Il Centro Studi Esercito, Centro di Pensiero di riferimento della componente militare terrestre1, lancia il primo progetto di studi civile e militare in ambito di difesa cyber: “lo sviluppo della capacità cyber dell’esercito”. Scopo del progetto è implementare le capacità esistenti in tema di difesa e sicurezza cibernetica dell’Esercito Italiano.
Il pool interdisciplinare, costituito da professionisti militari e civili del settore, al termine di un anno solare, produrrà un blue paper che sarà consegnato durante un evento formale alla presenza degli alti vertici militari, politici e legislativi.
Obiettivo dell’ambizioso progetto è quello di favorire la conoscenza cyber, organizzando incontri e seminari rivolti ai diversi attori coinvolti, anche per favorire l’educazione cyber delle future generazioni.
Il team è composto da ingegneri delle telecomunicazioni, esperti cyber, tecnici, militari, del mondo universitario e dell’industria provenienti da Oracle, Leonardo, CISCO e Engineering. Ricercatori e analisti sono al lavoro già da qualche mese allo scopo di identificare gli scenari futuri di crisi a livello internazionale o eventuali avvenimenti dirompenti da cui potrebbero scaturire le future guerre cibernetiche.
Le capacità offensive e difensive dei possibili concorrenti sono destinate a aumentare con la stessa velocità con cui sviluppiamo le nuove tecnologie. Di qui la necessità di prevedere un sistema di forte collaborazione fra mondo militare e civile.
L’intento del Centro Studi Esercito, nel promuovere il progetto Cyber, è quello di favorire conoscenza e consapevolezza nel settore, individuando le capacità cyber (difensive e offensive) necessarie per l’esercito del futuro (interne e/o esterne), a breve e medio termine, indicando i principali elementi da tenere in considerazione per lo sviluppo a lungo termine.
Oggetto dello studio è pure quello di comprendere come procedere nello sviluppo delle capacità necessarie, in collaborazione con tutti gli attori nazionali (istituzioni nazionali, internazionali, università e industria), individuando capacità correlate alle tecnologie di rottura da potenziare poiché fondamentali per il dominio cyber. Risulta, infatti, indispensabile predisporre un modello di riferimento e un piano efficace di azione per operare in ambito militare e civile, al fine di abbreviare, quanto più possibile, tempi di risposta e sondare capacità difensive e offensive, necessarie all’esercito del futuro. Il cyberspazio non ha confini, e cosi nemmeno le minacce che lo popolano, occorre, allora prepararsi: “si vis pacem, para bellum”.
A Varsavia, nel 2016, la Nato riconosce lo spazio cyber come il V dominio operativo. La guerra ibrida è in tutto e per tutto una guerra complessa che presuppone l’utilizzo combinato di tattiche nascoste, cyber crime, spionaggio cyber, terrorismo cyber e cyber warfare.
La cyber aggressione rappresenta un attacco a basso costo, con un ottimi risultati in termini di opportunità costi-benefici (per chi ha mosso l’attacco, si intende), rendendo perfino difficile stabilire con certezza l’aggressore. Infrastrutture critiche, istituti di credito, scuole ospedali, reti sono ad oggi veri e propri obiettivi strategici di interesse nazionale.
I futuri sviluppi tecnologici sono naturalmente di difficile previsione, ma è dai limiti che si intende muovere i primi passi al fine di proporre la soluzione più adatta a uso e consumo del legislatore e della amministrazione, perché possa misurarsi con le criticità attuali e future.
E se non ci pare ancora evidente come le prossime tecnologie andranno a insistere sulla nostra vita e la nostra sicurezza, il responsabile del team, Alessandro Rugolo, ci invita a immaginare uno dei futuri scenari operativi presi in esame: Provate a pensare per un istante che ogni vostra azione, a cominciare da quando controllate la posta on-line, scrollate i vostri social network o inserite il vostro cv su di una piattaforma, venga attentamente profilata (questo è il termine corretto) da un potente algoritmo, capace di rendervi oggetto di campagne mirate di promozione, peggio, influenzi il vostro pensiero, magari durante la campagna elettorale, indirizzandovi notizie, post e testimonianze parziali. Provate ad immaginare che grandi potenze internazionali emergenti, e non, abbiano da tempo investito fondi e energie con l’unico intento di garantirsi il predominio cyber. Considerate le applicazioni del 5G, l’elevato impiego dello spettro elettromagnetico, la crescita dello IoT, le diverse applicazioni della intelligenza artificiale. Pensate ai computer quantistici, al DNA sintetico e, ancora, alle conseguenze di una elevata connettività, l’interdipendenza di sistemi d’arma e reti informatiche, alla difficoltà di individuare chiaramente il vostro avversario e alla conseguente difficoltà di prevederne le mosse?
Vi spaventa? E cosa direste se vi dicessi che il futuro è già arrivato?