Francesco Delzìo: Opzione Zero - Il virus che tiene in ostaggio l’Italia

Francesco Delzìo
Ed. Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2014
pagg.112

La possibilità che l’Italia risorga e si rimetta in carreggiata, secondo Francesco Delzìo, manager e docente universitario, è racchiusa nella sconfitta del virus che da vent’anni infetta i vari campi dello Stato, dalla pubblica amministrazione, alla politica, dal lavoro alla cultura. Questo virus si chiama Opzione Zero ed è la soluzione adottata da chi ha potere decisionale quando non vuole rischiare assolutamente nulla: non decidere “per vivere tranquilli oggi facendo finta che non ci sarà mai un domani.” Se a questo si unisce la “sindrome del Palio di Siena”, che “è la sola corsa al mondo in cui l’obiettivo di ogni fantino e di ogni contrada non è tanto vincere, quanto impedire agli altri di vincere”, tipica di un’Italia dove prevale l’invidia sull’ambizione, il risultato è un cocktail dagli effetti devastanti i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: il blocco della nostra Nazione. Un blocco dovuto al cannibalismo delle Procure, che tendono sempre di più a divorare gli altri poteri dello Stato, sfruttando l’inerzia di chi potrebbe contrastarle, ma che è affetto dal famoso virus. Un blocco dovuto all’assenza di un pensiero politico perché si è scelto, nel nostro Paese, che “il pensiero politico non valga la pena d’esser pensato. Un blocco dovuto all’assurda idea che si possa creare lavoro per decreto ed al fatto che comunque in Italia, oltre ad un forte disallineamento tra formazione e offerta, “il censo della famiglia d’origine è ancora un fattore decisivo nel determinare il livello d’istruzione raggiunto.” Un blocco dovuto al totale disinteresse verso la cultura. Nonostante il turismo culturale sia cresciuto negli ultimi anni del 3% ogni anno, le immagini che fanno il giro del mondo sono quelle del crollo di Pompei: una perfetta operazione di de-marketing, dovuta anche ai cavilli burocratici che scoraggiano il mecenatismo di imprenditori determinati a dedicare parte del loro patrimonio alla ristrutturazione di opere d’arte. Un blocco dovuto al totale disinteresse verso il Sud, totalmente abbandonato a se stesso e ad una mancanza di una seria lotta l’evasione fiscale. Ma c’è una speranza: puntare sulla bellezza.

La bellezza italiana è amata e apprezzata in ogni angolo del mondo. Ma se non riusciremo a connetterla con il mondo, rimarrà (come oggi spesso è) solo un capolavoro dimenticato nella cantina di un museo.”

Gianlorenzo Capano