12/03/2015 - Leggiamo che il tribunale speciale di New Delhi che dovrebbe giudicare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha oggi preso atto che la Corte Suprema ha rinviato tutto al prossimo luglio, convocando le parti in data da determinare.
L’arroganza indiana sta superando ogni limite e la sudditanza italiana verso Delhi è ormai vergognosa.
Il nostro Stato non esiste più al punto tale che in segno di lutto le Bandiera nazionale dovrebbe essere ammainata a “mezza asta” fino a quando i nostri Leoni del S.Marco non facciano rientro in Italia.
E’ nauseante, invece, che nessuno a livello politico ed Istituzionale assuma una posizione ferma ed è altrettanto vomitevole che ancora non si decida di attivare l’Arbitrato e portare la vicenda al giudizio di una Corte Internazionale che una volta per tutte si esprima sulla vicenda.
Personalmente ho il voltastomaco constatando che si preferisce, invece, continuare a percorrere una strada che dopo tre anni è diventata un pantano, mentre Salvatore Girone seguita ad essere ostaggio dell’India e Massimiliano Latorre in aprile dovrebbe rientrare a Delhi.
Non credo di peccare di arroganza affermando che nessuno Stato del mondo avrebbe accettato una situazione talmente assurda da sembrare un racconto fantasioso e di cui, invece, lo Stato è responsabile avendola di fatto avviata con la vergognosa decisione presa il 22 marzo 2013, quando i due Fucilieri di Marina furono rimandati in India.
Con quale coraggio, mi chiedo, il nostro Parlamento continua a votare missioni all’estero e forse si prepara ad autorizzare un intervento in Libia, pur essendo consapevole di non essere in grado di garantire ai propri soldati ciò che il Diritto internazionale e pattizio assicurano loro. Forse rispettando una tradizione tutta italiana, quella “dell’armiamoci e partite” come già avvenuto purtroppo molte volte, anche in un recente passato quando a suo tempo si affermò di non conoscere il pericolo dell’impiego dell’Uranio Impoverito nei Teatri Balcanici, affermando di non aver ricevuto in tal senso informazioni né dagli USA né dalla NATO.
I possibili motivi ce li spiega in un recente articolo l’Avvocato Mauro Mellini, intitolato “MARO’: STA PASSANDO LA LINEA PISTELLI?”. In vari passi dello scritto l’autore fa precisi riferimenti che dovrebbero aiutare a capire.
Richiama alla memoria La promessa del neopresidente Mattarella che tutto sarebbe stato fatto per “portare a casa i nostri Marò”, sottolineando pare sia destinata a fare da copertura, come la fece la sciagurata cerimonia del ricevimento al Quirinale da parte di Napolitano risposta al tradimento del “ripiegamento” dalla linea del già adottato rifiuto di riconsegnarli agli Indiani e ricordando un secondo, vergognoso, definitivo epilogo della vicenda, corrispondente, in pratica, all’adozione della “linea” del viceministro degli Esteri del Governo Letta nonché “responsabile Esteri del P.D.” Lapo Pistelli: lasciarli condannare dagli Indiani “ad una pena inferiore ai setti anni” che, poi, cortesemente, gli Indiani ci incaricherebbero di far scontare a quei poveracci nelle nostre accoglienti galere.
Un silenzio gelido è caduto sulla vicenda, scrive l’autore ed io aggiungerei solo l’India alza la voce, e dispone come meglio gli aggrada, additando al mondo l’inconsistenza dell’Italia.
E’ oramai evidente, continua l’autore, che da parte del nostro Governo si fa di tutto e di più perché il processo Indiano sia consumato alla chetichella. Quattro strilli quando si saprà della condanna (con frasi consolatori perché è stato riconosciuto che si è trattato di omicidio colposo e non è stata applicata la pena di morte) e poi, magari, il trionfalistico starnazzare di Renzi e di Gentiloni perché si otterrà che i Marò vengano in Italia. In galera.
Ogni giorno che passa, sottolinea l’Avvocato Mellini, appare la volontà di abbandonare i Marò alla mercé di una bislacca giustizia Indiana, si fa avanti sempre più concreto e prepotente il sospetto che in realtà qualcuno in Italia abbia volentieri “prestato” la “E. Lexie”, l’aggressione da essa subita, e, quel che è peggio, la sorte e le persone dei nostri Militari, come alibi ai partner di lucrosi affari e di maneggi di tangenti miliardarie per coprire un atto di brutalità della guardia costiera Indiana.
Un inverecondo “prestito”, magari sfuggito di mano fin dall’inizio a chi lo aveva concepito, richiesto e consentito, per l’esplodere della xenofobia nello Stato del Kerala della confederazione Indiana (comunista).”
Un sospetto atroce del quale vorremmo poterci vergognare, ma che i nostri ineffabili governanti, quelli del Governo Monti, di quello Letta e di quello Renzi sembra facciano di tutto per impedircelo e convincerci che non si tratta di un nostro cedimento alle solite “dietrologie”.
Parole taglienti quelle di Mauro, ma vere e concrete alle quali mi unisco per ricordare al nuovo Presidente della Repubblica Mattarella le Sue parole sui Fucilieri di Marina pronunciate all’atto del Suo insediamento al Quirinale, pregandolo di far sentire la Sua voce di Capo delle Forze Armate pretendendo che sia difesa l’onorabilità di chi difende in uniforme l’Italia ed esigendo che sia sollevata la coltre di copertura che da tre anni nasconde di fatto un vero e proprio delitto, quello di aver riconsegnato al giudizio indebito di un Paese Terzo concittadini in uniforme, a cui lo Stato aveva assegnato il compito di difendere i propri interessi.
Nello stesso modo aggiungo, unendomi al pensiero dell’amico Mauro, che sarebbe ora che i nostri mezzi di comunicazione dimostrino di essere tali, rompendo il silenzio imposto e la smettano di coprire quella “Secret Diplomacy” invocata dal Governo, magari per spacciarla poi come un successo dell’Esecutivo.
Fernando Termentini