30/07/2015 - “Mai più. Non commetteremo mai più gli errori commessi con lo sviluppo dell’F-35”. A proferire queste parole, poche ore fa a Military.com, il segretario dell’Air Force Deborah Lee James.
“E’ innegabile. Abbiamo avuto una miriade di problemi e qualcuno lo abbiamo anche adesso, ma alla fine l’F-35 garantirà la supremazia sugli aerei nemici. La più grande lezione che ho imparato sull’F-35 è che mai e poi mai metteremo in produzione un aereo ancora in fase di progettazione”.
La James, forse per la prima volta, ha praticamente affermato il fallimento della progettazione in regime di “concurrency” in tempo di pace.
Cosa è la “concurrency”?
Ancora oggi la produzione dell'F-35 è a ritmo ridotto perché parte del progetto è in divenire. Questa tecnica è nota negli Stati Uniti come “concurrency”, cioè produzione ridotta dei velivoli che rappresentano il banco di prova per la futura costruzione seriale. In questo modo si dovrebbero ridurre i tempi di sviluppo, ma i costo restano considerevoli.
La “concurrency” era già utilizzata a partire dalla seconda guerra mondiale negli Stati Uniti ed i suoi costi erano così dire “accettati” da un paese in guerra, sempre alla ricerca di nuove armi da schierare contro il nemico.
Spiega la James.
"La gente considerava l’F-35 come la soluzione migliore ed a basso costo, il migliore caccia del pianeta per chissà quanti anni contro una concorrenza incapace di abbatterlo. Tutto questo non ha funzionato come speravamo, forse abbiamo sottovalutato il processo di sviluppo di un caccia di quinta generazione”.
E’ davvero lucida e realistica la presa di posizione del segretario dell’aviazione più potente del mondo, diversa da quelle trionfalistiche o eccessivamente pessimistiche di quanti hanno prima bollato l’F-35 come un miracolo per poi etichettarlo a bidone. La verità sta nel mezzo.
“L’F-35 ci è costato parecchio e richiederà somme considerevoli, più di quelle che abbiamo immaginato. Il nostro obiettivo è ridurre i costi di produzione che andranno ad influire sul prezzo finale del caccia di serie.”
Non bisogna essere dei veggenti per capire che l’F-35 del 2015 dotato del software gestionale Block-2B, avrà caratteristiche e capacità nettamente inferiori a quello che nel 2040 volerà con il Block 7.
“Ci aspettano numerose sfide ed il problema è uno soltanto: 24 milioni di righe di codice da scrivere”.
Solo per fare un paragone: l’F-22 Raptor ha 2 milioni di linee di codice sorgente.
Anche sull’episodio del combattimento simulato tra un F-35A ed un F-16 (ancora prima che la Lockheed inviasse il comunicato ufficiale, noi raccontavamo cosa era accaduto ed il perché di quel “massacro”), la James ha espresso il suo punto di vista, affermato che nonostante in volo ci fosse una versione volutamente depotenziata dello JSF, quest’ultima non si è comportata bene.
“Abbiamo ottenuto dati importanti da quel dogfight, quando diverrà pienamente operativo, l’F-35 sarà diverso da quello che adesso solca i cieli. L'F-35, avrà la capacità di vedere un nemico a centinaia di miglia di distanza. Noi li bersaglieremo e loro non sapranno nemmeno cosa li ha attaccati”.
Tra poche ore, l’F-35B dovrebbe entrare in servizio con il Corpo dei Marine. Si attende solo una firma.
Franco Iacch
(foto: Lockheed Martin / US Air Force)