Sono passati pochi mesi da quando una campagna mediatica è esplosa contro un carabiniere della caserma fiorentina Baldissera per un presunto simbolo nazista esposto nel proprio alloggio (v.articolo). Ricordate?
Il ministro "Roberta Pinotti" aveva immediatamente condannato – basandosi evidentemente solo sulle informazioni di alcuni media, non dell'interessato – un fedele servitore dello Stato affermando che “chi espone una bandiera del Reich non può essere degno di far parte delle forze armate e dunque dei carabinieri...” (v.articolo).
Ci piace pensare che, aiutato anche dal nostro giornale, il preparato e competente ministro abbia compreso l'errore di fondo nell'aver scambiato una bandiera storica della marina imperiale tedesca per un simbolo del terzo Reich.
È aberrante, anzi odiosamente “nazista”, demonizzare simboli storici per speculazioni politiche. Ad opinione dello scrivente il rispetto di ogni percorso storico, positivo o negativo che lo si voglia definire, dovrebbe essere sacrosanto anche quando non condiviso o condivisibile. E riguardo al nazismo non ci può essere spazio per il benché minimo dubbio - in Italia - visto il nostro retaggio di "duemila anni di civiltà sulle spalle" (v.articolo).
Ma con questa premessa dove vogliamo arrivare? Semplice: a complimentarci con il ministro per il percorso intellettuale realizzato in pochi mesi.
Non è stata con poca sorpresa che ieri, durante una visita all'evento motociclistico che annualmente raccoglie appassionati bikers nella capitale, il “Motodays”, ci si è imbattuti in alcuni dei mezzi più utilizzati dalle truppe naziste nel secondo conflitto mondiale.
In particolare campeggiava in evidenza nell'ampio stand dell'Esercito - tra vari mezzi storici del periodo (Alleati e dell'Asse) – un “semicingolato N.S.U. Kattenkrad del 1940”.
Ora, al di là del fatto che il nome corretto dovrebbe essere “Kettenkrad” (contrazione di Kettenkraftrad, “veicolo cingolato”, in tedesco non in barese...), quello esposto è uno dei mezzi che nell'immaginario collettivo più rimandano al periodo nazista.
Se questa non fosse Difesa Online, qualcuno avrebbe potuto gridare scandalizzato che “chi espone un veicolo del Reich non può essere degno di far parte delle forze armate...”, poi qualcun altro avrebbe ripreso la notizia, per concludere la catena perversa con la messa in stato di accusa di un povero ed incolpevole responsabile del museo storico della motorizzazione militare. Il classico gioco dell'incularella nazionale...
Cosa può essere accaduto dunque dalla caccia alle streghe di dicembre?
Che è stato lampante che gli italiani non se la sono bevuta allora e sono oggi ancor più preparati in storia dei propri politici?!
Che una settimana addietro un'intera classe politica è stata spazzata via (in prospettiva, non ancora realmente) dal voto?!
Che il ministro non è passato immediatamente nel suo collegio “blindato”?!
A noi piace credere che, essendo una donna intelligente, “Roberta Pinotti” abbia dimostrato - con discrezione - di saper far tesoro degli errori e sapersi redimere agli occhi del pubblico.
Brava dunque “Roberta Pinotti”! Meglio tardi che mai...
(foto: Difesa Online / web)