Intervista a Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia

(di Andrea Cucco)
30/11/15

La Russia è quotidiana protagonista delle prime pagine dei media oramai da mesi. In chi apprende le notizie l'atteggiamento è difficilmente sobrio e distaccato, ci si schiera. Visto l'ultimo sanguinoso e barbaro teatro di intervento, si potrebbe forse non farlo?

Abbiamo avuto la possibilità di porre qualche domanda a S.E. Sergey Razov, l'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia. Ne abbiamo approfittato per rispondere ad un quesito che molti lettori ci sottopongono da mesi...

Ambasciatore Razov, come immaginava l’Italia prima di venirvi a lavorare?

Ho sempre associato l’Italia al sole, al mare e a un’intensa vita culturale. Sa che Filippo Marinetti, fondatore del futurismo italiano, per il talento, l’energia e la passionalità era soprannominato “la caffeina d’Europa”? A mio parere, con una certa dose di generalizzazione simbolica questa definizione può essere estesa a tutto il paese.

Che cosa in Italia è stata per Lei una piacevole sorpresa e cosa L’ha delusa?

L’Italia stupisce per la sua eterogeneità, i suoi colori accesi che tingono la vita di Roma e di altre città. Non esiste un altro paese, in un unico spazio geografico e politico, in cui convivano tanti straordinari costumi e dialetti. Vivendo qui è impossibile non farsi pervadere dalla sensazione della grandezza della sua eredità culturale e storica. Gli italiani sono persone incredibilmente aperte e creative, l’innata predisposizione alla comunicazione si manifesta nella loro passione per gli incontri conviviali nei bar e nella gentile amabilità che dimostrano nei rapporti con il prossimo.

In questo io vedo una parte della vostra cultura e la naturale inclinazione italica alla comunicazione. La frase: “vediamoci domani alla tale ora” ha meno successo. Nonostante questo, la prima cosa che si nota è l’affabilità nei confronti del prossimo e la buona educazione che, di norma, manifestano sia le persone di una certa età sia i giovani.

Le relazioni italo-russe hanno una storia plurisecolare. In quale fase sono oggi?

Nel periodo postosovietico i nostri rapporti hanno acquisito una qualità nuova. Negli ultimi diciotto mesi il presidente Vladimir Putin e il premier Matteo Renzi si sono incontrati cinque volte. Il costruttivo approccio del leader italiano al dialogo con la Russia, il suo sforzo di sostenere la cooperazione multilaterale, nonostante la non facile situazione mondiale, è da noi adeguamente apprezzata.

A giudicare dai titoli dei giornali la presenza russa in Siria sembra una novità. Da quanto tempo la Russia ha fatto la sua comparsa in questa regione?

La Siria è legata alla Russia da secoli. I pellegrini russi visitavano il paese durante il loro viaggio verso la terra Santa, e gli zar russi hanno aiutato molte volte i cristiani siriani. Il primo metropolita della Rus’ Kieviana fu il prelato Mikhail – arabo di origine siriana. Nel XVI secolo Antiochia sostenne attivamente la fondazione del patriarcato russo.

Nel XIX secolo a Mosca fu istituita la nunziatura di Antiochia, i siriani ortodossi, per ricevere un’educazione religiosa, cominciarono a frequentare i seminari e le accademie spirituali russi. Fin dal 1912 la Russia ha finanziato la costruzione di scuole russe in Siria. Nel 1913 l’imperatore Nicola II invitò Gregorio IV, Patriarca della Grande Antiochia, alle celebrazioni per i trecento anni del casato dei Romanov. Dal 1944, anno in cui la Siria dichiarò la propria indipendenza, la Russia intrattiene con il paese relazioni diplomatiche e militari. Dietro sua richiesta, stiamo offrendo sostegno all’attuale governo della Siria nella sua lotta contro l’ISIS e le altre organizzazioni terroristiche, al fine di ricomporre il conflitto interno alla Siria, obiettivo che, naturalmente, può essere raggiunto solo attraverso un processo politico.

Potrebbe raccontare ai nostri lettori di come volontari stranieri potrebbero prestare servizio nelle forze armate russe?

Il servizio militare di cittadini stranieri nelle forze armate russe è regolato dalla legge federale del 28 marzo 1998 «degli obblighi di leva e del servizio militare», ma anche dalla «Disposizione sulle modalità del servizio militare» ratificata dal Decreto del Presidente della Federazione Russa del 16 settembre 1999. In conformità con la legislazione russa, i cittadini stranieri hanno accesso esclusivamente al servizio militare a contratto. Il contratto viene stipiulato per un periodo di cinque anni con persone di età dai 18 ai 30 anni che si trovino legalmente sul territorio del nostro paese. Inoltre, coloro che desiderano prestare il servizio militare in Russia devono conoscere la lingua russa e possedere i requisiti sanitari e psico-professionali di idoneità al servizio militare.

Desidero sottolineare che nessun contratto viene stipulato con persone che abbiano scontato pene in luoghi di detenzione, siano sottoposti a indagini o abbiano carichi pendenti. In pratica, uno straniero che voglia prestare servizio nelle Forze Armate della Federazione Russa deve presentare domanda al distretto militare competente oppure direttamente al reparto militare.