Cari lettori, prendo spunto da una nota inviata dalla Marina Militare (leggi) che precisa su alcune notizie divulgate a mezzo stampa oggi.
Queste ultime settimane c’è stato un gran tam tam di notizie sui giornali legati al filone di inchiesta denomitato "Trivellopoli".
Da direttore di una testata che segue le vicende militari ho colto un’anomolia alcuni giorni fa. Esattamente il 2 aprile alcuni giornali hanno addirittura rintitolato nella notte le proprie edizioni (vedi ultima immagine in fondo) pur di sbattere in prima pagina una divisa. Leggendo gli articoli non si capiva il perché il militare fosse stato nominato.
La foto dell’ammiraglio De Giorgi, è stata rilanciata da tutti i media nel week-end. Nessuna testata ha saputo però spiegare il contenuto delle accuse o i fatti contestati all’ammiraglio. Perché?
L’attacco ha preso contorni definiti nei giorni successivi: una elargizione lenta e quasi giornaliera di accuse - quasi tutte incentrate su fatti accaduti in passato - seducenti per un pubblico affamato e abituato agli scandali nazionali ma che lascia intravedere un’architettura dietro tale attacco. Ricordiamo che l’accusa con la quale è stato gettato del fango sulla Marina e sul suo capo è stata addirittura quella di associazione a delinquere, poi però derubricata in abuso di ufficio.
Cosa avrebbe combinato l’ammiraglio? Avrebbe, per esempio, promosso e poi trasferito un ammiraglio di stanza ad Augusta semplicemente perché "scomodo". Si è gridato allo scandalo per la promozione, ma sono venuto in possesso di un documento del 2014 firmato da una commissione (vedi a dx dettaglio) - quindi una decisione collegiale e non singola come da accusa - e controfirmata dal ministro Pinotti, che vede l’ammiraglio Camerini in pole position per la promozione nel 2015, perché i primi tre sono stati promossi nel 2014. (vedi sotto documento completo). È ora chiaro che la motivazione gridata di "promuovere per rimuovere" sembra essere un millantato credito di qualcuno che vantava titoli al telefono che non aveva (intercettazione Colicchi- Gemelli). Mi torna in mente la prima intervista fatta al portavoce dei Servizi Segreti in cui, riferendosi a millantatori indagati che si presentavano come uomini dei Servizi, affermava che “nello spogliatoio del calcetto posso pure spararla grossa dicendo che sono l'uomo di Belen, fuori la realtà è ben diversa...”
Chi ha avuto modo di seguire la storia contemporanea della Marina si sarà accorto che in questi ultimi tre anni la Marina Militare - era ormai ridotta ai minimi termini rispetto ai numerosi compiti che è chiamata a svolgere (Mare Nostrum ne è stato un esempio assieme a molte altre missioni estere) - ha avuto grazie all’azione del suo capo di stato maggiore un'eco importante in molti ambienti ed è riuscita a far approvare una legge che, se anche non la rivoluziona, la salva da morte certa. L’accusa è anche qui di aver cercato convergenze attraverso la sensibilizzazione dell’importanza del settore marittimo per un paese come è l’Italia.
Mi viene in mente il commento di un blogger che ha scritto: “Ma a chi avrebbe dovuto chieder i soldi l’ammiraglio, al Papa?”. Sempre lo stesso diceva che quello che ha fatto è ciò che ci si aspetta da un capo di stato maggiore: la salvaguardia della propria forza armata.
Con l'avvio del Programma Navale diverse fonti ben informate mi hanno riferito in passato che De Giorgi ("uomo pignolo") si sarebbe anche scontrato con l'amministratore delegato di Fincantieri durante l’esame delle unità navali commissionate, esigendo il rispetto dei massimi parametri qualitativi.
Analizzando l’arco temporale nella quale si è sviluppata tutta la vicenda, mi sembra strano che il nome del capo della Marina sia stato fatto, come ho già ricordato anche senza alcuna altra notizia di venerdì, quando il lunedì successivo il consiglio dei ministri avrebbe dovuto scegliere un eventuale capo della protezione civile e, poiché il mandato dell’ammiraglio è in scadenza (prossimo 21 giugno) e visti i suoi precedenti in tale settore (ricorderete l’operazione Tevere, nella quale l’ammiraglio allora capo di stato maggiore del COI diresse le operazioni che permisero, con l’impiego di nocchieri del Vespucci e incursori di Marina, di liberare ponte Sant’Angelo dalle ostruzioni e scongiurare così l’allagamento di Roma), il suo, sarebbe stato sicuramente un nome papabille anche se scomodo per molti suoi nemici.
Già, di nemici a questo punto l’ammiraglio deve averne molti e anche molto potenti visto il livello di accuse e la bassezza dei modi con la quale sono state avanzate. Accuse "suggerite" e riprese senza far troppe domande?