15/05/2014 - Il Comando Europeo degli Stati Uniti ha comunicato che una forza di intervento rapido dei marine è stata spostata dalla Spagna presso una base nell'Italia meridionale, in risposta alle crescenti attività ostili in Africa del nord.

Circa 180 marine, due KC130s e quattro Ospreys, sono atterrati poche ore fa presso la Naval Air Station di Sigonella, in Sicilia.

La base è un trampolino di lancio strategico per tutte le operazioni in Africa settentrionale. La squadra è pronta a proteggere, se necessario, gli impianti statunitensi nella regione.

Il contingente - si legge nella nota di EUCOM - è stato spostato a causa della crescente situazione di crisi in Africa del nord. Tutte le informazioni dei servizi segreti sono al momento classificate, ma l'attuale contesto giustifica questa mossa precauzionale.

La “Marine Air-Ground Task Force Crisis Response Unit”, con sede in Spagna, presso la base di Moron, è stata costituita lo scorso anno in seguito agli attentati contro la sede diplomatica americana di Bengasi, in Libia. Da rilevare che l'unità si mobilità periodicamente in relazione alle potenziali minacce in Africa.

Se la situazione lo richiedesse, gli Stati Uniti potrebbero mobilitare in meno di 4 ore altre mille marine dalla base spagnola. Allertata anche la base di Aviano, così come i gruppi di intervento rapido presenti nel Mar Mediterraneo.

Per il Dipartimento della Difesa Usa “i Marine in Sicilia sono pronti a proteggere il personale in servizio negli impianti americani in Africa del Nord".

Nessun riferimento alla vicenda Boko Haram.

Intanto, quanto da noi ipotizzato nelle ore scorse (forza multinazionale di reparti speciali pronti ad intervenire) potrebbe rivelarsi corretto. Come si sa, il rapimento delle giovani studentesse ha scatenato un movimento globale volto alla liberazione delle ragazze.

I paesi coinvolti nelle ricerche sono Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Canada ed Israele. Poche ore fa la Spagna ha garantito l'invio di un team di esperti.

Ma la richiesta di un intervento armato per liberare le ragazze, prende forma. Per il senatore americano John McCain, le truppe speciali USA dovrebbero già essere in Nigeria. Se sapessimo la loro ubicazione – ha detto McCain – non esiterei un attimo a scatenare i nostri berretti verdi, con o senza il permesso del governo nigeriano, con o senza il benestare di un presidente che si chiama Goodluck Jonathan.

Ma al di là delle esternazioni di McCain, si registra anche una presa di posizione della Commissione Servizi Segreti della Camera che, secondo fonti non confermate, avrebbe già proposto l'invio dei Navy Seal.

Obama, poche settimane fa, sulla vicenda Boko Haram è stato chiaro. Non adesso – ha detto Obama – ma prima o poi li affronteremo. Forse la tempistica dovrà essere rivista considerando che la politica americana sembra aver messo da parte le classiche polemiche e lasciato intendere che se Obama dovesse decidere di inviare i propri Tier-1 in Nigeria, lo farebbe senza alcun tipo di opposizione.

Ufficialmente in Nigeria non dovrebbero esserci reparti speciali occidentali, ma quasi certamente sta avvenendo il contrario così come prevede la prassi in scenari di crisi. Almeno cinque paesi avrebbero in Nigeria o a ridosso dei confini, unità pronte ad intervenire. Poche ore fa abbiamo parlato dei possibili reparti speciali schierati.

La Spagna nelle prossime ore invierà un altro contingente. Cina, Ciad, Camerun e Nigeria stanno contribuendo alla missione di ricerca con immagini satellitari. Quasi certamente, nelle prossime ore, la Germania scenderà in campo con una propria forza militare. Nel panorama europeo, resta ancora indecisa l'Italia che ha comunque condannato l'episodio.

Si attende, infine, una risposta da Mosca. L'opinione pubblica russa, che dopo l'annessione della Crimea si è riscoperta patriota, inizia a spingere il premier per un intervento e potrebbe essere il primo banco di prova per la neonata Flotta da Guerra del Mar Mediterraneo. I russi hanno un gruppo di Specnaz nella Regione, ma al momento, nessuna proposta è stata avanzata da Putin, ma una mossa non dovrebbe tardare ad arrivare.

Da sottolineare che nessun altro gruppo terroristico del pianeta ha dato supporto mediatico al gruppo Boko Haram, così come avvenuto, per esempio, con altri attentati in altre zone dell'Africa. Non si registrano dichiarazioni né dalla fazione di Al Qaeda nel Magreb Islamico (AQIM) né da Al Shabab in Somalia, gruppi molto vicini a Boko Haram.

E questo la dice lunga su quello che potrebbe avvenire nelle prossime ore. Perché l'onda emotiva venutasi a creare è paragonabile a quella dell'11 settembre, con la maggior parte del mondo che pretende giustizia. Immediata giustizia.

Perché se le ragazze dovesse essere trovate e se i reparti speciali, tra i più preparati e letali al mondo dovessero ricevere il "GO", finirebbe soltanto in un modo: la completa eliminazione fisica del gruppo Boko Haram.

Il governo nigeriano, intanto, continua ad affermare che tutte le opzioni sono state prese in considerazione, compresa la possibilità di una operazione militare con l'aiuto straniero. Un altro segnale per un possibile intervento armato multinazionale.

Franco Iacch

(foto: Bell helicopters, MoD federazione russa)