13/12/2014 - «L’Italia, con Mare Nostrum, ha salvato centinaia di migliaia di vite umane in poco più di un anno, dando dimostrazione della migliore capacità di gestione, ad oggi, di un’emergenza umanitaria di proporzioni ingenti, mostrando anche il suo miglior volto umano. Noi ringrazieremo sempre l’Italia e la Marina Militare per questo e ci auguriamo che questa capacità venga raccolta da tutte le istituzioni preposte alla gestione di queste emergenze».
Queste le parole con cui l’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha accolto il Capo di Stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, arrivato martedì al palazzo dell’UNHCR (l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite) a Ginevra, a seguito dell’invito alla tavola rotonda «Protection at Sea», nell'ambito del Dialogue 2014, settima edizione di un'iniziativa, nata per alimentare il confronto e il dibattito internazionale sui temi sempre più urgenti e attuali riguardanti la protezione e la salvaguardia delle persone in mare.
Moltissimi i partecipanti di rilievo a questa edizione, tra questi, Peter Sutherland, Rappresentante Speciale del segretariato Generale dell’ONU per le Migrazioni e lo Sviluppo Internazionale, Laurent Muschel, responsabile dell’unità Migrazione e Asilo del Direttorato Generale Affari Interni dell’Unione Europea, Mohammed Dayri, Ministro degli Affari Esteri della Libia, Vincent Cochetel, Direttore dell’Ufficio Regionale Europeo.
«Molti di quelli che attraversano il Mediterraneo – ha spiegato l’ammiraglio De Giorgi agli oltre 400 delegati provenienti da tutto il mondo, ai rappresentanti dell’Unione Europea, delle ONG e delle associazioni che si battono per la difesa dei diritti dei rifugiati – vengono stipati in imbarcazioni sovraffollate dietro le «navi madre» e successivamente abbandonati a molte miglia di distanza dalla costa dove affondano o vengono salvati. La nostra Marina Militare – ha proseguito l’ammiraglio – ne ha salvati oltre 160.000, tra ottobre del 2013 e oggi. Ora l’operazione è passata nelle mani dell’Unione Europea, ma la Forza Armata non smetterà di indirizzare i propri sforzi nel salvare vite umane in mare, nel garantire la sicurezza di chi naviga e di combattere tutte le forme di traffici illeciti. Il Mediterraneo – ha concluso – non deve diventare un mare di morte».
Un’attenzione, quella rivolta all’esperienza di Mare Nostrum, tributata dagli interventi e dagli applausi di tutti i delegati della tavola rotonda, a testimonianza di una capacità tutta italiana di aver messo in atto un modello che ora molti chiedono di esportare in scala più ampia, a livello nazionale e internazionale, in altri mari del pianeta, flagellati dallle morti in mare di moltissime persone che lasciano la propria terra, alla ricerca di sopravvivenza e di un una speranza di fututro per sè e per i propri cari, come l’Oceano.
«Sono oltre 380.00 le persone, quelle almeno di cui abbiamo riscontro, senza contare quelli che spariscono senza che nessuno ne sappia nulla, che ogni anno nel mondo fuggono da situazioni di pericolo, come guerre, fame, carestie e negazione dei basilari diritti dell’essere umano. Intere famiglie alla ricerca di una speranza di una vita umana degna di questo nome» ha affermato l’Alto Commissario per i Diritti Umani Zeid Ra'ad Al Hussein, riconoscendo all’Italia la capacità di aver saputo tradurre in azioni concrete e in una missione eccezionale il bisogno di aiuto di migliaia di persone.
Una partecipazione, questa della Marina militare al Dialogue 2014, che l’ha vista protagonista e ospite di una tre giorni di eventi collegati ai temi delle migrazioni via mare. A dare il via il «Sea Change», incontro organizzato nel palazzo dell’agenzia UN la sera di martedì 9 dicembre dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNHCR, la Rappresentanza Permanente della Santa Sede e ICMC (organizzazione internazionale cattolica per le migrazioni), in cui la proiezione della docufiction «La Scelta di Catia» prodotta da Marina Militare, RAI e Corriere della Sera e presentata dal contrammiraglio Nicola De Felice è stata oggetto di un lunghissimo e commosso applauso di una sala gremita di rappresentanti delle delegazioni, di organizzazioni civili e di giovani studenti provenienti da varie nazioni.
Grande successo, al termine della sessione plenaria di «Protection at Sea» di mercoledì 10 l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata a Mare Nostrum, allestita in un ampio spazio del foyer del Palazzo dell’UNHCR e tenuta a battesimo dallo stesso Alto Rappresentante ONU per i Rifugiati Antonio Guterres, con l’Ambasciatore della Rappresentanza italiana Maurizio Serra e il contrammiraglio De Felice, che hanno simbolicamente aperto le porte a una galleria di immagini toccanti e vivide, realizzate nel corso dell’Operazione Mare Nostrum, attraverso l’occhio del noto fotografo Massimo Sestini.
Fonte: Marina Militare