A prescindere da chi sarà il prossimo titolare del Dicastero della Difesa, si troverà ad affrontare diversi dossier riguardanti l’ammodernamento dello strumento militare nazionale.
Ne possiamo citare alcuni che, secondo noi, meritano particolari attenzioni.
Per quanto riguarda l’Aeronautica c’è da confermare l’acquisizione del caccia di 5° generazione F-35 LIGHTNING II. Il numero è ormai fissato a 90 esemplari, 60 nella versione F-35A e 30 F-35B (15 AM + 15 MM). A nostro avviso sarebbe il caso di assegnare tutti gli F-35B alla Marina Militare e acquistare ulteriori 15 F-35A (meno costosi e con prestazioni maggiori rispetto alla B) per l’Aeronautica Militare.
Si dovrebbe acquisire anche un velivolo da impiegare per il supporto CAS (Close Air Support), come per esempio l’Aermacchi M-346FA (foto), da impiegare in operazioni che non necessitano dell’utilizzo degli F-35. Inoltre si dovrebbe prendere una decisione in merito al caccia di 6° generazione TEMPEST, visto che Francia e Germania hanno già avviato un programma di sviluppo congiunto.
La linea di trasporto sta invecchiando, i C-130J sono ormai in servizio da 20 anni, e sono stati ampiamente utilizzati. Il successore naturale dovrebbe essere l’Airbus A-400M, anche se il lungo periodo di sviluppo ha fatto emergere non pochi problemi progettuali. Si potrebbe guardare anche a prodotti extraeuropei, come l’ucraino Antonov An-70 e il giapponese Kawasaki C-2 (foto), con capacità di carico superiori rispetto al velivolo europeo.
I 12 C-27J in servizio (di cui uno, il C-27J JEDI, in configurazione per la lotta elettronica) appaiono insufficienti per le pressanti esigenze della Forza Armata. L’acquisizione della versione MC-27J PRAETORIAN permetterebbe all’Aeronautica di schierare una piattaforma d’attacco in grado di erogare un notevole volume di fuoco (cannone ATK da 30 mm e la possibilità di trasportare bombe a guida laser).
In merito al sostituto del sistema superficie-aria SPADA (nonché lo SKYGUARD ASPIDE dell’Esercito), quest’anno ci dovrebbe essere il via libera per il CAMM-ER.
In merito ai droni, secondo noi si dovrebbe tornare sul P.2HH (il progetto europeo MALE ha costi in continua ascesa) in quanto l’Aeronautica ha bisogno di UCAV armati, non solo per compiti di ricognizione e sorveglianza
Per quanto riguarda l’Esercito è ormai evidente che la componente corazzata versi in pessime condizioni.
In articoli precedenti abbiamo già segnalato l’inutilità di un ammodernamento della linea di carri C-1 ARIETE (leggi). Ci limiteremo, quindi, a suggerire l’ammodernamento di poche decine di mezzi (magari un solo reggimento), in modo tale da convogliare le risorse per lo sviluppo di un nuovo MBT, con la partnership di altre nazioni per ammortizzare i costi.
Stesso discorso per il veicolo da combattimento per la fanteria VCC-80 DARDO, anche qui è necessario avviare un programma di sviluppo con altre nazioni. È in essere il progetto GROUND COMBAT CAPABILITIES, finalizzato alla definizione di una famiglia di veicoli da combattimento comuni europei: leggeri, medi e pesanti.
L’anno scorso è stato firmato il contratto per l’acquisto di 10 nuove blindo pesanti CENTAURO II, l’esigenza totale è di 136 mezzi ma ancora non si è trovata la copertura finanziaria.
Si devono sostituire gli elicotteri AB-205 e AB-412, la scelta dovrebbe cadere sulla versione militare dell’AW-169.
Nel campo dei sistemi d’artiglieria antiaerei, i semoventi SIDAM-25 sono stati messi ormai in naftalina, si dovrebbe quindi pensare a un sostituto.
Si potrebbe rispolverare l’idea dell’OTOMATIC degli anni ’80 magari installando un pezzo da 76/62 sugli scafi dei LEOPARD 1, oppure dei CENTAURO che verranno dismessi.
Un altro programma da completare è quello del VTMM ORSO 4x4, in configurazione ACRT (Advanced Combat Reconnaissance Team), dotati di sistema optronico di visione ogni tempo VOSS (con sensori TV e IR installati in una torretta su supporto elevabile).
In più si dovrebbero trovare i fondi per completare il finanziamento per l’acquisto del VTLM LINCE 2, evoluzione del precedente veicolo e dotato di nuovo propulsore, nuovo impianto di trasmissione (con due marce in più) e con una protezione incrementata.
La Marina Militare necessita di sostituire i due cacciatorpediniere classe DURAND DE LA PENNE, in servizio da 26 anni, i quattro battelli classe SAURO (al momento si ipotizza l’acquisizione di quattro sottomarini U-212 NFS, di cui attualmente risultano finanziati 806 milioni di euro relativi all’avvio della 1° fase della 1° tranche acquisitiva, su un totale di 2 miliardi e 350 milioni di euro), e le tre LPD classe SAN GIORGIO.
Grande importanza per la Marina riveste il programma relativo allo sviluppo del nuovo missile superficie-superficie TESEO Mk2/E EVOLVED, in grado di colpire obiettivi terrestri, e il munizionamento d’artiglieria VULCANO. Per il primo la copertura finanziaria prevede uno stanziamento complessivo di 395 milioni di euro, attualmente è stata finanziata la fase di sviluppo con 150 milioni; mentre il secondo ha un onere complessivo di 344 milioni di euro, da spalmare in 14 anni.
Questi sono solo alcuni delle problematiche che il prossimo Ministro della Difesa dovrà affrontare, anche se sappiamo bene che, senza una Politica di Difesa seria da parte di tutta la classe politica nazionale, difficilmente ci potrà essere quel salto di qualità che le nostre Forze Armate meritano.
Foto: web / U.S. Air Force / U.S. Army