13/04/2015 - “Tra le fila dell’Isis combattono soldati provenienti da tutto il mondo: francesi, irlandesi, spagnoli, cinesi, australiani, ceceni, americani, libici, marocchini, tunisini, egiziani. Gli europei sono i più spietati, sono loro quelli che compiono le maggiori atrocità”.
Continuano ad emergere indiscrezioni, da prendere con estrema cautela, di quanti hanno deciso di abbandonare lo Stato islamico.
L’ultima testimonianza di chi fino a poche settimane fa lottava contro l’Occidente, è di un certo Abu Omer (nome inventato per proteggerlo da possibili ritorsioni), combattente siriano catturato dai fondamentalisti ed arruolato nell’Isis nella città di Deir ez-Zor da luglio a dicembre scorso. L’uomo sarebbe poi riuscito a fuggire e raggiungere la città di Urfa, al confine turco con la Siria, dove vivrebbe in clandestinità. Secondo l’uomo, sarebbe forte la presenza straniera tra le fila dell’Isis.
Ogni paese “offrirebbe una certa specializzazione”.
“I migliori cecchini dello Stato islamico sono irlandesi, mentre i ceceni, per la loro esperienza militare e la natura violenta, sono i migliori combattenti del Califfato”.
Che la presenza straniera fosse rilevante tra le fila dei terroristi è un dato ormai risaputo, ma se le dichiarazioni dell’uomo fossero veritiere, allora ci sarebbe un vero e proprio esercito parallelo che agirebbe all’ombra della propaganda. I ceceni formerebbero l’ossatura principale dell’esercito straniero del Califfato.
“Quando vogliono prendere una città, mandano i ceceni. Poi ci sono gli inglesi, tanti francesi, mentre i migliori cecchini sono irlandesi. Se c’è bisogno di aiuto, i ceceni chiamano proprio gli irlandesi. Mi ricordo che bevevano parecchio”.
Secondo il Dipartimento di Giustizia irlandese sarebbero trenta i combattenti che hanno lasciato il paese per raggiungere la Siria e l’Iraq, mentre secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti questi potrebbero essere poco meno di cento.
Secondo l’ex miliziano nell’Isis combatterebbero anche libici, marocchini, tunisini, egiziani, sauditi ed americani. Ma Abu Omer si è spinto oltre, raccontando anche alcuni episodi con protagonisti proprio gli europei.
“Nella battaglia di Deir ez-Zor, gli europei decapitarono tremila persone in alcuni villaggi. Ricordo che c’erano molti francesi. Sauditi ed arabi a volte perdonano, magari accettando qualcosa in cambio, ma non gli europei. Essi non si sentono combattenti stranieri, ma i creatori del nuovo califfato islamico e non fanno prigionieri”.
Gli europei, quindi, secondo la testimonianza dell’uomo, sarebbero i tagliagole preferiti per uccidere i “kuffar”, quanti cioè non credono nell’Islam.
"Non ho mai conosciuto John il jihadista. Ho sentito dire che era un cantante, ma è protetto alla stregua di Abu Omar al-Baghdadi. Non fanno altro che spostarsi, hanno paura di un attacco aereo americano”.
Abu Omer ha anche aggiunto che l’Isis ha cellule dormienti in Europa, America e Gran Bretagna e se al-Baghdadi volesse, si scatenerebbe l’inferno.
Si stima che circa 20.000 combattenti stranieri provenienti da novanta diversi paesi, abbiano viaggiato per addestrarsi nella in Iraq ed in Siria. Nel 2014 sarebbero stati 2500 gli europei tra le fila dell’Isis in Iraq ed in Siria, mentre nel 2013 erano 1937.
Francia e Regno Unito sono i paesi con il più alto numero di volontari partiti per combattere sotto le bandiere nere dell’Isis.
Secondo i dati del Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione, i combattenti stranieri che viaggiano alla volta dell'Iraq e della Siria dall’Europa occidentale - Regno Unito (500), Germania (400) e Francia (700) in particolare – sono molto più numerosi di quelli provenienti dagli Stati Uniti (100) o dal Canada (100). Dall’inizio delle ostilità, sarebbero 180 gli americani partiti per l’Iraq e la Siria. Quaranta di essi sarebbero già ritornati in patria. Sempre secondo i dati del Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione, gli italiani partiti per combattere tra le fila dell’Isis sarebbero cinquanta.
Per lo Stato islamico combatterebbero anche cento cinesi, ottocento russi, duecentocinquanta australiani, tremila tunisini, trenta irlandesi, cento spagnoli, centocinquanta olandesi, cento danesi, cinquanta norvegesi, trenta finlandesi, dieci svizzeri, sessanta austriaci, trecento belgi e cento svedesi.
Franco Iacch
(nella foto John il jihadista è affiancato da un cittadino francese ed un - concittadino - inglese)