L’intimidazione compiuta da unità navali turche, lo scorso 12 febbraio, nei confronti della SAIPEM 12000 – nave specializzata in esplorazioni petrolifere – è parte della strategia di Ankara per ostacolare le prospezioni, relative ai giacimenti di gas naturale, nella zona economica esclusiva a sud di Cipro. Ciò avviene effettuando esercitazioni navali e aeree nelle vicinanze delle navi equipaggiate con trivelle.
Proprio in seguito al fallimento dei colloqui per la riunificazione di Cipro (a causa dell’ingerenza turca), il governo di Nicosia ha dovuto rivedere tutto l’apparato di sicurezza.
È opportuno ricordare che, quando si parla di Cipro, si intende la Repubblica di Cipro la quale non comprende il territorio di Cipro del Nord (la Repubblica turca di Cipro del Nord, priva di riconoscimenti internazionali), che di fatto è uno stato controllato da Ankara.
Il nuovo scenario strategico è apparso evidente nel corso della parata del 1° ottobre – la giornata che celebra l’indipendenza dalla Gran Bretagna, avvenuta nel 1959 – quando le forze armate cipriote hanno dimostrato le proprie potenzialità e lo stretto legame con quelle greche. Durante la manifestazione, la Guardia Nazionale ha esibito in volo quattro Mi-35P, due SA-342L1, due AW139 e due Bell 206L-3 mentre a terra si sono visti sistemi missilistici superficie-aria Thor-M1 (SA-15 Gauntlet) e Buk-M1-2 (SA-17 Grizzly). Inoltre, su richiesta del ministero della difesa cipriota, due F-16C greci, con tre serbatoi ausiliari, hanno sorvolato Nicosia, a testimonianza dell’appoggio di Atene.
Per decisione politica del governo di Nicosia, nonché per le pressioni di Washington su Atene, al fine di evitare contrasti con la Turchia, il governo greco non stanzia reparti militari sull’isola, di nessun genere. Tuttavia, negli ultimi 16 anni, l’affidamento sugli F-16 greci per la difesa aerea cipriota non è mai venuto meno. In particolare, l’aeronautica di Atene, ha sempre avuto equipaggi e materiali dei suoi reparti su F-16 (equipaggiati con bombe a guida laser GBU-12) e su F-4E, pronti ad intervenire, in situazioni di emergenza, nello spazio aereo dell’isola.
A causa dell’intensificarsi delle provocazioni da parte delle forze armate turche, il governo della Repubblica di Cipro e lo stato maggiore della sua Guardia Nazionale hanno rivisto la dottrina della sicurezza con il coinvolgimento dello storico alleato greco, come accadeva già prima del 2001. L’attuale pianificazione, infatti, prevede la presenza dell’aeronautica greca nella prevenzione di attacchi contro la costa cipriota condotti dalla marina turca e la possibilità di mobilitazione di truppe in caso di invasione da parte di Ankara.
Attualmente l’aeronautica militare italiana contribuisce alla difesa aerea di cinque nazioni (Slovenia, Albania e le tre Repubbliche Baltiche). Un dispiegamento di caccia Typhoon nonché l’invio di unità navali della Marina, nelle acque cipriote, per compiere esercitazioni congiunte rappresenterebbe un segnale inequivocabile per il governo di Ankara. Infatti la Marina militare – e le altre forze armate – dovrebbero essere utilizzate per difendere gli interessi economici nazionali e non semplicemente per fare da traghettatori e portare in Italia possibili, futuri elettori di certi partiti.
Si spera che il nuovo Governo abbia finalmente una visione geopolitica, riprendendosi quegli spazi nel Mediterraneo orientale che l’attuale esecutivo – ma anche quelli passati – hanno completamente abbandonato, permettendo alla Turchia di assumere un ruolo egemone.
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(foto: NATO / U.S. Air Force / Türk Silahlı Kuvvetleri)