28/07/2015 - Ragazzi, per lo più bambini. Corrono per le strade di un quartiere sciita di Baghdad. Non trascorrono le vacanze giocando, ma si addestrano alla guerriglia urbana contro lo Stato Islamico. Gli istruttori insegnano loro come muoversi per le strade, maneggiare le armi leggere e renderle funzionanti, proteggendole dalla sabbia.

I campi estivi, istituiti dalle forze di mobilitazione popolare, sono stati aperti da Baghdad a Bassora. Ragazzi e ragazze, dopo un editto emesso dalla massima autorità sciita del paese, sono stati ‘invitati’ ad addestrarsi per la battaglia, qualora fosse necessario.

Ad oggi sono più di un centinaio i ragazzi iscritti a questi corsi, ma è impossibile stabilire la portata di questi campi dove si insegna a combattere contro gli estremisti sunniti.

Era solo una questione di tempo. “Educare”, “istruire”, “plagiare” e “indottrinare” i bambini è una tecnica ben nota. Queste scuole dell’odio rappresentano il bacino da cui attingere per compiere qualsiasi genere di azione a difesa degli interessi nazionali (e non è detto che questi siano sempre di nobili principi).

Secondo una stima della The Associated Press, che ha visitato una classe di 200 ragazzi, circa la metà avevano meno di 18 anni. Numerosi i quindicenni. Molti tra di loro, sono ansiosi di raggiungere i propri familiari impegnati in prima linea contro lo Stato islamico. Almeno così gli dicono.

E’ solo un altro espediente per trascinare i bambini in una guerra brutale senza regole. Gli estremisti sunniti sono stati i primi ad utilizzare i bambini di 10 anni come attentatori suicidi. Non sono stati i primi ad escogitare queste “indifese” armi contro i nemici. Lo scorso giugno, venti bambini armati, molti dei quali imbottiti di esplosivo, sono stati visti in prima linea con le milizie sciite nella provincia occidentale di Anbar.

L’utilizzo dei bambini soldato sta mettendo in serio imbarazzo l’amministrazione Obama e potrebbe anche ridimensionare la coalizione guidata dagli USA. Proprio gli Stati Uniti da un lato sostengono il governo iracheno, ma dall’altro prendono le distanze dalle forze popolari. A queste ultime, però, Washington fornisce armi e supporto anche se in modo indiretto. Le milizie popolari, infatti, ricevono fondi ed armi dal governo lealista che a sua volta li ottiene dagli americani.

Imbarazzo dicevamo. Il “Child Soldiers Prevention Act” del 2008 obbliga gli Stati Uniti ad interrompere il finanziamento militare estero e le vendite commerciali dirette ai governi che reclutano e utilizzano bambini soldato.

Siamo molto preoccupati – commentano dall'ambasciata Usa a Baghdad alla The Associated Press – noi condanniamo questa pratica in tutto il mondo.

E’ stato l'ayatollah Ali al-Sistani, massima autorità religiosa sciita in Iraq, lo scorso anno, ad invitare il popolo a difendere i luoghi sacri. Centinaia di migliaia di uomini si unirono alle forze popolari insieme ad alcune milizie sciite, sostenute dall’Iran. Lo scorso 9 giugno, al-Sistani emise nuova fatwa sollecitando i giovani ad addestrarsi, durante le vacanze estive, e prepararsi al peggio.

Si difendono dalle forze popolari “Diamo solo lezioni di autodifesa ed i volontari minorenni torneranno a scuola a settembre, non andranno al fronte”. Potrebbero esserci casi isolati – dicono all’AP dal governo iracheno – non c’è stata alcuna istruzione della Marjaiyah (massima autorità religiosa sciita) per mobilitare i bambini.

Franco Iacch

(foto: archivio US DoD)