27/03/2015 - Quando durante un recente convegno ho sentito sottolineare al capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l'ammiraglio De Giorgi, che uno dei principali problemi del Mediterraneo è l'ambiente sono rimasto piacevolmente sorpreso. Sono state la profonda convinzione e l'evidente sincera preoccupazione ad impressionarmi.

Le cronache degli ultimi anni mettono al primo posto nel Mare Nostrum la questione dell'immigrazione clandestina ed il drammatico prezzo in termini di vite umane contenuto solo grazie al lavoro - che si condivida o meno - degli uomini e donne della Marina Militare, della Capitaneria di Porto e della Marina Mercantile. E questo non è stato di certo messo in secondo piano dall'ammiraglio. Tuttavia, dopo decenni di polemiche sui giornali riguardo alla sottovalutazione di materiali, armamenti od ambienti pericolosi da parte dei militari, scopro che da oltre trent'anni - in tempi non sospetti quindi - la Marina Militare si è attivamente occupata della Difesa del mare patrio.

Per fornirci un quadro delle attività e delle minacce in atto nel Mediterraneo ho avuto la disponibilità del capo ufficio dual use e collaborazioni esterne della Marina Militare, il capitano di vascello Fabio Agostini, e della tenace presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, una delle principali associazioni che si battono quotidianamente da anni contro l'ignoranza e gli abusi ambientali nazionali.

Ho imparato molto e li ringrazio per quello che è stato fatto e per la strada - forse in questo caso meglio "scìa" - che continuano a seguire con decisione.

Andrea Cucco

Buona visione!