Lo avevamo incontrato due anni fa a Tartous, celebre città costiera con il più alto numero di caduti per la maledetta guerra. Ouday Ramadan è probabilmente il concittadino con la più alta conoscenza della realtà siriana.
Quel che colpisce immediatamente, al di là della temperatura corporea normale (nella precedente intervista aveva la febbre a 40°, vedi video) è il “non verbale”: lascia trasparire un ottimismo che non abbiamo mai percepito in precedenza, né tra le nostre fonti, né con i nostri occhi nei due reportage dello scorso anno... Un raggio di luce che promette speranza in una terra meravigliosa, stuprata da anni di violenza, barbarie e – forse il male peggiore – consapevoli menzogne.
Presto inizierà una ricca corsa alla ricostruzione. Per molti Paesi partecipanti sarà un'attività vergognosamente ipocrita. Ma la Storia è costellata di esempi di tale doppiezza.
La ferma opinione di chi scrive è che - senza la vittoria del tanto criticato magnate americano - la Siria sarebbe ancora una terra intrisa del sangue sbagliato. Anche se la perbenista replica "deve essere" che non andrebbe mai offeso nessuno...