomatica americana di Bengasi, in Libia. Da rilevare che l'unità si mobilità periodicamente in relazione alle potenziali minacce in Africa.
Se la situazione lo richiedesse, gli Stati Uniti potrebbero mobilitare in meno di 4 ore altre mille marine dalla base spagnola. Allertata anche la base di Aviano, così come i gruppi di intervento rapido presenti nel Mar Mediterraneo.
Per il dipartimento della difesa Usa “i Marine in Sicilia sono pronti a proteggere il personale in servizio negli impianti americani in Africa del Nord".
Franco Iacch
(foto: Marines, Lance Cpl. Alexander Hil)