26/05/2014 - Solo nella giornata di ieri piu di 2000 presenze tra i 34 stand del Roma Drone Expo&Show, il primo “salone aeronautico” sui droni in Italia.
Una manifestazione di due giorni che ha visto protagonisti i droni, con dimostrazioni e workshop per spiegare al pubblico il loro utilizzo, con approfondimenti che hanno spaziato dalla normativa italiana che regolamenta l'utilizzo di questa nuova tecnologia, all'utilizzo nelle attività investigative e nella lotta ai traffici clandestini.
Media partner della manifestazione la rivista dell'aeronautica militare, presente con uno stand per spiegare l'utilizzo di questa nuova tecnologia in ambito militare. Era presente un mockup del Predator, il drone usato per la ricognizione in Afghanistan, la cui configurazione e utilizzo è stato illustrato dai militari del 16 stormo. Altro media partner presente con uno stand era il mensile della polizia di stato “Poliziamoderna” che, sul numero di giugno 2014, dedicherà un ampio speciale in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il personale della Polizia di Stato dell'8 reparto volo di Firenze ha informato il pubblico sul controllo aereo.
Nel corso dell’expo ci sono state una serie di dimostrazioni, conferenze e workshop dedicati a questo fenomeno in costante evoluzione nel nostro Paese. Proprio per questo motivo l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, lo scorso 30 aprile ha pubblicato un codice di regolamentazione, rimandando al prossimo settembre l’uscita di una circolare esplicativa per fare chiarezza nel mondo del volo remoto.
Grande interesse ha suscitato il workshop di sabato su i “Droni e sicurezza. Prime applicazioni degli UAV in Italia per le attività investigative e nella lotta alla criminalità e ai traffici clandestini”, dove le forze armate e le forze di polizia si sono confrontate sull'utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Moderatore del workshop è stato Luciano Castro, presidente del “Roma Drone Expo&Show” e associazione Ifimedia.
Ad aprire il seminario è stato il prof. Massimiliano Lega, dell'università Parthenope di Napoli. A turno hanno poi preso la parola i militari dei vari corpi presenti.
Per l'esercito italiano il tenente colonnello Marco Ricci di SME ha introdotto il tenente colonnello Vincenzo Spanò del 41 reggimento "Cordenons" di Sora, che ha spiegato come sono classificati gli APR, illustrato quali sono in dotazione dell'esercito italiano e in che ambito vengono impiegati, mostrando con slide e filmati in cosa consiste una tipica missione di volo.
Per la polizia di stato il dott. Paolo Orlando ha spiegato in quali ambiti della sicurezza potrebbero essere impiegati i droni, al momento in fase sperimentale a Roma e Milano.
Per la guardia di finanza ha preso la parola il tenente colonnello Cristino Alemanno che ha spiegato come potrebbero essere utilizzati i velivoli durante i loro interventi e quali sarebbero i vantaggi qualora usufruissero anche loro di questa tecnologia ancora in fase sperimentale.
Il comandante (C.V.) Agostino Baldacchini della guardia costiera ha parlato della difesa del mare dalle origini fino a un futuro a medio termine. Attualmente non non è nel programma della guardia costiera di acquisire UAV (Unmanned Aerial Vehicle / aeromobili a pilotaggio remoto).
Il drone, per il corpo forestale dello stato, rappresentato dal commissario capo Marco Di Fonzo, è uno strumento per le investigazioni sulle scene del crimine, ovvero gli incendi boschivi, e avvalendosi di questa tecnologia, partendo dal fuoco perimetrale, con l'ausilio di nuclei specializzati riescono a stringere le indagini sino ad arrivare al fulcro scatenante dell'incendio.
Per tutti l'utilizzo del drone è da prendere in considerazione laddove potrebbe esserci pericolo per l'uomo. Questo il concetto affrontato poi dall'ingegnere Andrea Maccapani della Selex ES, azienda che è una realtà aerospaziale nel panorama dei Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), che ha evidenziato come potrebbe essere utilizzato uno UAV dalle "Blue forces" e in che modo potrebbe facilitare l'intervento dell'uomo al fine di evitare rischi durante operazioni, ad esempio, di difficile o impossibile accesso per monitorare zone come le discariche, o evitare che il personale venga esposto a possibili rischi ambientali, come i gas termici. Ogni specializzazione ha necessità diverse nell'utilizzo di questa tecnologia, e Selex ES si sta adoperando per comprendere e soddisfare le diverse esigenze.
Monica Palermo