23/09/2014 - Dopo le provocazioni, gli omicidi, gli editti mediatici, era inevitabile: in Italia erano le 2,30 di questa notte, quando il Pentagono ha iniziato i raid contro le basi dello Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi con il sostegno di cinque Paesi arabi, ma di nessuno occidentale.

Fonti militari americane a Washington, hanno precisato che, in osservanza alle disposizioni emanate dal presidente Barack Obama due settimane fa, il Pentagono ha impegnato caccia F-22, droni e missili Tomahawk.

Le prime ondate di attacchi hanno colpito Raqqa, la roccaforte di Isis, e si sono protratte per circa 90 minuti.

La coalizione è composta da Giordania, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati e Qatar.

L’agenzia siriana “Sana” precisa che ieri gli Stati Uniti avevano preavvertito il regime di Damasco dell’attacco contro Raqqa, informando l’ambasciatore di Assad alle Nazioni Unite.

È possibile che i raid siano condotti da unità in navigazione nel nord del Golfo Persico e nel Mar Rosso.

Nel Golfo si trova la portaerei USS George H.W. Bush, la quale potrebbe essere scortata dall’incrociatore lanciamissili USS Philippine, dal cacciatorpediniere lanciamissili USS Truxtun, e da almeno un sommergibile classe Virginia.

Giovanni Caprara

(foto: archivio DoD USA)