F35, avete rotto... tutti!

(di Andrea Cucco)
11/10/18

Ricapitoliamo: vent’anni or sono abbiamo avuto dei politici “figli di bona donna” (una volta tanto nell’accezione positiva...) che, per far aderire il nostro Paese ad uno dei programmi militari più innovativi ed ambiziosi della Storia, il programma JSF, hanno chiesto ed ottenuto dagli USA condizioni di assoluto privilegio: 131 velivoli "quasi regalati" (v.intervista), produzione europea in Italia e prospettiva di decenni di manutenzione per tutti i velivoli del continente…

Cosa siamo stati capaci di fare pochi anni addietro per mantenere in vita un governo temporaneo, uno dei tanti “non eletti” che si sono succeduti? Tagliare gli F35 per ridurli al di sotto della soglia che contrattualmente avrebbe fatto perdere il 30% della produzione di cassoni alari che avevamo ricevuto! Questo per guadagnare consenso da elettori inconsapevoli e facilmente manipolabili con equazioni del tipo 1F35=10 ospedali. Nessuno però ha urlato allo scandalo quando si è trattato di perdere con il taglio oltre 4 miliardi! Nessun De Villiers si è d'altronde dimesso per protesta. Il ministro della Difesa Di Paola, d'altra parte era un ammiraglio!

In Italia siamo lontani anche solo dal comprendere vagamente il valore politico ed economico di forze armate credibili. Siamo però ottimi pappagallini ammaestrati nell'imputare ad altri le "fake news".

Soldi pubblici erano stati investiti per avere i migliori caccia con un ritorno economico enorme per l'industria, per lo più aziende pubbliche. Il ritorno sarebbe stato quindi per lo Stato italiano.

Il problema di fondo dell'immagine pubblica dell'F35

Siamo entrati in un programma internazionale con a capo gli Stati Uniti, non altri... Per anni, lo sviluppo e la realizzazione del velivolo hanno ricevuto la trasparenza e la capacità di verifica a stelle e strisce: se un programma ha ritardi o difetti sono il governo e il Pentagono a evidenziarlo alle aziende, non solo ed eventualmente la stampa. E quando si parla di armamenti, negli USA, di norma, non si scherza né si glissa…

Da noi, Paese in cui i difetti di un mezzo destinato alle forze armate non sono evidenziati con la stessa puntigliosità statunitense, per anni ubriachi di notizie inattese e quasi storditi dalla novità, abbiamo seguito il programma F35 credendo che il velivolo fosse una schifezza. D'altra parte, se in Italia ai reparti arrivano forniture indecenti senza che nessuno fiati, cosa pensare di un aereo di cui da oltreoceano, per anni, si lamentano ritardi, costi e criticità?

Ci siamo alleati con la patria di “È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente!”, solo che siamo abituati ai silenzi o, peggio, ai sordiani “Ottimo e abbondante signor generale!”, MAI seguiti - questo è il grave - dagli “invece è uno schifo!” (v.link).

L'epilogo

Pur alla luce di un eccellente velivolo (v.articolo) ottenuto in esemplari inferiori al necessario, si utilizza l’F35 come fosse una vergogna, non un motivo di vanto.

Leggete cosa è costretto a ribattere oggi il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sulla sua pagina Facebook...

LA VERITA' SUGLI F35

Buongiorno a tutti, in questi giorni leggo presunti articoli o blog che ci accusano di aver proceduto all'acquisto di nuovi F35.
Sono falsità! 
E queste falsità c'è chi le dispensa per propria ignoranza (non li biasimo dopo tutto, non è una colpa, ma li invito a leggere e a studiare i documenti) o per manifesta malafede.
Sofferimiamoci però sulla malafede, che è più grave: è sorprendente che esponenti del Partito Democratico sventolino in giro e sul web dichiarazioni in cui affermano che il M5S sta comprando nuovi cacciabombardieri.
Sapete perché? Perché i lotti 13 e 14 sono stati impegnati proprio dal Partito Democratico!
E sapete quando lo hanno fatto? A tre mesi dalle elezioni, pur sapendo che non le avrebbero mai vinte.
Questa è la verità, parlano le carte (eccole: 
https://dod.defense.gov/News/Contracts/Contract-View/Article/1503297/).
Ora, io sto lavorando - con grande senso di responsabilità anche verso l'indotto occupazionale e il comparto delle imprese italiane coinvolte nel progetto - per cercare di mettere ordine nel caos che ci hanno lasciato. 
Ma è questo il punto: io lavoro, loro vaneggiano. 
Passiamo la mano e andiamo avanti.
Presto vi dirò la soluzione che abbiamo individuato e lo farò nel modo più trasparente possibile. 
Anche perché, sia molto chiaro, io non ho nulla da nascondere. Se c'è qualcuno che ha qualcosa da nascondere, oggi, siede tra i banchi dell'opposizione.
Viva le Forze Armate!
Viva l’Italia!

In politica c'è insomma chi ha assecondato controvoglia un programma che non comprendeva prima - figuriamoci ora... - ed oggi fa il bue che dà del cornuto all'asino, e dall'altra ci troviamo gente che a forza di sentire falsità sul velivolo per anni (ed averle condivise) non può rivedere vecchie promesse elettorali.

La domanda sull'F35 - a prescindere dalla posizione, partito/movimento di appartenenza o simpatia politica - è semplice: “ci meritiamo ancora Alberto Sordi” o vogliamo diventare un Paese serio?

(foto: U.S. Air Force / fotogramma tratto da "La Grande Guerra")