Antonio Martelli
Ed. Il mulino, Bologna 2015
pagg.377
Le due guerre mondiali, l’Atlantico, la Germania, gli U-Boote, senza dimenticare il coraggio e l’abnegazione dei sommergibilisti, sono l’oggetto di questo saggio di Antonio Martelli, che è stato professore di Strategia e politica aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, nonché autore di altri libri di storia navale. Egli descrive, però, anche le origini dei mezzi subacquei.
Era il 1620 quando l’olandese Cornelis Drebbel, trasferitosi in Inghilterra,dove divenne medico di Carlo I,"costruì un sommergibile che navigava e che, si disse, avesse percorso il fiume (il Tamigi) per due miglia, da Westminster a Greenwich. Ma l’Ammiragliato inglese non mostrò alcun interesse per il nuovo mezzo." Era il 17 ottobre 1864 quando l’incrociatore unionista Housatonic fu affondato a largo di Charleston negli Stati Uniti, dall’Hunley, un battello sommergibile sudista ricavato da una caldaia in ferro, lungo 8 m e con un diametro di 1,3 m, privo di areazione, che era assicurata in immersione da un tubo che spuntava in superficie e dotato di un’elica mossa da un albero a manovella. Fu l’inizio della guerra subacquea condotta dai sommergibili. Il loro sviluppo successivo ebbe un impulso fondamentale grazie all’avvento del siluro nel 1870 e vide come battistrada nella loro costruzione Francia e Stati Uniti.
Anche l’Italia, nel 1890, iniziò ad interessarsi alla nuova arma con la costruzione del “Pullino”(nome del progettista e ufficiale del Genio Navale Giacinto Pullino). Accolto però con freddezza dagli alti gradi della Regia Marina, nel 1895, il “Pullino” fu posto in disarmo. In Germania invece, dopo il varo, nel 1903, del Forelle, primo sommergibile tedesco, nell’agosto del 1906 iniziò la saga degli U-Boote, con il varo dell’U-1, che dislocava 238 t ed era armato con un tubo lanciasiluri e tre siluri. La sua velocità era di 10,8 nodi in superficie e 8,7 nodi in immersione. "Il vero creatore della moderna marina tedesca fu comunque l’ammiraglio Alfred von Tirpitz", che trovò in Guglielmo II pieno appoggio ai suoi progetti anche perché il Kaiser era stato influenzato dalle teorie dell’ammiraglio Afred T.Mahan. Nel suo libro L’influenza del potere marittimo nella storia Mahan sosteneva che "chi controlla le comunicazioni marittime controlla anche il proprio destino ed è padrone della situazione." E così "alla fantasia troppo fervida del Kaiser apparve subito l’immagine di una Germania forte sul mare come lo era sulla terraferma: ed egli trovò in Tirpitz l’uomo che poteva realizzare queste sue aspirazioni."
La prima guerra mondiale però, nonostante la guerra subacquea sferrata dai tedeschi avesse fatto correre agli alleati rischi gravissimi, fu persa. La Kaiserliche Marine vi aveva impiegato 373 U-Boote perdendone 178, con circa 5.000 uomini tra ufficiale e marinai.[…] Gli U-Boote avevano affondato oltre 5.000 navi mercantili. Allo scoppio delle seconda guerra mondiale la Germania si presentò con il più forte esercito e la più forte aeronautica in Europa. La marina era invece nettamente inferiore: non per nulla Erich Reader, comandante in capo della Kriegsmarine, disse che in caso di guerra alla flotta non sarebbe rimasto altro che morire con dignità.
Nel frattempo c’erano stai dei progressi tecnici sia in campo sommergibilistico, con l’introduzione del periscopio e del motore Diesel a quattro tempi al posto del motore a paraffina, sia in campo “antisom”, con l’invenzione dell’asdic, "un apparato acustico che poteva localizzare anche sommergibili immersi e perfettamente silenziosi." Nel secondo conflitto mondiale il comandante dell’arma subacquea fu il capitano di vascello Karl Dönitz. Fermamente convinto dell’importanza strategica della lotta subacquea, egli fu perennemente contrastato, nella sua strategia,dal capo della Lutwaffe, Herman Göring che, infatti "giurava sulle bombe come l’arma più adatta contro obiettivi navali; la marina invece era convinta che impiegare i siluri fosse la cosa migliore. Quando la guerra dimostrò la superiorità del siluro era ormai troppo tardi." Anche lo stesso Hitler ritenne la guerra sul mare contro la Gran Bretagna di importanza secondaria e non diede, quindi, una priorità adeguata alla costruzione degli U-Boote. I tedeschi, a parte Dönitz che però non aveva il potere di dedicarle le risorse necessarie, capirono l’importanza della guerra subacquea quando non c’era più niente da fare. "Più di uno storico o commentatore della battaglia ha scritto, un po’ scherzando e un po’ no, che quanto alla guerra subacquea i migliori collaboratori degli Alleati furono Hitler, Göring…e Reader." Nonostante ciò molti furono i successi degli U-Boote, grazie anche alla tecnica d’assalto “a branco di lupi”, che consisteva in un attacco simultaneo di più sommergibili contro i convogli navali. Ma questo non fu sufficiente. Anche questa guerra fu persa dalla Germania.
Va comunque concesso l’onore delle armi ai sommergibilisti che, quali che fossero le loro idee politiche, "hanno combattuto con coraggio, abnegazione e patriottismo quasi senza limiti. Virtù, specie l’ultima, […] che sono pur sempre tra le migliori che fanno corona all’animo umano."
Gianlorenzo Capano