09/06/2014 - A guardare i giornali di queste settimane sembra di essere tornati in piena guerra fredda, gli annunci politici si mischiano alla propaganda senza che si riesca a comprenderne il confine ed intanto forze più o meno occulte agitano lo spettro di una guerra generale in Ucraina.
Il tutto avrebbe una valenza regionale o poco più se i blocchi del bipolarismo fossero ancora in piedi, ma uno scenario siffatto lascia intravedere una pericolosa volatilità.
La domanda che ciascuno non si vorrebbe porre è se qualcuno sparerà il primo vero colpo; anni di guerra fredda ci fanno ritenere che ciò non accadrà, tuttavia all'orizzonte si profila uno scenario da "Uragano rosso".
Chi avesse letto l'ormai datato testo di Clancy potrebbe obiettare che i fatti sono completamente differenti, ma in queste righe si vuole evidenziare l'identità di "ingredienti": abbiamo una rinvigorita jihad islamica, che oltre gli Urali continua a dispensare attentati costruendo proseliti, una politica energetica globale fondata sull'abuso piuttosto che sul giusto mezzo, si pensi al monopolio di Gazprom in termini di distribuzione continentale ed ai tentativi americani di creare dei canali alternativi al solo scopo di entrare in un mercato ghiotto e ricchissimo, c'è poi un Iraq altamente instabile ed una Germania che teme ingerenze da est.
Certamente rispetto al romanzo di Clancy le posizioni appaiono capovolte in termini di ascese e declini, nell'anno in cui fu ambientato il romanzo (1986 nda) l'URSS soffriva dei mali endemici che ne avrebbero determinato il crollo e gli USA godevano i benefici effetti della politica reaganiana, oggi invece Obama deve giungere a far minacce esplicite per imporre la propria volontà in Europa, mentre il presidente Putin si limita a confermare referendum di adesione alla Federazione Russa, peraltro la Germania del XXI Secolo é unità nel territorio, ma economicamente e politicamente divisa tra la volontà di mantenere il mercato russo ed i desideri di sanzioni proposte dagli anglo-americani.
Come si diceva le condizioni sono differenti, ma i protagonisti appaiono gli stessi, così come il rischio che a combinare assieme le stesse componenti si verifichi il tanto temuto effetto dirompente, a questo punto manca solo l'innesco e la risposta alla già nota domanda: a chi l'onere del primo colpo?
Andrea Pastore
(foto: archivio MoD Fed. russa)