24/06/2015 - “Ci hanno detto che i problemi che hanno contraddistinto l’F-35 sono stati risolti e che è giunto il momento di dare il via alla produzione di massa. Ma se così non fosse?” Articolo inquietante quello comparso poche ore fa sulla testata indipendente The Hill, tabloid online di Washington.
Niente potrebbe essere più lontano dalla verità – scrivono dal tabloid americano - l’aereo continua ad avere problemi di base con il motore, lo sviluppo del software, i costi di gestione, la manutenzione e l’affidabilità. Questi fattori dovrebbero suggerire al Pentagono di procedere con cautela. Se l'F-35 non è pronto per il debutto – si chiedono dalla redazione di The Hill - qual è la fretta?
“La risposta può essere riassunta in una parola: politica. La decisione di dichiarare la Capacità Operativa Iniziale per il Corpo dei Marine entro luglio e procedere con la proposta di finanziare oltre 450 aerei nei prossimi anni, renderà il programma F-35 destinato a fallire. Una volta che la produzione di massa sarà avviata, il Congresso non potrà più staccare la spina”.
Dal tabloid americano citano i problemi principali del caccia. Dall’incidente del 23 giugno dello scorso anno al motore e per cui nessuna soluzione a lungo termine è stata trovata al rapporto del Government Accountability Office. Quest’ultimo ha descritto l'affidabilità del motore come "molto scarsa” (meno della metà di quello che dovrebbe essere).
Problemi (comunque noti) si riscontrano con ALIS o Autonomic Logistics Information System, sistema che monitora lo status dell’F-35. ALIS è ritenuto il cuore dell’efficienza dello JSF. ALIS, ad aprile scorso, rilevava l’80 per cento di “falsi positivi”.
Anche il casco è attenzionato dal tabloid americano. “Il casco è una delle meraviglie dell’F-35, ma test indipendenti dal Pentagono, hanno dimostrato che in caso di guasto durante una missione, il pilota non riuscirebbe più a vedere ciò che accade dietro il velivolo ed in basso”.
“Il più grande problema dell’F-35 è concettuale: l’aver pensato di realizzare un solo velivolo che fosse un caccia, un bombardiere, un velivolo per il Close Air Support, che potesse atterrare su una portaerei o che potesse decollare verticalmente, ha comportato una serie di compromessi di progettazione che non hanno reso lo JSF eccelso in alcun ruolo”
“Il costo poi. L’F-35 pretenderà una spesa di 12 miliardi di dollari l’anno fino al 2038, cifra insostenibile a meno che tutti gli altri progetti (come il bombardiere di prossima generazione o lo sviluppo dei velivoli senza pilota) non vengano ridimensionati”.
L’F-35 – concludono dal tabloid – non sarà in grado di svolgere adeguatamente tutte le missioni che dovrebbe compiere, non ne vale il costo. Prima di spendere decine di miliardi di dollari, sarebbe opportuno staccare la spina. A breve, sarà troppo tardi.
Franco Iacch
(foto: US DoD)