03/05/2014 - Il Pentagono deve ancora spiegare come intende salvare il suo programma missilistico di intercettazione da possibili attacchi balistici provenienti dalla Corea del Nord o dall’Iran.
Il Government Accountability Office ha esaminato un rapporto del Dipartimento della Difesa che spiega la fattibilità del programma Ground-based Midcourse Defense (GMD) e di come esso potrebbe diventare operativo in brevissimo tempo. Negli ultimi tre test - due nel 2010 ed uno l'anno scorso – il veicolo “killer” che si distacca dal vettore per andare a colpire il missile nemico, è stato afflitto da problemi tecnici, mancando il bersaglio.
Il GMD è supervisionato dalla Missile Defense Agency degli Stati Uniti. Trenta missili intercettori sono già schierati stati a Fort Greeley, in Alaska e presso la Vandenberg Air Force Base, in California. Il Pentagono vorrebbe distribuire altri 14 intercettori in Alaska entro il 2017.
Secondo un Rapporto del Dipartimento della Difesa, la soluzione per raggiungere un livello accettabile di intercettazioni del sistema sarebbe di incrementare il numero dei test.
Tuttavia, in un rapporto del GAO, pubblicato mercoledì scorso, si sottolinea quanto "sia improbabile che il Dipartimento della Difesa possa raggiungere il successo dei test con il sistema GMD soltanto aumentandone il numero ed apportando migliorie durante la produzione di massa”.
Inoltre, sempre secondo il GAO, la soluzione prospettata dal Dipartimento della Difesa avrebbe un costo non più sostenibile in quanto non terrebbe conto dei possibili rischi legati ad un progetto in divenire (ricorda tanto la storia del programma F-35).
Franco Iacch