29/12/2014 - “Ero completamente ignaro del ruolo che la scienza forense avesse nella scoperta dei crimini. Ora ho imparato molto circa l’importanza di questo campo nel nostro lavoro perché è con le prove che il laboratorio di analisi produce e che ci vengono sottoposte, che noi giudici possiamo emettere verdetti giusti durante la valutazione dei casi.”

Questa è la dichiarazione rilasciata da un giudice afghano al termine della partecipazione al terzo corso sviluppato da EUPOL per la educazione alla medicina forense svolto in Herat.

L’idea del progetto è nata dopo che nella primavera del 2014 è stata completata una prima serie di lezioni di avviamento alla medicina forense che avevano riscontrato un particolare successo tra i cultori del diritto afghano.

Il duplice scopo del progetto è stato quello di sviluppare due aree di intervento. La prima ha riguardato l’approvvigionamento di attrezzatura tecnologiche per svariate migliaia di euro sia per il laboratorio forense che per il dipartimento di medicina legale dell’ospedale di Herat. La seconda area di intervento aveva il precipuo scopo di generare una conoscenza tecnico scientifica nei procuratori ordinari e militari, nei giudici e negli avvocati nonché negli alti ufficiali di polizia afghana, affinché le fonti di prova fossero giudicate anche scientificamente nel processo penale.

Questa seconda parte deI progetto di familiarizzazione con la scienza forense è stata scandita da tre fasi con corsi di cinque giorni ciascuno. Il primo è stato organizzato dall'8 al 12 novembre 2014. Sei medici locali, specializzati in medicina forense, un ufficiale della Polizia Afghana, addetto alle tecniche criminali, un avvocato dell’associazione locale forense, hanno istruito, sotto l’attenta guida di personale dell’Arma dei Carabinieri di EUPOL, un totale di 24 partecipanti, tra cui due donne. La variegata platea dei convenuti ha visto sedere fianco a fianco ufficiali di polizia, procuratori (ordinari e militari) giudici ed avvocati che hanno appreso per la prima volta in assoluto nella loro vita, lo stato dell’arte delle tecniche di analisi e valutazione scientifica della prova. D’ora in poi questi protagonisti del processo penale saranno in grado di valutare non solo le fonti di prova soggettive ma anche quelle oggettiva fornite dalla scienza. Infatti finora, la prova nel processo penale afghano si fondava solamente sulla escussione di testi.

Durante il corso i partecipanti hanno potuto visitare i locali del laboratorio forense, gestito da una società del governo americano (CSTC-A) che forma anche gli istruttori della polizia afghana nelle varie discipline forensi (balistica, dattilografia, armi da fuoco, etc). I corsisti hanno così assistito ad una dimostrazione pratica sulle procedure di analisi scientifica da parte dei tecnici afghani specializzati, apprendendo i limiti e le potenzialità dell’analisi scientifica.

La signora Sonbol Sediqi, avvocato della locale associazione forense e partecipante al corso, ha dichiarato “il programma è stato davvero utile perché per la prima volta sono stata istruita con conoscenze forensi”. L’avvocato ha altresì sottolineato la vitale necessità di continuare a realizzare corsi di questo tipo. Un sempre maggior numero di avvocati, giudici, procuratori e ufficiali di polizia devono essere coinvolti al fine di comprendere l’importanza della scienza forense nella risoluzione di casi di criminalità. 

Il primo corso ha riscosso così tanto successo nel foro di Herat che al secondo evento tenuto dal 29 Novembre al 3 Dicembre 2014 sono convenuti ben altri 19 funzionari tra cui il procuratore generale del distretto, numerosi giudici e procuratori di vario grado, nonché avvocati del foro afghano.

Tra questi il giudice Ahmad Ershad, della corte di appello di Herat, che ha dichiarato: “Mi è veramente piaciuto questo corso perché ho imparato che i medici legali hanno un grande lavoro da svolgere nell’aiutare noi giudici a decidere sui crimini commessi. Credo che ogni giudice debba avere almeno conoscenze rudimentali sulla scienza forense così da emettere sentenze giuste e libere da pregiudizi. Questo tipo di lezioni debbono continuare: abbiamo bisogno di più giudici e procuratori con conoscenze tecniche di questo tipo.“

L’ultima parte del progetto diretto a diffondere la conoscenza tecnica e forense tra gli operatori del diritto è avvenuto tra il 15 e il 20 dicembre 2014, coinvolgendo altri 23 partecipanti. Quest’ultimo corso ha riscontrato una massiccia partecipazione femminile (ben 6 donne), fatto alquanto inusuale e difficile da conseguire nella realtà afghana.

Tra questi, ancora una volta, numerosi procuratori ordinari, militari, giudici e svariati avvocati. L’avvocato Abdul Hakim Arampour ha dichiarato “Ho imparato tanto durante le lezioni. Esse mi hanno aiutato ad acquisire nuove informazioni che altrimenti non sarei stato in grado di apprendere da solo, come per esempio la scienza balistica, le varie sostanze velenose nonché i diversi tipi di ferite che posso essere inflitte sul corpo umano e come distinguerle. Sono estremamente grato a EUPOL per aver finanziato e facilitato la realizzazione del programma.”

Come si può dedurre dai commenti riportati i tre corsi organizzati hanno riscosso un grande apprezzamento alla pioneristica iniziativa sviluppata dai Carabinieri di EUPOL. Il progetto, per la prima volta in assoluto, ha consentito di diffondere conoscenze tecnico scientifiche di valutazione della prova con standard europei, non solo verso le forze di polizia ma anche tra gli organi giudiziari afghani.

La comunità giudicante ed il distretto forense sono stati unanimi nel richiedere ai Carabinieri di EUPOL nuovi seminari tecnico scientifici in modo da istruire la rimanente parte del personale inquirente e giudicante.

La rivoluzionaria intuizione nell’organizzare corsi di questo tipo ha altresì consentito di far confluire, per la prima volta e ad un unico tavolo, tutti gli attori coinvolti nell’investigazione e nella valutazione delle prove, fornendo loro, lo stato dell’arte della scienza criminalistica, ma anche raffrozando la stretta collaborazione tra i vari organi. Infatti l’intero progetto si era prefissato anche di sviluppare uno dei mandati di EUPOL ossia incrementare lo stato di diritto consolidando le sinergie della comunità afghana al fine di ottenere un sistema giudiziario quanto più autonomo, indipendente, funzionale e sostenibile.

Fonte: EUPOL

(nella foto di apertura: procuratori, giudici, avvocati e medici legali di Herat assieme al ten.col. Massimo Pani, head of field office di EUPOL, al mar. a.s.ups Giuseppe Roccotelli Deputy head field office e mar. ca. Salvatore Butera police advisor del team EUPOL alla chiusura dell’importante progetto)