Tre domande a Magdi Cristiano Allam: Libia, "nessuna possibilità per al-Sarraj"

(di Francesco Bergamo)
05/02/17

Venezia - Ai margini della presentazione della sua ultima fatica letteraria, “Io e Oriana”, Magdi Cristiano Allam ha gentilmente concesso una breve intervista a Difesa Online. Allam, noto studioso dell'Islam e del fenomeno terroristico connesso, è da anni sotto scorta perché a rischio di vita.

Dottor Allam, tra il governo di Tripoli e quello di Tobruk quale secondo lei sarebbe più adatto agli interessi italiani?

L'Italia ha la necessità di interfacciarsi con degli interlocutori laici, perché gli interlocutori laici sono quelli che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto. La gestione degli affari tra gli Stati si fonda su una concezione laica della vita. Indubbiamente il governo di Tobruk, che è stato per anni l'unico riconosciuto internazionalmente prima di un colpo di mano da parte dell'Amministrazione Obama a cui l'Europa si è accodata e che ha voluto contrapporlo con un altro regime, non è mai riuscito in realtà a controllare il territorio e adesso si trova assediato dalle milizie dei Fratelli Mussulmani. Io mi auguro che la nuova Amministrazione americana di Donald Trump ponga fine a questa situazione e lo faccia in Libia ma anche in Siria e in Iraq, affermando un contesto dove prevalga la laicità rispetto all'Islam.

Quante possibilità ha al-Sarraj di unificare la Libia?

Nessuna. Nessunissima. Al-Sarraj è un burattino nelle mani dell'Europa e nelle mani della precedente Amministrazione americana, ma non gode di nessun credito all'interno della Libia. Se non fosse stato in qualche modo calato dall'alto, non avrebbe avuto alcuna possibilità di essere considerato. Mi attendo un rimescolamento delle carte, considerando che il governo di Tobruk gode da sempre del sostegno dell'Egitto, così come gode del sostegno della Russia di Putin e la stessa Francia. Quest'ultima, nonostante quello che ha combinato a partire dal 2011 con la guerra scatenata per far fuori Gheddafi, di fatto prende le distanze da al-Sarraj.

Perché gli analisti italiani - soprattutto quando non hanno mai viaggiato in loco - semplificano i motivi di crisi tra certi paesi e in certi paesi, come ad esempio la Siria, riducendo tutto a mere questioni religiose?

Noi dobbiamo distinguere tra il livello dei burattini e il livello dei burattinai. I burattinai operano in un contesto dove prevale il potere politico e il potere economico, dove sicuramente il dato saliente è costituito dall'economia, dalla finanza, dal commercio delle armi, dal business del petrolio. Ci troviamo in una guerra che ha inequivocabilmente una connotazione religiosa nel manipolare i burattini. Coloro che sono affluiti a decine di migliaia da varie parti del mondo per espletare la loro Guerra Santa islamica in Siria e in Iraq sono persone che hanno subito un lavaggio del cervello nel nome dell'Islam e che aspirano al martirio islamico. Quindi, sono due dimensioni che si intersecano e che sono presenti nei due livelli che ho indicato e che non possono essere scissi.