25 aprile: a Milano la resistenza si fa con la memoria

(di Anita Fiaschetti)
25/04/17

Milano è memoria. Senza memoria non c’è futuro”. È questo il filo conduttore che a partire dal principio della memoria - su cui si fonda la città meneghina, medaglia d’oro alla Resistenza - riunisce gli eventi di quattro date simbolo dell’impegno antinazista e antifascista. Tra queste anche il 25 aprile, Festa della Liberazione. Diverse le manifestazioni organizzate per celebrare questo 72° anniversario, tra cui il corteo più atteso, quello che da corso Venezia ha attraversato le vie del centro fino ad arrivare in piazza del Duomo, dove si sono tenuti gli interventi istituzionali.

Nella Resistenza sono confluite esperienze, idealità e visioni del mondo anche diverse. Alla Resistenza hanno partecipato donne e uomini che nella molteplicità dei punti di vista hanno saputo collaborare, hanno saputo lottare insieme per conquistare la libertà e hanno saputo costruire un’Italia migliore. La libertà di essere diversi è il bene più grande che la Resistenza ci ha donato e di cui godiamo ancora oggi. Voi siete l’Italia migliore, quella che non smarrisce mai la speranza di costruire un Paese più giusto dove non ci sia mai più spazio per la persecuzione, l’arroganza e i fascismi di ogni genere” ha affermato davanti a una piazza gremita Giuseppe Sala, sindaco di Milano.

Tolleranza. Apertura. Condivisione. Sono questi secondo Sala i valori fondanti di questa nuova stagione di consapevolezza. Valori che si affermano con forza e decisione contro chi semina paura, odio e separazione. “Milano ha scelto di essere una città libera, aperta e accogliente. Oggi è il tempo delle scelte, forti e consapevoli, che facciano veramente emergere, vivendo con apertura il cambiamento, i valori su cui si fonda il nostro vivere, la nostra società, la nostra democrazia. La Liberazione non è mai finita e per noi oggi Liberazione significa vincere la paura del nuovo, dello sconosciuto, dell’incontro con chi viene da lontano e chiede a noi una speranza”.

A ricordare l’importanza della Resistenza anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha dichiarato: “Uomini e donne, spesso giovanissimi, scelsero ognuno secondo le proprie possibilità di fare la propria parte per ritrovare l’umanità tradita dai soprusi della dittatura. Le madri e i padri della Resistenza ci hanno affidato un compito che non può certamente considerarsi esaurito con questa seppur bella manifestazione. Non si deve considerare questo giorno come una semplice celebrazione, ma come l’occasione nella quale riscoprire le nostre radici, ciò che ci ha unito e ci continua a unire dopo settantadue anni. Gli uomini e le donne della Resistenza sognarono a occhi aperti un’Italia libera e democratica nella quale a nessun essere umano sarebbero stati più negati diritti universali e inalienabili”.

E lo stesso Grasso ha sottolineato come una delle maggiori offese che si possa fare al 25 aprile sia proprio l’antipolitica o l’indifferenza alla politica o ancora il considerare questa ricorrenza come di una sola parte dell’Italia: “Fa male sentire tanti giovani dire ‘la politica è una brutta cosa, che me ne importa. È così bello, è così comodo, la libertà c’è’. Attenzione però, la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di soffocamento che intere generazioni provarono per vent’anni e che auguro a tutti di non sentire mai più”. Partecipazione e solidarietà dunque come strumenti utili a creare le condizioni perché ciò non avvenga e a tutti ha ricordato le parole che il partigiano, nonché presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi amava ripetere ai giovani: l’Italia sarà quello che voi sarete. Sta a voi far diventare questa nostra Patria più forte e più bella, quella Patria per la quale tanti miei compagni di gioventù hanno dato la vita. Nutrite speranze e progetti, date libera espressione a quanto di nobile, generoso anima le vostre menti e i vostri cuori, soprattutto abbiate sempre fiducia in voi stessi.