Lunedì - Il ministro presenta alla Camera il piano organico per la Marina. Frutto del lavoro di varie commissioni, il piano, tenendo conto del confronto con l’Austria in Adriatico, prevedeva una componente da battaglia su 21 navi a vapore, 21 navi a vela con motrice ausiliaria per la protezione del commercio, l’attacco, la difesa dei porti e l’addestramento del personale, 12 unità fra avvisi, cannoniere corazzate e un panfilo reale, 15 cannoniere in legno e unità ausiliarie.

Il personale, tra gettito della leva calcolato in 10.000 uomini più altri 10.000 tra volontari e provenienti dalla leva di terra per compiti speciali, in totale 20.000 uomini considerati sufficienti alle esigenze.

Due terzi delle unità dovevano essere mantenute in posizione di armamento in permanenza, divise proporzionalmente fra i vari tipi.

Non ultima per importanza, l’istituzione a Spezia o a Livorno di un'unica scuola per gli ufficiali, la tanto attesa Accademia Navale. Anche questa volta, come già accaduto in passato, i deputati non dimostrarono eccessiva solerzia nell’esame del piano per cui a seguito dei tumulti di Torino conseguenti allo spostamento della capitale a Firenze, il piano non era ancora stato sottoposto all’esame della competente commissione della Camera quando il governo Minghetti cadde e il piano rimase, ancora una volta, allo stadio di puro studio ministeriale.

Fonte: Marina Militare